Arrigoni, pro e contro. Impazziscono i mass media

Divampano le polemiche attorno alla figura di Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano ucciso giovedì notte nella Striscia di Gaza. E’ comprensibile che Arrigoni poteva essere non amato, ma l’accanimento mediatico proprio nei giorni di cordoglio e sofferenza per i suoi cari è poco vicino alla civiltà umana.

Lo si attacca da tutti i fronti, si cercano attentamente parole sul suo blog per denigrarlo. Lo si condanna come il terrore che barbaramente lo ha ucciso. Ci si scaglia contro il suo corpo proprio perchè lui non c’è più e non può rispondere.

Prima di quel tragico evento, Arrigoni per molti era uno sconosciuto o quasi. Ora, senza conoscerlo, lo si attacca su tutti i fronti solo per questioni politiche. Giancarlo Lehner ex deputato del Pdl, ora con i “responsabili”, inizia l’attacco frontale contro il giovane pacifista ucciso. ”Sorprende – dice Lehner – che il presidente della Repubblica abbia potuto spendere parole di solidarieta’ per Arrigoni, un povero ragazzo, certo, confuso e sfortunato, eppur complice di Hamas, conclamato militante antisemita e antisionista, ammazzato da chi lo ha voluto superare a sinistra nell’antisemitismo”.

Vittorio Arrigoni, secondo Luca Galassi di Peacereporter, più di qualche mese fa in una manifestazione con i giovani palestinesi del Gybo (Gaza Youth Breaks Out) fu picchiato da Hamas. Arrigoni scelse la Striscia di Gaza per aiutare la popolazione civile e non per fare il politico. Per stare con gli ultimi. Vittorio raccontava la vita di singoli uomini, donne e bambini sofferenti in un fazzoletto di terra. Spesso, nei video diceva di vedere l’umanità senza frontiere. Come poteva collaborare con le autorità? “Personalmente, come attivista per i diritti umani, Hamas non piace assolutamente. Per cui ho qualcosa da ridire anche a loro, che hanno parecchio limitato i diritti umani da quando hanno vinto le elezioni” diceva Vittorio Arrigoni, in una intervista rilasciata a Luca Galassi il 14 gennaio 2009.

In questi giorni stiamo assistendo ad una campagna politica intorno alla salma di Vittorio Arrigoni. Non si cerca di calmare le acque, ma si intensifica ancora di più l’odio nei confronti di questo ragazzo italiano. “ I quotidiani italiani di questa mattina, 17/04/2011, continuano a ricordare Vittorio Arrigoni con cronache e commenti. L’unità e il Manifesto continuano a tessere le lodi del ‘pacifista’ amico dei terroristi della Striscia” scrive “informazione corretta” diretta da Vincenzo Cucco. Ed è ancora, il quotidiano per mano di Deborah Fait parla di politica e non certo della morte di un giovane italiano. “Molti di noi avranno pensato adesso i pacifinti filopalestinesi apriranno gli occhi, capiranno con chi hanno a che fare”.

Vittorio Arrigoni - continua Debora Fait – come Rachel Corrie, era un esaltato, piu’ che amore per i palestinesi era pieno di odio per gli ebrei e Israele, un megalomane, una specie di frappe’ tra l’odio per Israele della sinistra e l’odio per gli ebrei del cristianesimo, il tutto espresso con tale convinzione e violenza da impressionare i sordi, i ciechi e i muti”. Che senso hanno queste parole dopo la sua morte? Forse non sono queste parole intrise di odio nei confronti di una persona che non può più rispondere?

Bisognerebbe amare gli uomini prima delle frontiere. Anzi queste ultime non dovrebbero proprio esistere. Ci sono ed è un dato di fatto. Il problema è che sono inculcate anche nelle nostre menti e non riusciamo a scrollarci di dosso questo cancro al cuore dell’umanità. Sono loro che creano dissidi e disordini. I primi passi da fare? Far finta che non ci siano.

Spezzare le catene all’interno delle nostre menti per metterci in discussione. Nessuna cultura è “pura”, tutte hanno avuto influenze nella storia e sicuramente anche la nostra muterà. Non dobbiamo aver paura del confronto e della diversità. Bisogna aprire le porte, le nostre facoltà intellettive, i nostri cuori. Una politica basata sulla solidarietà, sull’accoglienza e soprattutto sulla trasparenza è fondamentale per la sicurezza di tutti. Perché, la tanto citata sicurezza, è un diritto di tutti e non un privilegio di pochi.

Nulla cambierà finchè le persone saranno differenziate su base razziale, culturale e della religione. Musulmani vs Ebrei, Cristiani Vs Ebrei, Cristiani Vs musulmani è un giochino che va superato. Come? attraverso la conoscenza reciproca e per farlo ognuno di noi dovrebbe mettersi in discussione, anche quei piccoli tratti culturali che sembrano irrinunciabili. Le nostre verità non sono assolute. Né le mie, né le vostre, per questo dobbiamo conoscerci e cambiarci. Bisognerebbe imparare a condannare solo la sofferenza, l’ingiustizia e l’abuso di potere da parte degli Stati dove ci sguazzano i potenti vivendo sulle spalle della povera gente.

Chi parla è solo contro le ingiustizie sociali. Chi parla non vorrebbe riconoscere le frontiere di Israele come quelle italiane, francesi, spagnole, libiche, iraniane... Chi parla non difende i governi che vessano in continuazione contro la popolazione civile. Che si chiami Hamas, Pdl, Pd o Lukud è sempre una questione di potere. Lo scopo è sempre quello di creare odio tra la popolazione.

Io sto tra "gli ultimi" e tu?

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