30 dicembre 2009: [GRADISCA] Said, un ragazzo nord Africano è stato picchiato all’interno del Cie Gradisca D’Isonzo. I colpi del manganello sono arrivati sulla testa e sulle ginocchia. “Alla mia domanda all’agente perchè è stato picchiato, mi ha risposto perchè era pazzo e gridava” E’ la testimonianza di un cittadino che si è recato al Cie per incontrare Said, ma gli è stato impedito in quanto, per entrare in quella zona serve il permesso della prefettura. I famigliari di Said sono in Italia da circa 20 anni. Said aveva perso il lavoro e matematicamente anche il permesso di soggiorno. Ma i suoi fratelli e i genitori lavoravano, se lui dovesse essere rispedito in marocco, non avrebbe nessuno. La sua famiglia è tutta in Italia.
28 dicembre 2009: [PONTE GALERIA] Via il Cie da Ponte Galeria: cosi’ dice il sindaco di Roma Alemanno visitando l’accampamento dove la scorsa notte e’ morta carbonizzata una romena. Il sindaco intende trasformare la struttura in un punto di transito nell’ambito dell’attuazione del piano nomadi nella capitale che prendera’ il via a gennaio. Alemanno annuncia una telefonata al ministro dell’Interno Roberto Maroni di liberare Ponte Galeria dal Centro di identificazione ed espulsione (Cie) per garantire nuovo spazio al “piano nomadi” di Roma. “Il nostro piano – spiega il sindaco - può assorbire una parte, ma servono altri spazi e un centro di transito. Per questo ribadisco la richiesta al Governo di liberare Ponte Galeria dal Cie”.
28 dicembre 2009: Un’altra transgender brasiliana, rinchiusa nel Cie di Milano e amica di quella che si e’ uccisa, ieri e’ stata ricoverata per aver minacciato il suicidio ingoiando alcune monete metalliche. Aver urlato di volersi ”fracassare la testa” e ”darsi fuoco” aveva rifiutato le cure mediche, e’ stata soccorsa comunque e ora si trova in osservazione nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Niguarda. M.D. ha 22 anni, pare fosse molto scossa dalla morte della conoscente. Il gesto è arrivato all’indomani del suicidio di Leona, 34 anni senza permesso di soggiorno e in attesa di espulsione.
26 dicembre 2009: Un ragazzo brasiliano, nome d’arte Leona, transessuale clandestino di 24 anni, si è impiccato nel Centro di Identificazione ed Espulsione di via Corelli, a Milano, nel primo pomeriggio del giorno di Natale. Leona, alcuni mesi fa aveva denunciato ai poliziotti il suo sfruttatore, un altro trans brasiliano, lo aveva fatto arrestare dagli agenti senza però ottenere provvisoriamente alcun permesso di soggiorno per motivi di giustizia e da allora viveva costantemente minacciata da Renil Son, il fratello del “pappone”, uno che le aveva promesso la morte una volta che fosse tornata in Brasile. Amorin era con Leona la sera in cui è stata fermata. Dice al telefono dal Cie di via Corelli: «Noi confidavamo in un permesso di soggiorno provvisorio. E invece ci hanno portato qui, in questo posto orribile. Leona la mattina di Natale, ha cominciato a piangere. A dire che voleva la madre». Dicono pure di aver visto le guardie scherzare davanti al sua cadavere, «senza alcun rispetto». Raccontano sconvolte di botte e minacce, dentro al Cie, da parte dei poliziotti. La morte di Leona è il secondo suicidio in un Cie dall’inizio dell’anno e un altro morto sospetto è stato registrato nel Cie di Roma. Ma il vicesindaco di Milano De Corato parla di strumentalizzazioni e la Lega ribadisce: «Il Cie non è un lager». No, assolutamente non è un Lager, è un Hotel a 5 stelle.
26 dicembre 2009: [MILANO] Un “viado” brasiliano di 34 anni, S.C., bloccato perché irregolare, si trovava da alcuni giorni nel centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, si e’ impiccato con un lenzuolo annodato alle sbarre della cella in cui si trovava, nel giorno di Natale. Un altro detenuto si e’ accorto di lui nel primo pomeriggio di ieri ed ha allertato gli agenti di guardia al centro.
25 dicembre 2009: [BRINDISI] Nuovo tentativo di fuga la scorsa notte nel Centro di identificazione ed espulsione di Restinco, alle porte di Brindisi. Una decina di nordafricani ha tentato di scappare dalla struttura. Gli immigrati sono stati pero’ bloccati dalle forze di polizia. Non ci sono stati feriti. Il 9 novembre scorso furono una cinquantina gli immigrati che tentarono la fuga: in quella circostanza una decina di loro, dopo scontri con polizia e carabinieri, riusci’ a dileguarsi. (ANSA)
24 dicembre 2009: [PONTE GALERIA] Attualmente sono “ospitate“ 263 persone, 151 uomini e 112 donne. Soprattutto fra gli uomini, la presenza e’ in deciso aumento, al punto che il settore maschile e’ quasi pieno. ”Le norme in tema di immigrazione - ha detto Marroni - A causa della lentezza delle identificazioni, non e’ piu’ una eventualita’ ma una certezza la possibilita’, per gli ospiti, di trascorrere sei mesi nel Centro. A questo, a Ponte Galeria, si aggiunge anche la criticita’ delle condizioni di permanenza aggravata, negli ultimi giorni, dall’interruzione della collaborazione tra Croce Rossa e Asl sull’assistenza sanitaria. A Ponte Galeria tutto sara’ fuorche’ un bel Natale”.
24 dicembre 2009:[GRADISCA ] Piu’ uomini per mettere in sicurezza il sistema di vigilanza e la struttura del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia): a chiederli, in un’interrogazione al Ministro dell’Interno, presentata oggi, e’ il senatore Ferruccio Saro (Pdl) (ANSA).
23 dicembre 2009: [PONTE GALERIA] Il riscaldamento ancora non va, l’acqua calda non esce, continuano i tentativi di suicidio e autolesionismo. Un giovane “ospite” del Cie di Ponte Galeria racconta che un suo compagno ha provato a darsi fuoco per protesta, nell’infermeria del Centro. Quest’uomo è sbarcato da poco in Italia, ha una mano paralizzata a causa di una operazione malriuscita fatta nel suo paese. Stava chiedendo al responsabile sanitario del Centro se era possibile farsi curare in Italia, ricevendone in cambio, più o meno, questa cortese risposta: “non ce ne frega niente della tua mano, è un un problema vecchio, vai da Berlusconi e fatti aiutare da lui”. Per fortuna il fuoco è rimasto circoscritto al petto, causando pochi danni. (Macerie)
22 dicembre 2009: In Italia la vita di un immigrato in attesa del permesso di soggiorno è paragonabile a quella di una persona reclusa». È quanto afferma Gaoussou Ouattarà, membro della Giunta di segreteria di Radicali Italiani, che domenica 13 dicembre ha cominciato uno sciopero della fame chiedendo il rispetto della legalità in materia di riconoscimento dei titoli di soggiorno. Egli spiega che «a seconda dei momenti, noi immigrati siamo effettivamente imprigionati nei Cie o in libertà vigilata, in balia della possibile revoca del permesso di soggiorno o della sua non ottenibilità. Da qualche mese, poi, pende su di noi anche il reato di immigrazione clandestina. (l’Unità)
18 dicembre 2009: [ ROMA] Si interrompe la collaborazione tra Croce Rossa Italiana e Asl Roma D che, fino ad aggi, aveva garantito l’erogazione delle prescrizioni sanitarie alle decine di ospiti immigrati del Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria. Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo cui, alla base dell’interruzione della collaborazione ci sarebbe anche la presa d’atto, da parte della Asl, di una nota della Prefettura di Roma del maggio scorso secondo cui i C.I.E.ndevono essere considerati ”aree operative riservate” all’interno delle quali possono prestare servizio esclusivamente ”personale amministrativo, sanitario e tecnico dell’Amministrazione dell’Interno”. ”La gravita’ della decisione - ha detto Marroni - sta tutta nel fatto che essa mette concretamente a rischio la salute degli ospiti del C.I.E., ora costretti ad essere accompagnati all’esterno per poter ottenere le prescrizioni mediche necessarie. Cosa tutt’altro che semplice data la situazione giuridica degli immigrati, trattenuti nel Centro e impossibilitati ad entrare ed uscire liberamente. Inoltre, tutto cio’ comportera’ un inutile spreco di risorse umane ed economiche per garantire queste trasferte; soldi che potevano, ad esempio, essere impegnate per migliorare le condizioni di vita all’interno del Centro”. (ASCA)
16 dicembre 2009: [CIE BARI] Nuova rivolta, ieri pomeriggio, dentro al Cie di Bari-Palese. Sembra che tutto sia nato dalla colluttazione tra le guardie e un recluso del modulo 6. I suoi compagni hanno reagito bruciando alcuni materassi e spaccando i vetri della struttura. In realtà è dall’altro ieri che la tensione al 6 si è rialzata: i reclusi degli altri moduli avevano sentito urla e casino provenire da lì e da allora tutti i moduli sono isolati e i pasti vengono serviti tra le sbarre. (Macerie)
24 dicembre 2009:[GRADISCA ] Piu’ uomini per mettere in sicurezza il sistema di vigilanza e la struttura del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia): a chiederli, in un’interrogazione al Ministro dell’Interno, presentata oggi, e’ il senatore Ferruccio Saro (Pdl) (ANSA).
