Continuano i viaggi della speranza

Ieri pomeriggio sono arrivati ad Ancona 31 ragazzi stremati e disillusi. Hanno viaggiato per due giorni schiacciati nel rimorchio di un tir iraniano carico di lastre di marmo, diretto da Patrasso ad Ancona. Partiti dai loro paesi molti mesi fa, sono arrivati in Grecia stremati usando le ultime energie per cercare un futuro migliore. Questi viaggi sono la fotocopia di tantissimi tragitti di altre numerosissime persone. Molti di loro, in piena notte, riescono ad aprire i portelloni dei Tir entrando silenziosamente all’interno, per poi aspettare l’ora della partenza. Dentro quelle gabbie infernali non si è quasi mai soli, ma il più delle volte, ci sono persone sconosciute che diverranno compagni di una lunga agonia. Molte persone spesso lasciano la vita proprio in quei tir per soffocamento o schiacciati dal peso delle merci.

Tra i 31 arrivi di ieri, 27 erano afgani, tre iraniani ed un iracheno. Si noterà, che la maggior parte di loro provengono da zone di guerra infinite, causate dall’occidente. Con loro c’erano anche 4 minori, tutti dell’Afghanistan. Quando sono stati scoperti dalla Guardia di finanza sono apparsi troppo stanchi per fuggire e troppo assetati per urlare di dolore. Ora, per i migranti adulti scatterà il respingimento coatto in Grecia (grazie ad un accordo stipulato ne 2001 tra il governo italiano e greco), nonostante la convenzione di Ginevra obblighi all’applicazione del riconoscimento dello status da rifugiato. Invece, i quattro minori sono già stati affidati ai Servizi sociali del Comune.
La maggior parte delle volte sono proprio le guerre che creano atroci carestie e migrazioni di massa. La guerra in Afghanistan, ormai dura a morire, provoca persecuzioni ,violenze a donne e bambini, ed ondate migratorie, causate proprio dai nostri governi che ora innalzano il muro di shengen.

Ma ora mi chiedo: perché respingiamo coattivamente gli immigrati senza neanche identificarli e rispettare l’iter legislativo per la richiesta d’Asilo quando l’articolo 14 della dichiarazione universale dei diritti umani ci dice esplicitamente che “ ogni individuo ha il diritto di cercare e godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni”? E perché la Grecia accetta di “accogliere” nel propri lager i migranti che vogliono andare in Italia?

Afgani, Iracheni, sudanesi e tantissimi disperati lasciano il loro paese, non per delinquere o per fare un dispetto all’Italia, ma fuggono dai propri paesi perché perseguitati da guerre, fame e terrore. Molti migranti raggiungendo l’Italia (ma non sono la maggioranza, anzi, solo una minuscola minoranza approdano nel nostro territorio) trovano le porte chiuse. Oggi, è quasi impossibile raggiungere la fortezza europea in modo regolare, anzi, direi impossibile. Queste persone hanno il diritto ad essere identificate e sono disposte a farlo ai sensi della legge, ma qualcuno preferisce espellere i migranti senza nessuna autorità per farlo.
Quindi il rifugiato per motivi di persecuzione, discriminazioni politiche, religiose o razziali può chiedere asilo a qualsiasi paese che abbia firmato la convenzione di Ginevra nel 1951 ed ha il diritto di essere ascoltato. Non sono invenzioni del sottoscritto, ma sono parole che compaiono nel diritto internazionale. L’art 1 della convenzione di Ginevra esplicita in modo chiaro lo status da rifugiato che è colui “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità ,appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra”. In poche parole si può riassumere che il rifugiato è chiunque si trovi al di fuori del proprio paese e non possa ritornarvi a causa del fondato timore di subire violenze o persecuzioni. Mentre, l’Art. 31 della convenzione, parla dei rifugiati che soggiornano
irregolarmente nel paese ospitante, cioè i cosiddetti “clandestini”: “ Gli Stati Contraenti non prenderanno sanzioni penali, a motivo della loro entrata o del loro soggiorno illegali, contro i rifugiati che giungono direttamente da un territorio in cui la loro vita o la loro libertà erano minacciate nel senso dell’articolo 1, per quanto si presentino senza indugio alle autorità e giustifichino con motivi validi la loro entrata o il loro soggiorno irregolari.” Quindi secondo la legge i migranti che arrivano nelle frontiere, prima di essere cacciati via dal territorio italiano, sono obbligati a motivare le loro scelte e devono essere identificati dalle autorità. Solo dopo accurate ricerche si può prendere una decisione finale.

Per quanto riguarda le espulsioni, l’articolo 31 ci dice ancora che “Gli Stati Contraenti possono espellere un rifugiato che risiede regolarmente sul loro territorio soltanto per motivi di sicurezza nazionale o d’ordine pubblico.” Tutto ciò può avvenire sempre dopo un’accurata identificazione ed un iter legislativo e burocratico da rispettare come l’audizione davanti alle commissioni territoriali.

La violazione del principio del non- refoulement , il divieto per uno Stato di respingere verso il Paese di origine una persona per la quale il ritorno in tale paese implicherebbe una minaccia grave e seria per la sua incolumità, ormai è diventata una semplice normalità.

Onori Andrea
da Periodico Italiano
http://periodicoitaliano.info/2009/06/02/continuano-i-viaggi-della-speranza/

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