Diritti umani violati novembre - dicembre 2011




20 Dicembre 2011:

RICCARDO RASMAN, morì il 27 ottobre 2006. Passate da poco le ore 20, Rasman si trovava nel suo appartamento di Via Grego 38, a Trieste. Secondo la ricostruzione degli agenti e le contraddittorie testimonianze dei vicini, Rasman ascoltava musica ad alto volume e uscì nudo sul balcone di casa lanciando due petardi nella corte interna dello stabile, di cui uno scoppiò a poca distanza da una ragazza senza causarle lesioni. Rasman, era affetto da una sindrome schizofrenica paranoide, dovuta a episodi di nonnismo subìti durante il servizio militare. Sul posto giunsero due volanti. Entrati nella sua abitazione le forze dell'ordine «esercitavano sul tronco, sia salendogli insieme o alternativamente sulla schiena, sia premendo con le ginocchia, un'eccessiva pressione che ne riduceva gravemente le capacità respiratorie», e «nonostante fosse ammanettato, continuavano a tenerlo in posizione prona per diversi minuti» scriveva il 4 luglio 2008 il Corriere. L'uomo iniziò a respirare affannosamente fino a divenire cianotico e a subire un arresto respiratorio. All'arrivo dei sanitari Rasman venne trovato ammanettato dietro la schiena, con le caviglie immobilizzate da fil di ferro, e mostrava gravi ferite e segni di imbavagliamento.  Gli schizzi di sangue sui muri ed i segni di violenza vennero correlati all'uso di oggetti contundenti, come un manico d'ascia trovato nell'appartamento. L'inchiesta venne chiusa nell'ottobre 2007 con una richiesta di archiviazione da parte del magistrato, il quale ritenne che i quattro poliziotti avessero agito nell’adempimento di un dovere.  Il 28 febbraio 2008, tuttavia, nell'udienza che avrebbe dovuto chiudere l'inchiesta, il pubblico ministero cambiò orientamento di fronte alla prova che i quattro agenti fossero a conoscenza del fatto che Rasman fosse seguito dal Centro di salute mentale di Domio. Prima dell'arrivo delle forze dell'ordine, Rasman avrebbe scritto in un biglietto, ritrovato in cucina: «mi sono calmato, per favore non fatemi del male». I quattro poliziotti vennero quindi indagati e rinviati a giudizio per omicidio colposo. Il 29 gennaio 2009, con rito abbreviato, tre dei quattro agenti vennero condannati ad una ridicola condanna di sei mesi di carcere, con pena sospesa, per omicidio colposo. Condanna confermata nel giugno del 2010 dalla Corte d'Appello. Il 14 dicembre 2011 la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna per omicidio colposo a 6 mesi di carcere con il beneficio della condizionale nei confronti di 3 poliziotti

20 dicembre 2011
Veniva chiamata "primavera araba", oggi è diventato "l'inferno egiziano". Caduto Mubarak, l'elité di sempre, resta lì a opprimere e reprimere i cittadini che chiedono la loro libertà. Ora, i militari hanno preso le redini del gioco e mostrano tutta la loro crudeltà difendendo con tutta la violenza che hanno a disposizione, il nuovo regime. Nel quinto giorno consecutivo di proteste, nuovi scontri sono scoppiati all'alba a piazza Tahrir. Quattro persone sono rimaste uccise. Le autorità non parlano di morti bensì di quattro feriti. Cinquantasette sarebbero, invece, i feriti secondo i manifestanti. 
LA RAGAZZA CON IL REGGISENO BLU - La fotografia della ragazza violentemente picchiata e trascinata dalla Polizia durante gli scontri avvenuti a Piazza Tahir, nel centro del Cairo, ha fatto il giro del mondo. La malcapitata manifestante è ormai conosciuta da tutti come ‘la ragazza dal reggiseno blu‘. Non è la prima scena di violenza e crudeltà che si vede nelle piazze egiziane. Immaginatevi all'interno delle carceri.
MAIKEL NABIL SANAD: Il 14 dicembre, in un nuovo processo celebrato sempre in corte marziale, il blogger è stato condannato a due anni di carcere per “aver diffuso menzogne e voci incontrollate sulle forze armate”. Prima del processo, i militari al potere gli avevano chiesto di scusarsi pubblicamente per quello che aveva scritto su Facebook poco dopo la caduta di Mubarak. Arresti, torture, processi farsa. Questo, aveva denunciato Maikel Nabil Sanad.



