L’agonia del popolo pakistano

Agli inizi di maggio, avevamo denunciato la situazione allarmante nello Swat, una regione pakistana colpita dai i bombardamenti dell’esercito e le successive risposte dei ribelli. A destare preoccupazione erano i civili intrappolati nella regione. Molti rischiavano la vita e fuggivano sotto le bombe proprio perché in quella zona iniziava a mancare cibo, acqua e cure mediche. Di fronte a questa sciagura nessuno delle parti in conflitto tiene conto delle difficoltà dei civili nonostante le associazioni umanitarie chiedono alle parti in conflitto di garantire cure mediche ai feriti e di portare cibo nelle zone più difficili.

Oggi, secondo l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), il numero degli esuli è salito vertiginosamente ad oltre un milione e 700.000 persone.
200.000 persone sono state accolte nei campi allestiti appositamente per loro, mentre tutti gli altri hanno trovato una sistemazione presso amici, famiglie ospitanti, scuole e altri edifici pubblici.
Le necessità per le associazioni umanitarie, adesso sono quella di evacuare i feriti che sono ancora in mezzo al conflitto e rifornire ospedali e campi profughi.

I flussi migratori sono in costante aumento per cercare accoglienza e cibo ed il problema è trovare una protezione per tutti, provvedendo ad alloggiare ognuno dei rifugiati e distribuire tutto il necessario. L’operazione, per l’afflusso massiccio, è molto complicata e c’è il rischio di creare disagi e caos. Sono stati accertati anche molti rifugiati accolti in 700 scuole. Questi devono fare affidamento sulla generosità della comunità pakistana e di famiglie locali che danno loro cibo e abiti estivi. Gli sfollati provengono quasi tutti da zone fresche come la Valle di Swart, mentre nei campi dove sono accolti ci sono 45 gradi e sentono molto l’alta temperatura soffrendo il caldo asfissiante. Per questo motivo l’UNCHR sta provvedendo a portare nel campo ventilatori e condizionatori per dare più serenità e accoglienza agli sfollati.

Per dare più autonomia agli evacuati e non farli sentire troppo il peso della guerra , si stanno costruendo cucine singole o comuni, dentro i campi. Fino ad oggi il cibo, già preparato, e le bevande erano distribuite dal governo, ma ora l’obiettivo è dar loro i mezzi per cucinare da soli e renderli autonomi. Si sta cercando di normalizzare la situazione per quanto sia impossibile per molti rifugiati. Risentono anche del sovraffollamento e per questo motivo si sta provvedendo a individuare nuovi siti per innalzare nuovi campi o ampliare quelli già esistenti. Ma gli sfollati crescono sempre di più, e le scorte essenziali iniziano a diminuire. Nei giorni scorsi sono stati chiesti fondi (84 milioni di dollari) dall’ ONU e dall’ UNHCR per finanziare le operazioni di aiuto a questa popolazione stremata.

Onori Andrea

da Periodico Italiano
http://periodicoitaliano.info/2009/05/25/l%e2%80%99agonia-del-popolo-pakistano/

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