23 dicembre 2009: [PONTE GALERIA] Il riscaldamento ancora non va, l’acqua calda non esce, continuano i tentativi di suicidio e autolesionismo. Un giovane “ospite” del Cie di Ponte Galeria racconta che un suo compagno ha provato a darsi fuoco per protesta, nell’infermeria del Centro. Quest’uomo è sbarcato da poco in Italia, ha una mano paralizzata a causa di una operazione malriuscita fatta nel suo paese. Stava chiedendo al responsabile sanitario del Centro se era possibile farsi curare in Italia, ricevendone in cambio, più o meno, questa cortese risposta: “non ce ne frega niente della tua mano, è un un problema vecchio, vai da Berlusconi e fatti aiutare da lui”. Per fortuna il fuoco è rimasto circoscritto al petto, causando pochi danni. (Macerie)
22 dicembre 2009: In Italia la vita di un immigrato in attesa del permesso di soggiorno è paragonabile a quella di una persona reclusa». È quanto afferma Gaoussou Ouattarà, membro della Giunta di segreteria di Radicali Italiani, che domenica 13 dicembre ha cominciato uno sciopero della fame chiedendo il rispetto della legalità in materia di riconoscimento dei titoli di soggiorno. Egli spiega che «a seconda dei momenti, noi immigrati siamo effettivamente imprigionati nei Cie o in libertà vigilata, in balia della possibile revoca del permesso di soggiorno o della sua non ottenibilità. Da qualche mese, poi, pende su di noi anche il reato di immigrazione clandestina. (l’Unità)
18 dicembre 2009: [ ROMA] Si interrompe la collaborazione tra Croce Rossa Italiana e Asl Roma D che, fino ad aggi, aveva garantito l’erogazione delle prescrizioni sanitarie alle decine di ospiti immigrati del Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria. Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo cui, alla base dell’interruzione della collaborazione ci sarebbe anche la presa d’atto, da parte della Asl, di una nota della Prefettura di Roma del maggio scorso secondo cui i C.I.E.ndevono essere considerati ”aree operative riservate” all’interno delle quali possono prestare servizio esclusivamente ”personale amministrativo, sanitario e tecnico dell’Amministrazione dell’Interno”. ”La gravita’ della decisione - ha detto Marroni - sta tutta nel fatto che essa mette concretamente a rischio la salute degli ospiti del C.I.E., ora costretti ad essere accompagnati all’esterno per poter ottenere le prescrizioni mediche necessarie. Cosa tutt’altro che semplice data la situazione giuridica degli immigrati, trattenuti nel Centro e impossibilitati ad entrare ed uscire liberamente. Inoltre, tutto cio’ comportera’ un inutile spreco di risorse umane ed economiche per garantire queste trasferte; soldi che potevano, ad esempio, essere impegnate per migliorare le condizioni di vita all’interno del Centro”. (ASCA)
16 dicembre 2009: [CIE BARI] Nuova rivolta, ieri pomeriggio, dentro al Cie di Bari-Palese. Sembra che tutto sia nato dalla colluttazione tra le guardie e un recluso del modulo 6. I suoi compagni hanno reagito bruciando alcuni materassi e spaccando i vetri della struttura. In realtà è dall’altro ieri che la tensione al 6 si è rialzata: i reclusi degli altri moduli avevano sentito urla e casino provenire da lì e da allora tutti i moduli sono isolati e i pasti vengono serviti tra le sbarre. (Macerie)
15 dicembre 2009: [CIE MILANO] Siglato il primo decreto di trattenimento al Cie, centri identificazione ed espulsione, a carico di Adrian Vaduva, 19 anni, romeno e quindi comunitario, residente a Mortara, Comune in provincia di Pavia a governo Lega Nord. Il questore di Pavia, Paolo Di Fonzo, ha firmato il decreto perchè ha ritenuto il rumeno “una minaccia concreta ed attuale alla pubblica sicurezza, nonchè sull’integrazione culturale e sociale dello stesso e del suo nucleo familiare”. Vaduva è ora al Cie di via Corelli a Milano. E’ il primo caso in cui la segnalazione parte dal primo cittadino, il sindaco Roberto Robecchi che ha inviato il fascicolo al prefetto di Pavia, Ferdinando Buffoni. “Desidero complimentarmi con l’amministrazione comunale - ha dichiarato il segretario provinciale di Lega Nord, il Senatore Roberto Mura - per la sinergia e la collaborazione che è riuscita ad instaurare con tutte le forze dell’ordine del territorio, in particolare con il sindaco Robecchi, con l’assessore alla sicurezza Elio Pecchenino e con in comandante della Polizia Locale, Davide Curti. Un risultato di questa entità è stato possibile solo grazie all’applicazione degli strumenti che il nostro Ministro Roberto Maroni è riuscito a fornire a tutti gli amministratori”.(Apcom)
12 dicembre 2009: [CIE TORINO] Mustafà è recluso da cinque mesi nel Cie di Torino. Da una settimana è in sciopero della fame, perché pensa di aver passato già abbastanza tempo in corso Brunelleschi. Ma teme che la Questura possa chiedere il rinnovo della suo trattenimento, e che un Giudice di Pace possa convalidarlo.