A sinistra, DIOP MOR, nato il 2 Marzo 1957, aveva 54 anni e viveva a Firenze.
A destra, SAMB MODOU, nato il17 maggio 1971, aveva 40 anni e viveva a Sesto Fiorentino. Sono i fratelli uccisi a piazza Dalmazia del 13 Dicembre 2011. Per ricordare, per non dimenticare MAI.
Un augurio ai feriti ricoverati all'ospedale di Careggi: Moustapha Dieng,37 anni Sougou Mor, 32 anni  Mbenghe Cheike, 42 anni





I due ragazzi uccisi si chiamavano: Samb Modou, 40 anni Diop Mor, 54 anni

I feriti: Moustapha Dieng di 37 anni, è in prognosi riservata all'ospedale di Careggi con colpi al torace e all'addome. Moustapha Dieng di 37 anni, è stato ricoverato in prognosi riservata all'ospedale di Careggi con colpi al torace e all'addome.Sougou Mor (in condizioni gravissime), di 32 anni, per sfuggire all'esecuzione si è difeso dal suo killer opponendo le sole braccia a quattro colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata: tre li ha parati così, con i proiettili che gli hanno spezzato le ossa; uno lo ha raggiunto al torace. Mbenghe Cheike di 42 anni.
Scene da Far west a Firenze. Ieri, all’interno del mercato di Piazza Dalmazia, un killer armato di una pistola 357 magnum, ha parcheggiato la sua auto davanti a un’edicola, si è addentrato al mercato rionale e ha aperto il fuoco contro venditori ambulanti. Due morti ed un ferito. Pochi minuti dopo, si è spostato al mercato di San Lorenzo, vicino al duomo e ha ferito altri due ragazzi senegalesi.Il 21 marzo scorso Human Rights Watch lanciava un grido d’allarme:”L’Italia fa poco contro violenza xenofoba». Secondo l’agenzia dei diritti umani, il governo italiano non prende le giuste misure atte a prevenire e perseguire la violenza razzista e xenofoba dilagante nel paese. (Leggi: http://www.dirittodicritica.com/2011/12/14/firenze-senegalesi-strage-casseri-31928/)

11 Novembre 2011

Un'altra bruttissima pagina della violenza razzista italiana. Nella giornata di ieri, Un gruppo di persone ha incendiato un campo nomadi, dopo un corteo per uno stupro inventato da una sedicenne. Il fratello della finta vittima riesce a riportare la calma. La ragazza aveva indicato come possibili aggressori due nomadi. Lei stessa, dopo l'eplosione di violenza nel quartiere, ha smentito di essere stata aggredita: "Mi sono inventata tutto, sono stata con un ragazzo".Hanno sfasciato tutto e bruciato baracche, auto e roulotte: almeno una ventina.
Solidarietà al popolo Rom. “(...) E’ un popolo, secondo me, che meriterebbe - per il fatto, appunto, che gira il mondo da più di 2000 anni senza armi - meriterebbe il premio per la pace in quanto popolo. (...) Gli zingari rubano, è vero, però io non ho mai sentito dire - non l'ho mai visto scritto da nessuna parte - che gli zingari abbiano rubato tramite banca. Questo è un dato di fatto.” Fabrizio de André


