Carceri e giustizia

In 12 anni nelle carceri italiane sono morti oltre 1.979 detenuti, di cui 708 per suicidio, o meglio ancora, istigazione al suicidio. Nel 2011 le morti totali in carcere sono state 186 di cui 66 sono i suicidi. Nel 2012 (3 aprile 2012) le morti totali sono 46, di cui 16 per suicidio. L'ultima morte arriva dal carcere romano di Rebibbia dove è stato trovato morto un ragazzo di 33 anni. E' stato trovato nel suo letto privo di vita. Stando a quanto dichiarato dal garante per le persone private della libertà personale, Dott. Filippo Pegorari e dallo stesso garante dei detenuti della Regione Lazio, responsabile per la regione Lazio, Dott. Angiolo Marroni, le condizioni di salute del ragazzo erano buone, alcuni giorni prima aveva partecipato a una partita di calcetto e faceva anche l’attività teatrale, pur soffrendo di disturbi psichici. Una morte piena di interrogativi. 

L'ultimo suicida è un detenuto romeno di 40 anni. Si è tolto la vita il 30 marzo nell'istituto penitenziario di Taranto. Sempre nello stesso istituto, il 29 marzo è morta una donna di 49 anni etichettata come un "caso da accertare"

Al 30 settembre del 2011 i detenuti erano 67.428 (di cui 2.877 donne) a fronte di una capienza regolamentare di 45.817 posti. Sono soltanto 37.213 i reclusi con condanna definitiva (meno della metà!) e testimoniano l'abuso della custodia cautelare.

Sono gli ultimi. Pezzi di carne trattati come semplici numeri. Invece, dietro quei volti numerati ci sono anime innocenti che hanno subito la più brutale condanna a morte da parte dello Stato Italiano. Omicidi o suicidi non fa la differenza. Le morti in carcere per suicidio possono avere soltanto due motivi: qualche minaccia e continue vessazioni da parte di altri prigionieri o guardie carcerarie, oppure dall'incapacità delle carceri di affermare il mandato risocializzante. Le carceri italiane potrebbero essere una bomba esplosiva che istigano all'annullamento della persona e non al suo recupero.

Carlo Saturno. Restano tante domande su caso di Carlo Saturno, 22 anni, di Manduria (Ta) che, secondo le fonti ufficiali si sarebbe impiccato nella Casa Circondariale di Bari.

Marcello Lonzi. Morto nel carcere "le sughere di Livorno nel 2003. Per le autorità si tratta di morte naturale, per Maria ciuffi, la mamma, Marcello è stato pestato. Ci racconta la storia del figlio e la malagiustizia che la costringe a spendere tutti i suoi averi per cercare la verità.

Federico Aldrovandi. Il 25 settembre del 2005 Federico, moriva a causa di un pestaggio a soli 18 anni. Dopo una serata trascorsa con la sera purtroppo Federico incontra degli orchi in divisa che tolgono la vita alla giovane vita del ragazzo.

Yuri Attinà. Il livornese, e' morto il 5 gennaio 2011 nel carcere Le Sughere di Livorno, secondo le versioni ufficiali per infarto. I detenuti, il giorno seguente, hanno effettuato una protesta interna.

Carmelo Castro''Voglio sapere la verità, voglio giustizia, mio figlio non può essersi suicidato. Voglio sapere cosa è successo''. E' quanto afferma Graziella La Venia, mamma di Carmelo Castro, un ragazzo di 19 anni morto nel carcere catanese di Piazza Lanza il 28 marzo del 2009 a 4 giorni dal suo arresto per una rapina in una tabaccheria.

Stefano Cucchi. C'è un processo per la morte disumana del giovane 31enne arrivato alle mani dello Stato. Picchiato e abbandonato in una panca di ferro Stefano perdeva la vita nel carcere Sandro Pertini di Roma nel 2009.

Marcello Lonzi. Quasi nessuno riesce a credere alla spiegazione data sulla morte di Marcello nel carcere di Livorno. 8 costole rotte e 2 buchi in testa, però per qualcuno è morto di infarto.