11 dicembre 2009: [CIE MODENA] Una rivolta di immigrati irregolari è stata sedata oggi al Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di via Lamarmora a Modena. Una Volante della polizia ha bloccato cinque maghrebini che avevano tentato la fuga dopo aver dato in escandescenze per non aver potuto utilizzare i telefoni cellulari nella struttura. Anche i carabinieri sono accorsi al Cie. Gli stranieri minacciavano di dare foco ai materassi per il mancato permesso di usare i telefoni. Due nordafricani sono stati arrestati e altri due già trasferiti al Cie di Bologna. (il sole 24 ore)
9 dicembre 2009: [CIE PONTE GALERIA]“Abbiamo visto una situazione che è certamente fuori dalla Costituzione. Non viene garantita alcuna delle minime leggi fondamentali del diritto in vigore in tutto il mondo democratico”. Così a CNRmedia Furio Colombo, deputato del Partito Democratico, al termine della visita al Cie di Ponte Galeria a Roma nell’ambito dell’iniziativa lanciata dai radicali “Ponte dell’Immacolata nei centri per immigrati”. “Ci sono persone di cittadinanza italiana come i rom - prosegue Colombo. - Abbiamo incontrato una decina di giovani mamme, giovani donne italiane con bambini piccoli, fermate perché senza documenti. Abbiamo scoperto che l’80% delle persone detenute a Ponte Galeria non ha commesso reati, sono soltanto clandestini, ovvero colpevoli di qualcosa che è stato inventato alcuni mesi fa”. Sulla situazione sanitaria all’interno del centro afferma: “I medici hanno dotazioni di medicinali negli armadietti, finite le quali provvedono a volte nei casi più gravi da soli. Passano in farmacia prima di andare in ambulatorio perché nessuna Asl è convenzionata con il campo di ponte Galeria. I diabetici potrebbero morire se non ci fossero medici che provvedono con gli espedienti estrosi con cui si provvede nei campi di battaglia, ma siamo a Roma. Questo - conclude - perché le colpe sono ben distribuite: la Regione Lazio ha interrotto la convenzione con il centro e non fornisce più alcuna prestazione sanitaria”. (CNRmedia)
9 dicembre 2009: [CIE PONTE GALERIA] Problematiche sanitarie, soltanto uno psicologo, un mediatore linguistico culturale e una sola assistenza legale per 257 ospiti, 111 donne e 146 uomini. E ancora riscaldamenti rotti e assenza di acqua calda. E’ quanto e’ emerso da una vista nel centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria da parte del segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini e dei parlamentari del Pd Furio Colombo e Francesco Ferrante. La visita e’ stata fatta nel pomeriggio nell’ambito dell’iniziativa nazionale ‘Ponte dell’Immacolata nei Centri per immigrati’. ‘La maggior parte delle persone stanno qui- spiega Staderini - non perche’ hanno commesso reati ma perche’ non hanno il permesso di soggiorno. Ci sono inoltre problematiche sanitarie, non per demerito di chi lavora qui ma per l’interruzione dell’accordo con le Asl che rallenta l’assistenza sanitaria. C’e’ una generale poca attenzione alla fornitura di assistenza. Infatti c’e’ un solo psicologo, un solo mediatore linguistico-culturale e una sola assistenza legale. Molte persone, inoltre, rimangono qui non per pochi giorni ma per due, tre o addirittura 5 mesi’. ‘Raccoglieremo tutti i dati che abbiamo - aggiunge Staderini - per fare una valutazione delle esigenze piu’ importanti che riguardano l’assistenza e la fornitura di servizi, l’aspetto sanitario, il lavoro, l’informazione e l’assistenza legale per migliorare la qualita’ di vita nel centro’. (immigrazione Aduc)
9 dicembre 2009: [CIE CALTANISSETTA] La Digos di Caltanissetta ha denunciato per devastazione, rogo e danneggiamento aggravato 21 extracomunitari ritenuti responsabili dell’incendio appiccato al Centro di identificazione e espulsione di Pian del Lago nella notte tra il 13 e il 14 novembre scorsi. Le fiamme provocarono ingenti danni al centro rendendo inagibili tre padiglioni. La mattina successiva tutti gli ospiti furono trasferiti da Caltanissetta nei Cie di Lamezia Terme, Crotone, Bologna, Gorizia e Modena, tramite voli charter in partenza da Catania organizzati dal Dipartimento della pubblica sicurezza. Gli extracomunitari denunciati, secondo la ricostruzione della polizia, erano in attesa del riconoscimento da parte dei consolati e della successiva espulsione coatta dal territorio nazionale. (siciliainformazion)
9 dicembre 2009: [VISITA PARLAMENTARE AL CIE]“Abbiamo visto una situazione che è certamente fuori dalla Costituzione. Non viene garantita alcuna delle minime leggi fondamentali del diritto in vigore in tutto il mondo democratico”. Così a CNRmedia Furio Colombo, deputato del Partito Democratico, al termine della visita al Cie di Ponte Galeria a Roma nell’ambito dell’iniziativa lanciata dai radicali “Ponte dell’Immacolata nei centri per immigrati”. “Ci sono persone di cittadinanza italiana come i rom - prosegue Colombo. - Abbiamo incontrato una decina di giovani mamme, giovani donne italiane con bambini piccoli, fermate perché senza documenti. Abbiamo scoperto che l’80% delle persone detenute a Ponte Galeria non ha commesso reati, sono soltanto clandestini, ovvero colpevoli di qualcosa che è stato inventato alcuni mesi fa”. Sulla situazione sanitaria all’interno del centro afferma: “I medici hanno dotazioni di medicinali negli armadietti, finite le quali provvedono a volte nei casi più gravi da soli. Passano in farmacia prima di andare in ambulatorio perché nessuna Asl è convenzionata con il campo di ponte Galeria. I diabetici potrebbero morire se non ci fossero medici che provvedono con gli espedienti estrosi con cui si provvede nei campi di battaglia, ma siamo a Roma. Questo - conclude - perché le colpe sono ben distribuite: la Regione Lazio ha interrotto la convenzione con il centro e non fornisce più alcuna prestazione sanitaria”. (CNRmedia)
9 dicembre 2009: [VISITA PARLAMENTARE AL CIE] Problematiche sanitarie, soltanto uno psicologo, un mediatore linguistico culturale e una sola assistenza legale per 257 ospiti, 111 donne e 146 uomini. E ancora riscaldamenti rotti e assenza di acqua calda. E’ quanto e’ emerso da una vista nel centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria da parte del segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini e dei parlamentari del Pd Furio Colombo e Francesco Ferrante. La visita e’ stata fatta nel pomeriggio nell’ambito dell’iniziativa nazionale ‘Ponte dell’Immacolata nei Centri per immigrati’. ‘La maggior parte delle persone stanno qui- spiega Staderini - non perche’ hanno commesso reati ma perche’ non hanno il permesso di soggiorno. Ci sono inoltre problematiche sanitarie, non per demerito di chi lavora qui ma per l’interruzione dell’accordo con le Asl che rallenta l’assistenza sanitaria. C’e’ una generale poca attenzione alla fornitura di assistenza. Infatti c’e’ un solo psicologo, un solo mediatore linguistico-culturale e una sola assistenza legale. Molte persone, inoltre, rimangono qui non per pochi giorni ma per due, tre o addirittura 5 mesi’. ‘Raccoglieremo tutti i dati che abbiamo - aggiunge Staderini - per fare una valutazione delle esigenze piu’ importanti che riguardano l’assistenza e la fornitura di servizi, l’aspetto sanitario, il lavoro, l’informazione e l’assistenza legale per migliorare la qualita’ di vita nel centro’. (immigrazione Aduc)
9 dicembre 2009: [CIE CALTANISSETTA] La Digos di Caltanissetta ha denunciato per devastazione, rogo e danneggiamento aggravato 21 extracomunitari ritenuti responsabili dell’incendio appiccato al Centro di identificazione e espulsione di Pian del Lago nella notte tra il 13 e il 14 novembre scorsi. Le fiamme provocarono ingenti danni al centro rendendo inagibili tre padiglioni. La mattina successiva tutti gli ospiti furono trasferiti da Caltanissetta nei Cie di Lamezia Terme, Crotone, Bologna, Gorizia e Modena, tramite voli charter in partenza da Catania organizzati dal Dipartimento della pubblica sicurezza. Gli extracomunitari denunciati, secondo la ricostruzione della polizia, erano in attesa del riconoscimento da parte dei consolati e della successiva espulsione coatta dal territorio nazionale. (siciliainformazion)
8 novembre 2009: Prosegue la visita ispettiva dei Radicali, un viaggio tra le sbarre e nel dolore di chi è fuggito da guerre e carestie. PONTE GALERIA, “LAGER DEI NOSTRI TEMPI” - Nel Lazio, nel pomeriggio dell’8 dicembre Furio Colombo (deputato Pd), Francesco Ferrante (senatore Pd) e il segretario dei Radicali italiani Mario Staderini, entreranno nel Cie di Ponte Galeria. Il centro, gestito dalla Prefettura di Roma e affidato alla Croce Rossa Italiana, accoglie attualmente 300 immigrati. «È un lager dei nostri tempi – accusa la radicale Bernardini, eletta alla Camera nelle liste del Pd - La stragrande maggioranza –. Il sovraffollamento, la mancanza del personale e le nuove norme in tema di immigrazione hanno portato la Bernardini a presentare un’interrogazione urgente al Presidente del Consiglio, al ministro dell’Interno e al ministro delle Politiche Sociali «per sapere se all’interno di questa struttura siano garantiti i diritti fondamentali della persona». (corrieredellasera.it)
7 dicembre 2009: [PD + PDL ] Non è un lager, almeno non quello di Modena. E se gli altri lo sono, allora è bene intervenire perché sia sanata la faccenda, non chiudendo queste strutture. E’ questo quello che si può ricavare dalla visita dei parlamentari del PD modenesi al CIE gestito dalla Misericordia nella nostra città. Purtroppo nessuno può dire che togliere ad un individuo la libertà di circolare sia qualcosa di auspicabile, però chi propone di chiudere questi centri di identificazione ed espulsione, come una certa sinistra sostiene, non dice come fare. E chi poi dice che dentro questi centri bisogna che si rimanga il meno possibile, dice una grande verità, ma non fa i conti con le difficoltà di chi deve identificare con certezza queste persone, che – non dimentichiamolo – in molti casi sono lì proprio perché non vogliono farsi identificare. Sono lieto quindi che – per ultimi – i rappresentanti in parlamento del PD locale abbiano visto che c’è la possibilità di trattare in maniera umana anche le persone ospitate in un CIE, e che l’immagine che spesso è stata trasmessa alla gente, non corrisponde al vero. Peccato che nel frattempo chi gestisce queste strutture sia stato oggetto di minacce e attacchi. Anche grazie a chi non ha fatto nulla affinchè il clima fosse meno aspro. (Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL – pubblicato da bologna 2000) [Internare persone senza nessun motivo non è certo da applaudire. I luoghi comuni sono molti, come c’è molta ignoranza intorno alla gestione dell’immigrazione da parte dei politici locali. Sono Lager punto e basta. Chi ascolta, come me, le sofferenze dei migranti reclusi all’interno dei centri può capire che non è semplice questione di un documento non presentato.]