6 Dicembre 2011
La "squadretta" di regina coeli seviziava, umiliava e picchiava selvaggiamente. La loro repressione quotidiana li costringeva a sfogarsi sui detenuti, specialmente immigrati. Non solo guardie carcerarie ma anche personale sanitario. Fra cui il medico del reparto della settima sezione, Rolando Degli Angioli e l'infermiere Luigi Di Paolo. «Mi tenevano in piedi per non farmi dormire - racconta ai magistrati Oltean Gavrila. Arrivavano da me alle undici di sera e mi dicevano di stare in piedi, non dormire, poi dopo un po' mi dicevano "puoi dormire venti minuti" e in venti minuti non ce la facevo...". Per sottrarsi a un supplizio durato giorni, Gavrila si attacca a una bottiglia di detersivo e il 19 febbraio viene trasferito in infermeria. Sarà Julien Monnet la vittima «illustre» che farà scattare le indagini. L'ingegnere francese di 37 anni, accusato di tentato omicidio. Legato a un letto "con della stoffa marrone" Monnet racconta: "A un certo punto, la persona con il camice bianco che mi stava schiaffeggiando in viso... si è spostato alla mia destra...". Nel frattempo una seconda persona "continuava a picchiarmi sui piedi" con un grosso bastone. Monnet spiega che, a un tratto, uno dei due prende un tubo: "E approfittando che ero legato ha cominciato a inserirmi un catetere. Questa operazione si è conclusa dopo almeno quattro tentativi, durante i quali io urlavo per il dolore a ogni tentativo fallito. Ricordo perfettamente che tutti e due erano incuranti del dolore che mi stavano provocando, il primo per il modo in cui tentava di inserirmi il tubo, l'altro perché ad ogni grido riprendeva a picchiarmi sui piedi". La squadra punitiva prende di mira anche un giovane filippino B. R., arrestato con in corpo tanto shaboo (allucinogeno) da dover richiedere l'intervento di una decina di agenti per placarlo. Su di lui si sbizzarriscono fino a incaprettarlo e a spegnergli sigarette accese sul corpo. E A. R., omosessuale, con patologie psichiatriche gravemente invalidanti, arrestato per violenza sessuale, racconta: "Per farmi desistere dal desiderio di avere rapporti mi facevano camminare lungo il corridoio della sezione in maniera da essere veduto da tutti mentre ripetevo ad alta voce "sono scemo, sono scemo". Per intimidirlo si svolgevano anche "rappresentazioni di pericolo" nei confronti della sua famiglia, racconta A. R. Una sorta di perverso gioco dei mimi nel quale si allude a ritorsioni a donne "della mia famiglia, mia madre, mia zia, mia cognata". Minacce che si sarebbero realizzate in caso di denuncia. (Fonte: repubblica)

5 Dicembre 2011:


Attentato contro Norma Andrade, attivista dell'associazione Nuestras Hijas de Regreso a Casa (Nostre figlie di ritorno a casa). Venerdì 2 dicembre, mentre tornava a casa, a Ciudad Juárez, Norma Andrade è stata aggredita da un uomo sconosciuto armato. È ricoverata in ospedale. Norma Andrade è una delle fondatrici dell'organizzazione che chiede giustizia per i casi di donne e bambine assassinate e sparite a Ciudad Juárez. Questa organizzazione ha giocato un ruolo fondamentale nel portare davanti alla Corte interamericana per i diritti umani il caso "Campo di Cotone", che terminò con la sentenza della Corte contro il Messico per l'assassinio di diverse giovani donne nel 2001. Norma Andrade è anche madre di Lilia Alejandra García Andrade, assassinata a Ciudad Juárez nel 2001. Non ha rinunciato a lottare per la giustizia e la verità sul caso di sua figlia e anche per tante altre famiglie colpite dal femminicidio in Ciudad Juárez. La Corte interamericana ha disposto misure provvisorie nei confronti di Norma Andrade, Malú García Andrade e altri attivisti di Nuestras Hijas de Regreso a Casa.



A Roma l'Atac aumenta il prezzo del biglietto. Si passa da 1 a 1,50 euro. Questo è il modo per far pagare i più ricchi? Noi dovremmo pagare per risanare l'azienda? E i loro dirigenti cosa fanno??? Ecco i costi dei biglietti dove vanno a finire: Gli amministrativi (dirigenti, quadri e impiegati) hanno ottenuto aggiunte di stipendio nel corso degli anni (e delle diverse gestioni dell’Atac): 352 hanno ottenuto questa maggiorazione durante le passate amministrazioni capitoline, gli altri dopo l’insediamento dell’attuale.Questi premi rivolti in maniera clientelare e senza tenere conto dei pessimi risultati di gestione all’Atac costano oltre 2,7 milioni l’anno, che si traducono ogni mese in 212.000 euro che gravano sul bilancio dell’azienda, già in profondo rosso. Dal 5 novembre 2010 al 15 marzo 2011, quando le casse Atac già gridavano all’agonia sono stati assunti nove dirigenti esterni. De Michelis Edoardo, percepisce uno stipendio annuo totale di 84 mila euro (contratto in scadenza il 30/04/2013) Ludovisi Emanuele, centomila euro (contratto in scadenza il 30/04/2013 e avrebbe in dotazione una fiat panda) Parmeggiani Carlo, 228 mila euro l’anno (contratto in scadenza il 31/01/2016 e una fiat panda in dotazione) Cassino Alfonso, 240 mila euro, (contratto in scadenza il 7/02/2016) Spirito Pietro, 300 mila euro e una peugeot 407 (lavoro assicurato fino al 15/02/2016) Cinquegrani Roberto, 240 mila euro (contratto in scadenza il 29/02/2016) Saccà Vincenzo 144 mila euro (contratto fino al 30/06/2013) Abbate Antonio, 325 mila euro e una opel astra a disposizione (contratto fino al 14/03/2016). Parliamo di oltre 1,6 milioni di euro che, in un momento di crisi, potrebbero forse evitare tagli a contratti e l’aumento del biglietto a 1,50 euro. "Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali"Don Milani


