La parola agli iraniani


Sono ormai vicine le elezioni presidenziali nella repubblica islamica iraniana e tutto il mondo guarda le sorti di quella terra. Il 12 giugno si sfideranno fianco a fianco l’attuale presidente in carica Mahmoud Ahmadinejad, Mir-Hossein Mousavi , Mehdi Karroubi e Mohsen Rezaei. Da ieri (22 maggio), l’emittente di stato ha iniziato a trasmettere i dibattiti tra i candidati alle presidenziali. Secondo sondaggi informali che girano a Theheran il presidente in carica, Ahmadinejad ha forti possibilità di essere rieletto ma alle sue spalle incombe il conservatore Mohsen Rezaei. Ahmadinejad forte dei voti dei ceti popolari e nelle zone rurali, dalla sua parte possiede anche radio e televisioni.


Il 17 febbraio 2008 il governo iraniano ha inaugurato l’ Iranian Oil Bourse per commerciare petrolio e prodotti petroliferi all’estero ma il calo del prezzo del petrolio che si sta verificando nel mercato mondiale sta provocando ingenti danni all’economia iraniana. In un paese dove il tasso di crescita demografica è assai elevato così come l’inflazione rendono difficile la ripresa economica. Sebbene occupi il secondo posto mondiale per riserve petrolifere possedute, il paese ha scarsa disponibilità di raffinare il prodotto da spendere eccessivamente nell’importazione di combustibile. Il 30% della popolazione vive ancora di agricoltura, coltivando soprattutto pistacchio, cereali, orzo, cotone, tabacco, barbabietola e canna da zucchero. Diffuso l’allevamento bovino, ovino e caprino. Accanto al petrolio le risorse minerarie contano gas naturale, ferro, rame e carbone. Sono sorte alcune industrie nel settore petrolchimico in alcune città tra cui Teheran. Ai settori tessile e alimentare si sono aggiunte industrie per la produzione di beni di consumo ed elettrodomestici, di macchinari, automobilistiche, di materiali da costruzione, farmaceutiche, cosmetiche, elettriche e di elettronica. Importante è il settore dell’artigianato, rappresentato soprattutto dalla produzione e dall’esportazione di tappeti.


Il compito di sollevare l’Iran dalla crisi ora spetta ad uno dei quattro candidati. L’ingegnere e conservatore Mahmoud Ahmadinejad che è stato eletto dal popolo iraniano il 3 agosto 2005 e vedrà avversari agguerriti che promettono battaglia in campo economico e sociale, come il riformista Mir-Hossein Mousavi che prima della modifica della costituzione iraniana è stato primo ministro dal 1981 al 1989, durante la guerra in Iraq. Dopo 20 anni si è ricandidato alla presidenza proprio per dare una svolta alla politica iraniana.


Mehdi Karroubi, l’ex speacker del parlamento, è un influente politico e religioso, già candidato alle elezioni presidenziali nel 2005, si definisce un seguace dell’ayatollah Ruhollah Khomeini, il leader della rivoluzione iraniana del 1979. Il miglior alleato del fronte riformista è paradossalmente Mohsen Rezai, l’ex comandante dei Pasdaran. Mohsen Rezaei è attualmente segretario del Consiglio Expediency, un organismo amministrativo istituito per risolvere le divergenze o i conflitti tra il Parlamento iraniano e il Consiglio dei Guardiani, ma con la vera funzione di consulente del Supremo leader, l’ayatollah Ali Khamenei.


I dibattiti sono iniziati già con ritmi roventi e delineano bene i programmi dei candidati. Il tema centrale per gli oppositori di Ahmadinejad, è la questione della donna. Mohsen Rezaei ha dichiarato che la sua linea di condotta è proprio quella di rilanciare l’occupazione femminile, dare stipendi per le casalinghe e favorire l’inserimento delle donne nella politica. Il conservatore Rezaei ha espressamente detto: “non solo farò ricoprire alle donne ruoli chiave nel mio esecutivo ma ne valorizzerò le capacità di management e metterò in regola il lavoro delle casalinghe, pagando loro uno stipendio”. Anche il riformista Mehdi Karroubi promette battaglia contro le discriminazioni sulle donne dicendo che “La religione islamica riserva un gran rispetto alla donna e se, ad oggi, il sesso femminile ha dovuto soffrire discriminazione, però quello non deve essere attribuito all’Islam ma alle leggi tribali arabo-giudaiche che hanno influenzato, nel corso della storia, anche le leggi islamiche” . Si è unito al coro anche Mir Hossein Mousavi dicendo che è necessario garantire maggiori diritti alle donne iraniane.


Onori Andrea

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