6 dicembre 2009: [CIE MODENA] I parlamentari Giuliano Barbolini e Pierluigi Castagnetti, in mattinata, hanno visitato il Centro per l’identificazione e l’espulsione di Modena in via Lamarmora. (…) “Si tratta di un’umanità in travaglio, ognuno ha una propria storia, spesso anche dolorosa – ci ha detto all’uscita il senatore Barbolini – al di là di questo, però, ci sembra di poter dire che le condizioni generali di funzionamento della struttura modenese siano rispettose della dignità delle persone”. (viaemilianet.it)
5 dicembre 2009: [CIE BOLOGNA]S.(nn faccio il suo nome) fugge dal suo Paese per aver partecipato alle rivoluzioni studentesche. Suo marito in Costa D’avorio si occupa di politica. S. in quelle occasioni fu arrestata e violentata dai poliziotti in casa sua e in carcere. Per questo motivo alla prima occasione S. è scappata dall’Africa per raggiungere l’Italia e chiedere lo status di rifugiato. Ma non le è stato concesso anzi, è finita nel Cie di Bologna. Violentata due volte.
5 dicembre 2009: [ISPEZIONE CIE] “In previsione della visita ispettiva di massa che si svolgera’, in occasione del Ponte dell’Immacolata, presso tutti i Centri di Identificazione ed Espulsione, i Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo e i Centri di Accoglienza per immigrati sparsi sul territorio nazionale, stanno già pervenendo i primi questionari compilati, nella parte di loro competenza, dai responsabili preposti alla loro amministrazione e gestione”. Ad affermarlo è Rita Bernardini, deputato radicale eletta nelle liste del PD, membro della Commissione Giustizia della Camera, che aggiunge: “Tra questi si segnala -a causa dei dati particolarmente allarmanti in esso contenuti- quello relativo al CIE di Ponte Galeria gestito dalla Prefettura di Roma, struttura che attualmente contiene 300 immigrati. 229 dei quali colpevoli di essere stati trovati privi del permesso di soggiorno, situazione che secondo le stime della CGIL riguarda circa un milione di stranieri presenti sul nostro territorio. Tra gli stranieri trattenuti nella struttura romana, 200 risultano essere tossicodipendenti (di cui 80 sottoposti a trattamento metadonico), 10 sieropositivi, 4 tubercolotici e 30 affetti da altre patologie infettive. Per questa umanità sofferente di 300 persone, private di tutto, ristrette in un Centro che e’ peggio di una galera, c’e’ un solo mediatore linguistico culturale, un solo psicologo, un solo assistente sociale e nessun assistente legale. Il sovraffollamento, la mancanza del personale e gli effetti che le nuove norme in tema di immigrazione stanno creando, soprattutto quella che prevede, anche retroattivamente, un periodo mas¬simo di permanenza nel CIE di 180 giorni, stanno trasformando il Centro di Ponte Galeria in un vero e proprio lager dei nostri tempi”. (asca)
5 dicembre 2009: [CIE CALTANISSETTA]La polizia ha arrestato un nigeriano, Chuks Nelson, 22 anni, perché colto in flagrante mentre tentava di incendiare alcune coperte e un materasso del suo letto all’interno del Centro di accoglienza per extracomunitari di Pian del lago (Cl). Il giovane ieri notte, secondo la versione dei poliziotti, avrebbe pianificato un tentativo di rivolta. Sono stati altri extracomunitari dello stesso padiglione ad avvertire la polizia in servizio dentro la struttura. Gli agenti hanno spento le fiamme con un estintore. Nelson aveva chiesto asilo politico. Il 29 ottobre era stato arrestato sempre dalla polizia perché aveva rapinato un giovane del telefono cellulare. Per quell’episodio era stato sottoposto all’obbligo di dimora a Caltanissetta e, dopo la scarcerazione, aveva ripreso a domiciliare al Centro di Pian del Lago.(sicilia informazioni)
9 dicembre 2009: [CIE PONTE GALERIA]“Abbiamo visto una situazione che è certamente fuori dalla Costituzione. Non viene garantita alcuna delle minime leggi fondamentali del diritto in vigore in tutto il mondo democratico”. Così a CNRmedia Furio Colombo, deputato del Partito Democratico, al termine della visita al Cie di Ponte Galeria a Roma nell’ambito dell’iniziativa lanciata dai radicali “Ponte dell’Immacolata nei centri per immigrati”. “Ci sono persone di cittadinanza italiana come i rom - prosegue Colombo. - Abbiamo incontrato una decina di giovani mamme, giovani donne italiane con bambini piccoli, fermate perché senza documenti. Abbiamo scoperto che l’80% delle persone detenute a Ponte Galeria non ha commesso reati, sono soltanto clandestini, ovvero colpevoli di qualcosa che è stato inventato alcuni mesi fa”. Sulla situazione sanitaria all’interno del centro afferma: “I medici hanno dotazioni di medicinali negli armadietti, finite le quali provvedono a volte nei casi più gravi da soli. Passano in farmacia prima di andare in ambulatorio perché nessuna Asl è convenzionata con il campo di ponte Galeria. I diabetici potrebbero morire se non ci fossero medici che provvedono con gli espedienti estrosi con cui si provvede nei campi di battaglia, ma siamo a Roma. Questo - conclude - perché le colpe sono ben distribuite: la Regione Lazio ha interrotto la convenzione con il centro e non fornisce più alcuna prestazione sanitaria”. (CNRmedia)
9 dicembre 2009: [CIE PONTE GALERIA] Problematiche sanitarie, soltanto uno psicologo, un mediatore linguistico culturale e una sola assistenza legale per 257 ospiti, 111 donne e 146 uomini. E ancora riscaldamenti rotti e assenza di acqua calda. E’ quanto e’ emerso da una vista nel centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria da parte del segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini e dei parlamentari del Pd Furio Colombo e Francesco Ferrante. La visita e’ stata fatta nel pomeriggio nell’ambito dell’iniziativa nazionale ‘Ponte dell’Immacolata nei Centri per immigrati’. ‘La maggior parte delle persone stanno qui- spiega Staderini - non perche’ hanno commesso reati ma perche’ non hanno il permesso di soggiorno. Ci sono inoltre problematiche sanitarie, non per demerito di chi lavora qui ma per l’interruzione dell’accordo con le Asl che rallenta l’assistenza sanitaria. C’e’ una generale poca attenzione alla fornitura di assistenza. Infatti c’e’ un solo psicologo, un solo mediatore linguistico-culturale e una sola assistenza legale. Molte persone, inoltre, rimangono qui non per pochi giorni ma per due, tre o addirittura 5 mesi’. ‘Raccoglieremo tutti i dati che abbiamo - aggiunge Staderini - per fare una valutazione delle esigenze piu’ importanti che riguardano l’assistenza e la fornitura di servizi, l’aspetto sanitario, il lavoro, l’informazione e l’assistenza legale per migliorare la qualita’ di vita nel centro’. (immigrazione Aduc)
9 dicembre 2009: [CIE CALTANISSETTA] La Digos di Caltanissetta ha denunciato per devastazione, rogo e danneggiamento aggravato 21 extracomunitari ritenuti responsabili dell’incendio appiccato al Centro di identificazione e espulsione di Pian del Lago nella notte tra il 13 e il 14 novembre scorsi. Le fiamme provocarono ingenti danni al centro rendendo inagibili tre padiglioni. La mattina successiva tutti gli ospiti furono trasferiti da Caltanissetta nei Cie di Lamezia Terme, Crotone, Bologna, Gorizia e Modena, tramite voli charter in partenza da Catania organizzati dal Dipartimento della pubblica sicurezza. Gli extracomunitari denunciati, secondo la ricostruzione della polizia, erano in attesa del riconoscimento da parte dei consolati e della successiva espulsione coatta dal territorio nazionale. (siciliainformazion)