30 Novembre 2011: Togliete i libri alle donne e torneranno a fare i figli - Tante discriminazioni all'interno di pochissime righe. Tante discriminazioni quante ne sono state fatte nel corso di questi venti anni e più di storia italiana alle donne ai bambini e ai migranti. Forse è una provocazione come dicono, ma la provocazione contiene le loro verità. Togliere i libri per tornare all'ignoranza più buia. Vedere le donne solamente come oggetti che lavano e stirano casa, come oggetti che creano altri esseri umani che mandano avanti la "patria". Si può amare il proprio paese senza amare la patria, senza quel recinto che ci opprime da quando siamo nati, che ci spinge a pensare a queste assurdità per la sua salvaguardia. Si può amare per amore, per istinto, senza alcun interesse. Lasciate che la gente pensi con la propria testa. Non raccontategli balle. Date loro la piena libertà di fare ciò che vogliono in piena autonomia e non violentarle psicologicamente in nome della "patria".La mia patria parte dal mio cuore e arriva chissà dove, senza frontiere e senza barriere. Il mio corpo galleggia nel mondo, il mio respiro è uno zingaro che viaggia e si confonde con quello di un altro.






28 Novembre 2011:

Farrah è una ragazzina rimasta orfana nel 2003 e trasferita a Baghdad dove è stata presa in custodia da una infermiera che non l'ha curata ma torturata e poi consegnata ai trafficanti .Lo racconta l'Imam Abou Atta, una donna che ha fondato, e oggi dirige, la S.C.E.M.E., un'organizzazione che promuove i diritti umani e si occupa di trafficking in Medio Oriente. A scrivere la sua storia è il" Manifesto" tramite la penna di Luisa Betti che racconta il traffico sessuale in Iraq. Iniziato nel 2001, con l'invasione americana che ha facilitato questi crudeli crimini. I prezzi variano dai 5 dollari in su. Per una vergine si arriva anche a 30.000 dollari ed è per questo che ci sono bambine di 9-10 anni. Leggi l'articolo: http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/154423ca9e80cc422de53bf379799530.pdf


27 Novembre 2011LA NATO FA STRAGE DI BAMBINI, CIVILI INNOCENTI e SOLDATI PAKISTANI - Sangue sangue e ancora sangue. La coalizione NATO durante un attacco aereo spezza le vite di 7 civili, tra cui 6 bambini. L'incidente è avvenuto mercoledì nel distretto di Zahri della provincia di Kandahar, nel sud dell'Afghanistan. Mentre oggi un attacco della Nato in Pakistan ha annullato i progressi fatti nella difficile alleanza tra Pakistan e Stati Uniti. Lo ha detto il ministro degli Esteri del Pakistan Hina Rabbani Khar, parlando con il segretario di Stato americano Hillary Clinton. Il ministro ha definito l'attacco inaccettabile e ha mostrato una totale indifferenza per le vite umane. Non meno di venticinque soldati pakistani hanno perso la vita con il bombardamento degli elicotteri Nato.

22 Novembre 2011 Proiettili italiani a Piazza Tahrir Non è una novità. L'Italia, insieme alle grandi potenze economiche, esportano ogni anno grandi quantità di armamenti e proiettili in tutto il mondo. "Tutto è nella normalità", "sono leggi di mercato", "funziona così", "lo fanno tutti" ti senti dire in continuazione. Ma come può reggersi una economia basata sulla morte? Come può essere normalità questa? Come si fa a restare indifferenti nel vedere armi prodotte dall'Italia uccidere giovani egiziani? Come può scivolarci tutto addosso?