Maria chiede giustizia per suo figlio Manuel. Secondo le prime ricostruzioni Manuel è morto dopo aver inalato gas butano con il tentativo di suicidarsi. Poi, attraverso il coraggio di una mamma vengono alla luce particolari inquietanti.

Giuseppe Uva.  La superperizia dice che Uva non è morto a causa dei farmaci che gli sono stati somministrati. Nella perizia ci sono tracce di sangue nei pantaloni (non ci voleva molto per capirlo visto il corpo martoriato). C'è di più: i periti, nella loro relazione, scrivono di altre tracce, sperma e urina. [La superperizia]

Aldo Bianzino. Il 44enne viene trovato morto nella sua cella di isolamento all’interno del carcere di Capanne a Perugia. Fu arrestato per coltivazione e detenzione di canapa indiana.

Niki Aprile Gatti. Niki si ritrova in un "gioco" più grande di lui nella vicenda Telecom Sparkle-Fastweb che unisce 'ndrangheta e politica. Il ragazzo, arrestato, voleva parlare ma non è riuscito a farlo. Muore nel carcere di Sollicciano il 24 giugno 2008 apparentemente per un suicidio inspiegabile. La procura di Firenze chiude le indagini e archivia il caso.

Cristian De CupisA Viterbo, nella mattinata di sabato scorso, nel reparto di medicina protetta dell’ospedale, dove vengono ricoverati i detenuti del carcere, è stato trovato senza vita il 36enne, della Garbatella (quartiere di Roma) Cristian De Cupis, arrestato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, alla stazione di Roma Termini.

Riccardo Rasman. Morì il 27 ottobre 2006. Rasman si trovava nel suo appartamento di Via Grego 38, a Trieste. Secondo la ricostruzione degli agenti e le contraddittorie testimonianze dei vicini, Rasman ascoltava musica ad alto volume e uscì nudo sul balcone di casa lanciando due petardi nella corte interna dello stabile, di cui uno scoppiò a poca distanza da una ragazza senza causarle lesioni.


UN SISTEMA CHE COSTRINGE ALLA MORTE


Suicida a 48 ore dalla libertà.  A Livorno, un detenuto 56enne si e' suicidato impiccandosi a 48 ore dalla libertà. Se non si tratta di omicidio, sicuramente è "istigazione al suicidio" nessuno muore perchè lo vuole veramente, c'è sempre una morte voluta o creata da qualcuno.

L'incredibile vicenda di Marco De Santis. Un giorno Marco viene arrestato ad Ospitaletto e da lì inizia un calvario di abusi e violenze. L'uomo, invalido, mette in pubblico le sue vicende ma la solitudine lo mette in guardia da "particolari trattamenti".

Evasione per Cambiare carcereSono evaso, sto andando a costituirmi al carcere di Lucca perché in quello di Parma stavo male”. Umidità, nottate gelide, infiltrazioni d'acqua nella cella. E' quello che avrebbe spinto un detenuto del carcere di via Burla a prendere una drastica decisione: cambiare carcere.

Asti, la piccola Abu Ghraib.Intercettazioni telefoniche, testimonianze dei carcerati e di alcuni agenti penitenziari hanno portato davanti al giudice cinque poliziotti accusati di maltrattamenti e violenze sui detenuti della casa circondale di Asti. All’interno della caserma, i malcapitati, avrebbero subito impulsi selvaggi da parte dei loro carcerieri.

OPG ovvero LAGER DI STATO. Tanti Lager spuntano come funghi in questo Paese.Negli ospedali psichiatrici giudiziari le persone vengono torturate psicologicamente e fisicamente ogni giorno, le loro pene vengono prorogate all'infinito perchè ritenuti pericolosi dalla società.

La "squadretta" di Regina CoeliLa loro repressione quotidiana li costringeva a sfogarsi sui detenuti, specialmente immigrati. Non solo guardie carcerarie ma anche personale sanitario.

SOLIDARIETA': [Mudingayi e Bergonzoni imbianchini in cella]
PAROLA AI DETENUTI [Lettera dal carcere]