9 dicembre 2009: [VISITA PARLAMENTARE AL CIE]“Abbiamo visto una situazione che è certamente fuori dalla Costituzione. Non viene garantita alcuna delle minime leggi fondamentali del diritto in vigore in tutto il mondo democratico”. Così a CNRmedia Furio Colombo, deputato del Partito Democratico, al termine della visita al Cie di Ponte Galeria a Roma nell’ambito dell’iniziativa lanciata dai radicali “Ponte dell’Immacolata nei centri per immigrati”. “Ci sono persone di cittadinanza italiana come i rom - prosegue Colombo. - Abbiamo incontrato una decina di giovani mamme, giovani donne italiane con bambini piccoli, fermate perché senza documenti. Abbiamo scoperto che l’80% delle persone detenute a Ponte Galeria non ha commesso reati, sono soltanto clandestini, ovvero colpevoli di qualcosa che è stato inventato alcuni mesi fa”. Sulla situazione sanitaria all’interno del centro afferma: “I medici hanno dotazioni di medicinali negli armadietti, finite le quali provvedono a volte nei casi più gravi da soli. Passano in farmacia prima di andare in ambulatorio perché nessuna Asl è convenzionata con il campo di ponte Galeria. I diabetici potrebbero morire se non ci fossero medici che provvedono con gli espedienti estrosi con cui si provvede nei campi di battaglia, ma siamo a Roma. Questo - conclude - perché le colpe sono ben distribuite: la Regione Lazio ha interrotto la convenzione con il centro e non fornisce più alcuna prestazione sanitaria”. (CNRmedia)
9 dicembre 2009: [VISITA PARLAMENTARE AL CIE] Problematiche sanitarie, soltanto uno psicologo, un mediatore linguistico culturale e una sola assistenza legale per 257 ospiti, 111 donne e 146 uomini. E ancora riscaldamenti rotti e assenza di acqua calda. E’ quanto e’ emerso da una vista nel centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria da parte del segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini e dei parlamentari del Pd Furio Colombo e Francesco Ferrante. La visita e’ stata fatta nel pomeriggio nell’ambito dell’iniziativa nazionale ‘Ponte dell’Immacolata nei Centri per immigrati’. ‘La maggior parte delle persone stanno qui- spiega Staderini - non perche’ hanno commesso reati ma perche’ non hanno il permesso di soggiorno. Ci sono inoltre problematiche sanitarie, non per demerito di chi lavora qui ma per l’interruzione dell’accordo con le Asl che rallenta l’assistenza sanitaria. C’e’ una generale poca attenzione alla fornitura di assistenza. Infatti c’e’ un solo psicologo, un solo mediatore linguistico-culturale e una sola assistenza legale. Molte persone, inoltre, rimangono qui non per pochi giorni ma per due, tre o addirittura 5 mesi’. ‘Raccoglieremo tutti i dati che abbiamo - aggiunge Staderini - per fare una valutazione delle esigenze piu’ importanti che riguardano l’assistenza e la fornitura di servizi, l’aspetto sanitario, il lavoro, l’informazione e l’assistenza legale per migliorare la qualita’ di vita nel centro’. (immigrazione Aduc)
9 dicembre 2009: [CIE CALTANISSETTA] La Digos di Caltanissetta ha denunciato per devastazione, rogo e danneggiamento aggravato 21 extracomunitari ritenuti responsabili dell’incendio appiccato al Centro di identificazione e espulsione di Pian del Lago nella notte tra il 13 e il 14 novembre scorsi. Le fiamme provocarono ingenti danni al centro rendendo inagibili tre padiglioni. La mattina successiva tutti gli ospiti furono trasferiti da Caltanissetta nei Cie di Lamezia Terme, Crotone, Bologna, Gorizia e Modena, tramite voli charter in partenza da Catania organizzati dal Dipartimento della pubblica sicurezza. Gli extracomunitari denunciati, secondo la ricostruzione della polizia, erano in attesa del riconoscimento da parte dei consolati e della successiva espulsione coatta dal territorio nazionale. (siciliainformazion)
8 novembre 2009: Prosegue la visita ispettiva dei Radicali, un viaggio tra le sbarre e nel dolore di chi è fuggito da guerre e carestie. PONTE GALERIA, “LAGER DEI NOSTRI TEMPI” - Nel Lazio, nel pomeriggio dell’8 dicembre Furio Colombo (deputato Pd), Francesco Ferrante (senatore Pd) e il segretario dei Radicali italiani Mario Staderini, entreranno nel Cie di Ponte Galeria. Il centro, gestito dalla Prefettura di Roma e affidato alla Croce Rossa Italiana, accoglie attualmente 300 immigrati. «È un lager dei nostri tempi – accusa la radicale Bernardini, eletta alla Camera nelle liste del Pd - La stragrande maggioranza –. Il sovraffollamento, la mancanza del personale e le nuove norme in tema di immigrazione hanno portato la Bernardini a presentare un’interrogazione urgente al Presidente del Consiglio, al ministro dell’Interno e al ministro delle Politiche Sociali «per sapere se all’interno di questa struttura siano garantiti i diritti fondamentali della persona». (corrieredellasera.it)
7 dicembre 2009: [PD + PDL ] Non è un lager, almeno non quello di Modena. E se gli altri lo sono, allora è bene intervenire perché sia sanata la faccenda, non chiudendo queste strutture. E’ questo quello che si può ricavare dalla visita dei parlamentari del PD modenesi al CIE gestito dalla Misericordia nella nostra città. Purtroppo nessuno può dire che togliere ad un individuo la libertà di circolare sia qualcosa di auspicabile, però chi propone di chiudere questi centri di identificazione ed espulsione, come una certa sinistra sostiene, non dice come fare. E chi poi dice che dentro questi centri bisogna che si rimanga il meno possibile, dice una grande verità, ma non fa i conti con le difficoltà di chi deve identificare con certezza queste persone, che – non dimentichiamolo – in molti casi sono lì proprio perché non vogliono farsi identificare. Sono lieto quindi che – per ultimi – i rappresentanti in parlamento del PD locale abbiano visto che c’è la possibilità di trattare in maniera umana anche le persone ospitate in un CIE, e che l’immagine che spesso è stata trasmessa alla gente, non corrisponde al vero. Peccato che nel frattempo chi gestisce queste strutture sia stato oggetto di minacce e attacchi. Anche grazie a chi non ha fatto nulla affinchè il clima fosse meno aspro. (Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL – pubblicato da bologna 2000) [Internare persone senza nessun motivo non è certo da applaudire. I luoghi comuni sono molti, come c’è molta ignoranza intorno alla gestione dell’immigrazione da parte dei politici locali. Sono Lager punto e basta. Chi ascolta, come me, le sofferenze dei migranti reclusi all’interno dei centri può capire che non è semplice questione di un documento non presentato.]
6 dicembre 2009: [CIE MODENA] I parlamentari Giuliano Barbolini e Pierluigi Castagnetti, in mattinata, hanno visitato il Centro per l’identificazione e l’espulsione di Modena in via Lamarmora. (…) “Si tratta di un’umanità in travaglio, ognuno ha una propria storia, spesso anche dolorosa – ci ha detto all’uscita il senatore Barbolini – al di là di questo, però, ci sembra di poter dire che le condizioni generali di funzionamento della struttura modenese siano rispettose della dignità delle persone”. (viaemilianet.it)
5 dicembre 2009: [CIE BOLOGNA]S.(nn faccio il suo nome) fugge dal suo Paese per aver partecipato alle rivoluzioni studentesche. Suo marito in Costa D’avorio si occupa di politica. S. in quelle occasioni fu arrestata e violentata dai poliziotti in casa sua e in carcere. Per questo motivo alla prima occasione S. è scappata dall’Africa per raggiungere l’Italia e chiedere lo status di rifugiato. Ma non le è stato concesso anzi, è finita nel Cie di Bologna. Violentata due volte.