15 Novembre 2011:

A Viterbo, nella mattinata di sabato scorso, nel reparto di medicina protetta dell’ospedale, dove vengono ricoverati i detenuti del carcere, è stato trovato senza vita il 36enne, della Garbatella (quartiere di Roma) Cristian De Cupis, arrestato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, alla stazione di Roma Termini.Prima le chiamavano mele marce. Ora, possiamo dire che in molte carceri italiane ci sono intere piantagioni di marciume. Secondo le deposizioni "ufficiali" pare che l’uomo fosse arrivato al pronto soccorso per via di una serie di ferite che si sarebbe procurato da solo, quando cercava di far resistenza agli ufficiali. Si sa che nel far resistenza ad altre persone, si è soliti picchiarsi da soli. Diversa la versione di Christian, che ai medici dell’ospedale aveva dichiarato di esser stato pestato duramente dai poliziotti, al momento dell’arresto. Anche per il caso De Cupis, come successe ai tempi di Cucchi, i familiari sarebbero stati informati dell’arresto dell’uomo solo dopo il decesso. A tre giorni di distanza. Non appena la notizia della morte di De Cupis è trapelata, il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni ha evocato l’ombra di un possibile nuovo caso Cucchi. «Invito la magistratura - ha detto Marroni – a fare al più presto chiarezza sulle circostanze che hanno portato a questo decesso, anche per evitare l’atroce sensazione di trovarsi davanti ad un nuovo caso Cucchi»


12 Ottobre 2011:

Il criminale non è solamente chi spara. La torta delle colpe è da dividersi partendo da chi fabbrica armi e software per i governi repressivi, alla legittimazione di tali governi e all'indifferenza. Sono tante le persone con le mani sporche di sangue. La colpa è anche dell'AREA SPA, l' azienda italiana di software che starebbe fornendo al regime siriano di Bashar Assad un capillare sistema di intercettazione del traffico Internet allo scopo di reprimere il dissenso interno. L'odore dei soldi hanno prevalso sul rispetto dei diritti umani. La società italiana, indifferente, spiega che loro stanno solamente rispettando le leggi internazionali. Infatti, mentre gli Stati Uniti hanno adottato nei confronti di Damasco sanzioni rigide, che consentono l' export verso il Paese di Assad solo di cibo e medicinali, l' Unione Europea (e dunque anche l' Italia) ha preferito un embargo più morbido, impedendo solo la vendita di armi. “Ogni compagnia che vende tecnologie di sorveglianza al regime di Assad è complice di crimini contro i diritti umani”, ha spiegato un esponente della Foundation for Defense of Democracies. Parole ancora più dure sono arrivate dalla nota associazione Human Rights Watch, secondo cui “qualcuno deve staccare la spina” (alla partnership tecnologica con la Siria), minacciando di portare il caso davanti al governo italiano e all’Unione Europea, Dalle 14 davanti alla sede dell' azienda a Vizzola Ticino (Varese), c'è un presidio organizzato dalla rete dei dissidenti siriani in Italia.
Ecco la società che rispetta le leggi internazionali, ma se ne frega dei diritti umani:
http://www.area.it/irj/portal/anonymous


8 Novembre 2011:

Fino a qualche mese fa Cinzia e la sua bambina, Noemi abitavano in questa casa. La bimba è affetta dalla sclerosi multipla, prende l'interferone un farmaco che abbassa le difese immunitarie. Potete capire che vivendo in queste condizioni la bambina soffre. Ora, hanno ricevuto momentaneamente una casa popolare, ma i problemi non sono finiti. “Siamo alla fame e alla disperazione. Il frigo è sempre vuoto. Come faccio ad andare avanti?" Ma Noemi non ha una pensione? “ Percepisce un’indennità di frequenza una volta all’anno. Quando la bambina ha fatto la visita per la pensione è stata vista da una psicologa”. Da lei è stata respinta la domanda per la 104 e l’accompagnamento. “Dove devo sbattere la testa? Cosa devo fare per aiutare la mia Noemi? Perché devo sempre lottare per avere dei diritti che Noemi dovrebbe avere?” dice Cinzia...
LEGGI LA SUA STORIA: http://www.dirittodicritica.com/2011/11/08/sclerosi-multipla-noemi-abbandonata-28882/