5 dicembre 2009: [ISPEZIONE CIE] “In previsione della visita ispettiva di massa che si svolgera’, in occasione del Ponte dell’Immacolata, presso tutti i Centri di Identificazione ed Espulsione, i Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo e i Centri di Accoglienza per immigrati sparsi sul territorio nazionale, stanno già pervenendo i primi questionari compilati, nella parte di loro competenza, dai responsabili preposti alla loro amministrazione e gestione”. Ad affermarlo è Rita Bernardini, deputato radicale eletta nelle liste del PD, membro della Commissione Giustizia della Camera, che aggiunge: “Tra questi si segnala -a causa dei dati particolarmente allarmanti in esso contenuti- quello relativo al CIE di Ponte Galeria gestito dalla Prefettura di Roma, struttura che attualmente contiene 300 immigrati. 229 dei quali colpevoli di essere stati trovati privi del permesso di soggiorno, situazione che secondo le stime della CGIL riguarda circa un milione di stranieri presenti sul nostro territorio. Tra gli stranieri trattenuti nella struttura romana, 200 risultano essere tossicodipendenti (di cui 80 sottoposti a trattamento metadonico), 10 sieropositivi, 4 tubercolotici e 30 affetti da altre patologie infettive. Per questa umanità sofferente di 300 persone, private di tutto, ristrette in un Centro che e’ peggio di una galera, c’e’ un solo mediatore linguistico culturale, un solo psicologo, un solo assistente sociale e nessun assistente legale. Il sovraffollamento, la mancanza del personale e gli effetti che le nuove norme in tema di immigrazione stanno creando, soprattutto quella che prevede, anche retroattivamente, un periodo mas¬simo di permanenza nel CIE di 180 giorni, stanno trasformando il Centro di Ponte Galeria in un vero e proprio lager dei nostri tempi”. (asca)
5 dicembre 2009: [CIE CALTANISSETTA]La polizia ha arrestato un nigeriano, Chuks Nelson, 22 anni, perché colto in flagrante mentre tentava di incendiare alcune coperte e un materasso del suo letto all’interno del Centro di accoglienza per extracomunitari di Pian del lago (Cl). Il giovane ieri notte, secondo la versione dei poliziotti, avrebbe pianificato un tentativo di rivolta. Sono stati altri extracomunitari dello stesso padiglione ad avvertire la polizia in servizio dentro la struttura. Gli agenti hanno spento le fiamme con un estintore. Nelson aveva chiesto asilo politico. Il 29 ottobre era stato arrestato sempre dalla polizia perché aveva rapinato un giovane del telefono cellulare. Per quell’episodio era stato sottoposto all’obbligo di dimora a Caltanissetta e, dopo la scarcerazione, aveva ripreso a domiciliare al Centro di Pian del Lago.(sicilia informazioni)
4 dicembre 2009: [CIE CORSO BRUNELLESCHI] Nadia è marocchina, e ha 21 anni. Hanno cercato di espellerla due volte, ma all’areoporto ha fatto un casino tale che entrambe le volte l’hanno dovuta riportare al Centro. E Nadia era pure incinta, al secondo mese. Lo era prima di perdere il bambino in seguito a una caduta nella doccia, pare. E comunque sia andata, i colpevoli sappiamo chi sono. Pochi giorni dopo l’aborto, alle tre di notte, quattro poliziotti (due donne e due uomini) hanno svegliato Nadia per deportarla, portandola via in mutande, senza neanche lasciarle il tempo di prendere le sue cose. (macerie)
3 dicembre 2009:[CIE CORSO BRUNELLESCHI] Zora è una donna marocchina sui cinquant’anni, da dieci residente in Francia. A novembre entra in Italia per far visita ad alcuni amici. Giovedì 5 viene fermata a Novara per un semplice controllo, ma Zora non ha i documenti con sé. Parla solo francese e arabo, e non riesce a spiegare alla polizia la sua situazione. Condotta al Cie di Torino, ci rimarrà quasi un mese. Non ha il coraggio di dire ai suoi figli in Francia che si trova in prigione, si vergogna troppo. E allora fa da sé: gli ultimi otto giorni di reclusione Zora li passa in sciopero della fame, e solo per questo motivo viene liberata. Ufficialmente il motivo della sua liberazione è “inidoneità sanitaria”, e questo c’è scritto sull’ordine di allontanamento dall’Italia che i funzionari del Centro le rilasciano. (macerie)
3 dicembre 2009: L’Ammiraglio di Divisione Rinaldo Veri, Capo di Stato Maggiore del Comando Operativo di Vertice Interforze “COI” che ha sede a Roma, ha visitato oggi il centro di accoglienza di “Restinco” in contrada Montenegro a Brindisi. La vigilanza presso CARA/CIE è garantita dai militari del Reggimento San Marco. (brindisium.it)
3 dicembre 2009: [Vittorio Veneto] “L’opinione pubblica è con noi”. Caloroso e costante l’appoggio che la popolazione dà ai militari scesi nelle città per l’operazione “strade sicure”. Questa almeno è la sensazione, forte, dei soldati che pattugliano i siti sensibili e le città del centro nord Italia. Il bilancio è stato tracciato ieri a Vittorio Veneto, nella sede del Comando 1° FOD, erede del disciolto V Corpo D’Armata Solo nel CIE di Gorizia sono stati sventati 46 tentativi di fuga. (…) (oggitreviso)
30 novembre 2009: [BARI] Protesta al Cie di Bari. Una quindicina di migranti hanno appiccato il fuoco all’ arredo di un modulo della struttura. Sul posto sono intervenute le volanti della polizia ed i vigili del fuoco
28 novembre 2009: Una decina di immigrati, in attesa di essere rimpatriati, hanno tentato la notte scorsa di fuggire dal Centro di identificazione ed espulsione “Serraino Vulpitta” di Trapani, segando le barre delle finestre e calandosi dal primo piano con le lenzuola. Sono stati bloccati da polizia e carabinieri. (marsala.it)
27 novembre 2009: [MARONI] L’obiettivo del governo e’ di avere un centro di identificazione ed espulsione in ogni regione italiana. Lo ha confermato il ministro dell’Interno Roberto Maroni al termine di una riunione a Brescia specificando anche che dagli enti locali e’ arrivata la richiesta di creare un Centro anche in provincia di Brescia. In questo momento in Lombardia l’unico Cie e’ a Milano. “In passato c’erano state delle forti resistenze -ha spiegato Maroni- da parte dei Comuni mentre adesso questa richiesta viene proprio dagli enti locali anche perche’ il problema e’ diventato piu’ evidente”.(Adnkronos)
26 novembre 2009: [MANIFESTAZIONE MILANO] I nostri “custodi della sicurezza” hanno manganellato senza incertezze le ragazze che esponevano uno striscione con sopra scritto “Nei Cie la polizia stupra”. Con ciò si voleva ricordare che (tra le altre) sono proprio le immigrate imprigionate nei centri di identificazione e di espulsione le figure che più scontano la falsa logica della “sicurezza per le donne” che passa di questi tempi. Chiuse in tali fortezze senza difese, ree di essere “clandestine”, anonime, sconosciute, le straniere pagano, come si può immaginare, un prezzo altissimo con i loro stessi corpi. Ai poliziotti il concetto non è piaciuto e hanno caricato, lasciando più di una testa rotta sul campo. (womenews) La frase sullo striscione, un’accusa che fa riferimento a un episodio accaduto mesi fa nel centro di via Corelli dove una nigeriana sarebbe stata stuprata da un poliziotto.