7 Novembre 2011:

Si stima che circa 30mila giovanissimi, di cui un terzo di sesso femminile, sono stati trasformati in soldati e , una volta smobilitati, abbandonati nel nulla. Nella sola capitale l’Unicef stima vi siano più di 13.800 bambini e bambine di strada che sopravvivono con lavoretti nei mercati, elemosina e piccoli furti, ma spesso sopravvivono di prostituzione, attività illegali e altri espedienti. Tra questi molti sono ex bambini soldato. Murhula, avendo vissuto anni tremendi della sua infanzia, all’inizio del percorso rieducativo, giustificava i suoi atti come “normali in una guerra. Mi è piaciuto essere un soldato. Non so quante persone ho ucciso. In ogni caso, stavo solo seguendo gli ordini“. Molti ragazzi soffrono di “periodo post-traumatico” e alcuni, sotto recupero, continuano a collegare le emozioni positive alla violenza.
FONTE: http://www.dirittodicritica.com/2011/11/07/congo-bambini-soldato-sfruttamento-28826/

11 Novembre 2011:

Sembra che un'esecuzione in Oregon, negli Stati Uniti, "stia per essere fissata per il 6 dicembre. Sarebbe la prima nello stato dal 1997 e la terza dal 1962. Sussistono dei dubbi sulle facoltà mentali del condannato a morte, che ha rinunciato a presentare appello contro la sentenza" fa sapere Amnesty International. Il condannato a morte dallo Stato è Gary Haugen, 49 anni. Ora, dopo aver rinunciato all'appello, aspetta la comunicazione della data dell'esecuzione. Gary Haugen e Jason Van Brumwell sono stati condannati a morte nel 2007 per l'omicidio di David Polin, avvenuto nel 2003 nel penitenziario dello stato dell'Oregon. Al momento del reato, Gary Haugen stava scontando una condanna all'ergastolo, emessa nel 1981, per aver assassinato la madre della sua ex fidanzata, l'anno prima. All'inizio di quest'anno, una neuropsichiatra, ingaggiata dagli avvocati di allora di Gary, ha valutato che il detenuto era affetto da "disturbi deliranti che lo rendono non idoneo a essere messo a morte", come se ci siano persone idonee ad essere ammazzate. Comunque sarebbe solo questa la strada per salvare Gary.


4 Novembre 2011:
Genova- Nubifragio, 7 vittime tra cui 3 bimbi

Vi lamentate quando la natura si ribella alla violenza degli uomini e alla sua cementificazione. Raccontate le tragedie causate dalla forza della natura piangendo le vittime e cercando di scavare montagne di fango. Poi, una volta passato l'uragano dei mass media, ricominciate a violentare la terra con la Tav, con il ponte sullo stretto e con tante altre opere abusive o opere dichiarate legali ma pur sempre abusive per la natura e per il nostro futuro. I nostri figli dovranno fare i conti con le nostre schifezze. Come noi, stiamo facendo i conti con le schifezze passate. Opere che servono ad arricchire qualcuno e ad uccidere qualcun altro. Dobbiamo ripensare al nostro stile di vita. Se non ci pensiamo noi, ci penserà ancora la natura. Non ci si incazza per sadomasochismo quando si vedono ruspe che sventrano intere colline, oppure quando si vedono paesi e città con più case che uomini. Non basta tirare fuori il denaro e costruire a proprio piacimento. Oggi, ci sentiamo tutti grandi maestri e intelligenti. Un ingegnere edile, ad esempio, non deve sapere solo come si posiziona il mattone dopo anni di studio. Se fatto bene,quella è bravura nel fare le cose nel proprio campo. Ognuno, nel proprio capo, può essere più o meno competente. Questa non è intelligenza! L’ingegnere intelligente è quando sa che con quel mattone può creare lo sviluppo per un’intera comunità oppure, la sua distruzione. Un ingegnere intelligente usa quel mattone in modo tale che la collettività possa giovarne.

Purtroppo quando la natura si ribella ai nostri sfregi non si può fare nulla. Se continuiamo di questo passo i nostri figli saranno sotterrati per colpa nostra! "Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare respiro al largo, verso l'orizzonte. Genova, repubblicana di cuore, vento di sale, d'anima forte" [Guccini - Piazza Alimonda] Genova Resisti!

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