25 novembre 2009: [VIOLENZA DONNE] Oggi si celebra la Giornata internazionale contro la violenza alle donne. Lea Melandri professoressa e storica del femminismo, spiega cosa significhi questa ricorrenza. Rispetto agli abusi sessuali subiti nei Cie, la Melandri precisa che “se la violenza è attuata da una persona di cultura diversa, l’abuso non viene più visto come atto di violenza maschile, ma solamente come un problema sociale. Ed è un errore gravissimo, perché prima di tutto a subire è la donna”. (Agenzia Ami)
25 novembre 2009: [CITTADINANZA] Non è cittadino italiano perché nato in Italia da genitori rom di origine bosniaca, ma non è neppure cittadino bosniaco, perché l’ambasciata di quel Paese rifiuta di riconoscerlo essendo nato fuori dai confini nazionali. E così un giovane di 28 anni è costretto a passare un anno fra Cie e carceri perché “impossibilitato” a dare seguito all’ordine di espulsione dall’Italia. La vicenda è stata denunciata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. N.G., protagonista della vicenda raccontata dal Garante, nasce ad Aversa, dove i genitori rom di origine bosniaca sono arrivati dopo lo scoppio della guerra nella ex Jugoslavia. Arrestato per furto, il giovane viene condannato a 8 mesi di detenzione. Scontata la pena viene trasferito nel Cie di Ponte Galeria, a Roma, dove in sei mesi di trattenimento non si riesce ad espellerlo perché l’ambasciata della Bosnia non lo riconosce come cittadino. Il giovane lascia quindi il Cie con un foglio di via e l’invito a lasciare il territorio italiano entro 5 giorni, ma non può farlo perché non saprebbe dove andare visto che la Bosnia non lo considera suo cittadino. Fermato dalla polizia dopo pochi giorni per “mancata ottemperanza al decreto di espulsione“, viene condannato e riportato in carcere e da qui, presumibilmente, a fine pena di nuovo in un Cie dove, dopo altri sei mesi, riceverà un nuovo foglio di via. Il tutto senza soluzione di continuità. (il velino)
25 novembre 2009: Due nordafricani di nome Hassan e Youssef, reclusi nel Cie di corso Brunelleschi a Torino, sono stati arrestati l’altro ieri e portati nel carcere delle Vallette, dove si trovano tutt’ora. Sono accusati di aver distrutto un lavandino per protesta, e di aver tirato uno straccio in testa a un poliziotto che era entrato nell’area blu per fermarli. A poche settimane dall’ultima rivolta, evidentemente non si placa la tensione dentro al Centro di identificazione ed espulsione di Torino. (macerie)
25 novembre 2009: [BRESCIA] Dieci arresti in soli cinque giorni: è questo il bilancio dell’attività della polizia locale di Brescia che, nell’ambito del controllo sul territorio, ha fatto scattare le manette ai polsi di alcuni migranti, colpevoli dei più differenti reati. Il vicesindaco Fabio Rolfi, ”messa in campo dalla polizia provinciale per un controllo del territorio che sia sempre più capillare ma, anche, della necessità che in città e in provincia venga realizzato un centro di identificazione ed espulsione” ha concluso Rolfi, aggiungendo che proprio quella di un Cie sarà la richiesta che verrà fatta al ministro degli Interni Roberto Maroni in visita, venerdì, a Brescia.
23 novembre 2009: [TARQUINIA]E’ stato presentato dal Codacons alla Procura della Repubblica di Civitavecchia un esposto sul caso del centro di identificazione ed espulsione per immigrati irregolari che, in base a indiscrezioni della stampa, potrebbe essere realizzato a Tarquinia. “La notizia ha messo in allarme i residenti - spiega l’associazione - e appare davvero singolare il fatto che, nonostante la doverosa partecipazione dei cittadini del comune di Tarquinia, prevista dalla legge, gli stessi abbiano appreso solo da fonti giornalistiche la possibile realizzazione di un Cie nel proprio territorio. Tale circostanza risulta ancor piu’ grave se si pensa che e’ tutt’oggi pendente un ricorso giurisdizionale al Tar del Lazio, finalizzato a far chiarezza sulla vicenda, e nel quale nessuna benche’ minima d esaustiva risposta e’ pervenuta”. (Adnkronos)
20 novembre 2009: [CALTANISSETTA] Dopo la rivolta nel Cie di Caltanissetta il centro è stato gravemente danneggiato ed è stato chiuso. Oggi il Cie è vuoto. Inutilizzabile. Alcuni reclusi sono stati trasferiti nel CARA (centro di accoglienza per richiedenti asilo). Gli altri, la maggioranza, sono stati trasferiti in vari CIE in diverse regioni d’Italia.
17 novembre 2009: [TORINO] Adel sabato, 14 novembre, è stato espulso. All’alba, viene prelevato e portato a Genova. Imbarcato in un traghetto, della Compagnie Tunisienne de Navigation, alle ore 18.00. Lo stesso giorno dal cie di Corso Brunelleschi, è uscito Mimì. Ora entro 5 giorni dovrà allontanarsi dal territorio italiano, se verrà preso di nuovo in Italia verrà sbattuto in prigione secondo il “pacchetto sicurezza” che sta sistemando in prigione tantissima gente innocente. Mimì aveva denunciato alcuni militari e molte volte ha subito una dura repressione per farla ritirare. Un militare ultimamente gli disse esplicitamente: “tanto un clandestino non può vincere contro lo Stato”, raccontò Mimì ai microfoni di Radio BlackOut.
17 novembre 2009: [PONTE GALERIA] Questa mattina è stato portato in Ospedale un algerino di 20 anni, affetto probabilmente dall’influenza H1N1. Il ragazzo soffriva di asma e quel fatiscente centro non poteva assolutamente essergli d’aiuto. I compagni di cella dell’ammalato hanno chiesto di essere visitati anche loro, ma senza alcun risultato. Così, per protesta, buona parte dei reclusi della sezione maschile hanno rifiutato il pranzo. “Scarsa trasparenza e mancanza di adeguati trattamenti sanitari al centro della polemica.”dice Terra News.
16 novembre 2009: [PONTE GALERIA] Da venerdì non si avevano notizie di Faid che si era sentito male ed era stato portato all’ospedale con estrema urgenza. Faid ha avuto un arresto cardiaco e tutt’ora è ricoverato in prognosi riservata al Forlanini di Roma.
15 novembre 2009: [CALTANISSETTA] Rivolta al Cie di Pian del Lago a Caltanissetta. La notte scorsa poco dopo le due un gruppo di reclusi hanno tentato di sfondare i cancelli laterali del Cie. C’è stato un lancio di oggetti attraverso le sbarre al personale delle forze di polizia e dell’Esercito che sono intervenuti brutalmente per sedare la rivolta. A quel punto i reclusi si sono allontanati dalla recinzione in ordine sparso spostandosi all’interno dei tre padiglioni dormitorio e hanno appiccato il fuoco a tutti i materassi e ad altri oggetti. Al termine dei disordini nessun immigrato si e’ allontanato dalla struttura e non si sono registrati feriti ne’ tra gli stranieri ne’ tra le forze di polizia.
10 novembre 2009: [TORINO – MILANO – BRINDISI ] Si espandono le rivolte e gli arresti nei Cie d’Italia per mancanza di riscaldamento, coperte, acqua calda e una vita ingiusta, trascorsa tra le sbarre ad aspettare il proprio futuro. Tutto tace. L’informazione è assente. Anche a Restino (Brindisi) si è giunti alla rivolta. Sono quattro gli arrestati per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale e una decina di reclusi sono fuggiti dal Cie. Prima di scappare, circa 50 persone si sono scontrate con le forze dell’ordine. Tre i militari lievemente feriti.
10 novembre 2009: [MILANO] Un recluso, che a Milano aveva dato inizio alle rivolte, è stato liberato dalla direzione del centro. Forse scomodo alle autorità, hanno preferito di concedergli la libertà ed è tornato a casa.
10 Novembre 2009: [MILANO] Ieri è cominciata l’udienza contro quattro reclusi che, secondo l’accusa, avevano preso parte alla rivolta di via Corelli. Macerie, scrive che “dei quattro, tre sono arrivati in Italia da poco più di tre mesi, sbarcati in Sardegna. Portati dal Cie di Elmas direttamente in via Corelli, e da via Corelli al carcere di S. Vittore, non hanno mai vissuto in Italia un giorno di libertà.” Durante l’udienza, racconta Macerie, che i quattro “sono stati costretti ad inginocchiarsi davanti ai poliziotti e percorrere i corridoi del centro camminando “come le galline”, il tutto condito dai soliti schiaffi.” Si descrivono anche le dinamiche della rivolta: gli scontri avvenivano nella sezione C. Ma la polizia, secondo la difesa dei reclusi, cattura a caso tre ragazzi della sezione B. Il 17 novembre la prossima udienza.
10 novembre 2009: [ROMA] E’ stata riattaccata la corrente e i condizionatori d’aria sono stati finalmente spenti, dopo che per settimane, i reclusi dovevano convivere con il freddo polare. Radio Onda Rossa, racconta che ora i faretti delle stanze, rimangono accesi tutta la notte, puntati sulle facce dei reclusi.
8 novembre 2009: [MILANO] Scompiglio anche in via Corelli. Tutto segue quando le luci si spengono prima degli orari abituali. I reclusi si rifiutano di rientrare in cella e le forze dell’ordine entrano nelle camerate a colpi di manganello pretendono la quiete. Succede l’effetto contrario. Per un ora si innesca una rivolta con lanci di oggetti con la risposta di manganelli ed idranti. Poi, le forze dell’ordine iniziano a accomodarsi con i reclusi.
8 novembre 2009: [TORINO] Ancora problemi nei Cie. Ancora violenze. Un recluso, Adel, viene portato fuori dalla sezione, da solo “contro una cinquantina tra poliziotti e militari.” Viene minacciato pesantemente per far calmare i suoi compagni che nel frattempo avevano spaccato tutti i vetri e trascinato i materassi in cortile. Nonostante le minacce, con nessun recluso è stata usata la violenza…ma a mezzanotte alcune decine di agenti in tenuta antisommossa prelevano Adel e altri due reclusi. Li portano in isolamento e alcuni reclusi raccontano di sentire urla e grida di sofferenza. Poi, verranno arrestati.
7 novembre 2009: [ROMA] Dentro sette dormitori del Cie di Ponte Galeria, si sta con i pinguini. E’ una settimana che sono accesi i condizionatori d’aria. ”Non li possiamo spegnere, non dipende da noi” rispondono le forze dell’ordine ai reclusi. C’è anche la pioggia che penetra all’interno dei dormitori. “Quando piove fuori, piove anche dentro, e i prigionieri sono costretti a passare il proprio tempo ad asciugar pozzanghere e ad evitare le gocce che scendono dal soffitto.” dicono i reclusi alla trasmissione radiofonica di Radio Black out, Macerie. Hanno risolto il problema spegnendo la corrente: “Stasera tutti al buio, rompicoglioni pretenziosi che non siete altro”.
6 novembre 2009: [CIE TORINO]Sono settimane, mesi, che dalle celle dei centri, escono cori di protesta. Nessuno li raccoglie. Si urla, si fa autolesionismo ogni giorno, ma nessuno racconta la protesta. E per questo motivo, essere inascoltati e trattati con indifferenza, può portare ad atti estremi. Nel Cie di Corso Brunelleschi di Torino, mercoledì 4 novembre, ci sono state sei ore di rabbia ed un muro abbattuto. Tutto è iniziato alle 20:00. Un recluso, lontano dalla sua famiglia e da sua figlia appena nata, ha iniziato a tagliarsi le mani e le braccia. Sono scene che si ripetono ogni giorno, in tutti i Cie d’Italia. Molti, vogliono morire lì dentro. Altri, sono già morti. Mentre il sangue scorre, dopo attimi di concitazione, il recluso viene portato in infermeria. Curato e riportato in cella, si taglia di nuovo. Questa volta si ferisce la gola. Verrà subito portato al pronto Soccorso. Ma non è finita, gli animi si scaldano e la protesta di uno diventa la protesta di tutti. Alcuni reclusi buttano giù un muro di una stanza interna. La polizia tenta di sfondare la porta ma non ci riesce. Sono attimi di panico e paura. Dopo un colloquio tra i migranti e alcuni dell’ufficio immigrazione, si decide di far allontanare le forze dell’ordine ed entrano indisturbato i vigili del fuoco per portare via le macerie del muro distrutto.
4 novembre 2009: [GRECIA]Chiuso il centro detentivo di Lesbo
4 novembre 2009:[CIE GRADISCA] Aggiornamenti caso Elham: è ancora in sciopero della fame, anche se la prefettura dichiara che digiuna per modo di dire.Ho contattato la compagna di Elham telefonicamente. Camelia, una donna molto disponibile e crede che c’è qualcosa che non torna. Mi ha raccontato di nuovo tutta la sua storia e qualcosina mi è più chiara ora. Elham ha sempre avuto il permesso di soggiorno. Solamente qualche tempo fa è stato detenuto per spaccio di sostanze stupefacenti (100 gr di fumo). Ha fatto ricorso contro il rimpatrio al tar di Firenze. Ha collaborato con i servizi antidroga facendo arrestare molte persone italiane e straniere. Più volte mi ha detto che aveva collaborato e che era stato incastrato. Ha fatto nomi e cognomi. Ora, ha paura di qualche ritorsione. Se viene espulso e torna in Marocco rischia la vita. Lì lo aspettano. Sua moglie ha divorziato per questo motivo e gli ha portato via i figli. Ho mandato un avvocato a controllare al Cie di Gradisca. All’inizio il prefetto negava che c’era uno in sciopero della fame, poi ha dovuto ammettere che il problema c’è. L’avv. ha portato il caso a livello nazionale, intervista a rai news 24, articolo su “il fatto quotidiano” e su “l’espresso”.
4 novembre 2009: [CIE TORINO] Mimì, un recluso di corso Brunelleschi (Torino), in isolamento ha ingoiato alcuni chiodi e lo shampoo. Ha vomitato.Racconta a Radio Blackout, che, con i chiodi allo stomaco ha subito un ricatto: “ritira la denuncia contro gli Alpini e ti rimandiamo in sezione”, “ritira la denuncia contro gli Alpini e ti curiamo quel dente che ti hanno spaccato” gli dice il dentista. Mimì, ha raccontato alla radio che un militare gli ha riferito: “ricorda che un clandestino non può vincere contro lo Stato.” Nel pomeriggio, Mimì ha accusato forti dolori all’addome. Viene portato all’ospedale “Molinette”, dove viene visitato e rimandato indietro al Cie, con la prescrizione di un bel lassativo.
3 novembre 2009: [CIE MILANO]Questa mattina il console algerino è arrivato in via Corelli (Milano) per decidere chi accettare e rimpatriare in Algeria. “Decidono di rallentare un destino che altri vorrebbero già segnato” dicono da macerie, una trasmissione di Radio BlackOut. Alcuni reclusi si sono rifiutati di uscire dalle celle e ricevere il console. A quel punto le forze dell’ordine hanno usato la repressione, manganellando anche chi era nel letto, dormiva e non sapeva nulla. Tra i ragazzi c’era anche un minorenne.
31 ottobre 2009: [BULGARIA]Hasun muore in un centro di detenzione bulgaro
28 ottobre 2009:[CIE TORINO] Ieri sera al cie di Corso Brunelleschi hanno fatto lo sciopero del sonno e lo sguardo dei prigionieri è rimasto fisso sulle forze dell’ordine schierati a pochi passi. I reclusi iniziano ad urlare e battere tra le sbarre “libertà”
27 ottobre 2009:[CIE GRADISCA] Elham è nel cie di Gradisca. Non mangia da 57 giorni.Sta male. La sua compagna( incinta) non sa nulla, non vuole farla preoccupare. E intanto Elham ogni giorno che passa perde le forze…Giovedì dovrebbe essere ricoverato all’ospedale.
25 ottobre 2009: [CIE TORINO] Un recluso minorenne due giorni fa ha tentato di impiccarsi. Per rianimarlo, i militari lo hanno portato nella sala d’aspetto del barbiere (una stanza senza telecamere) e lo hanno riempito di botte.
24 ottobre 2009:[CIE GRADISCA] lunghi scioperi della fame a Gradisca ( Elham)
23 0tt0bre 2009: [CIE BOLOGNA] Salmata si presenta in questura e viene rinchiusa nel cie di Bologna
22 ottobre 2009: [CIE TORINO] I ragazzi reclusi nel Cie di Corso Brunelleschi di Torino soffrono e muoiono dal freddo. Mi raccontano che un ragazzo, qualche giorno fa ha distrutto un cellulare e lo ha ingoiato. Poi ha fatto a pezzi due batterie e un accendino e le ha messe in bocca insieme ad una lametta da barba. Il ragazzo è stato portato urgentemente in Ospedale, poi rilasciato. “E’ l’unica soluzione, quel ragazzo ora è libero” mi dicono dal centro. C’è il rischio che i reclusi inizino ad imitare le gesta del ragazzo per trovare la loro libertà. All’interno di quel centro ci sono ancora due minorenni di 16 anni. Piccolissimi. Quando ho parlato telefonicamente con uno di loro mi ha urlato: “io voglio morire, salgo sul tetto e mi butto di sotto. Non è vita questa, meglio morire”. Un suo compagno mi ha riferito che ha già provato una prima volta a suicidarsi ma è stato fermato dai compagni di cella. Mimì, il ragazzo picchiato dai militari circa un mese fa, è in sciopero della fame da due settimane esatte, da solo, e chiede con insistenza di essere liberato, anche se recentemente la sua detenzione è stata prolungata.
22 ottobre 2009: [CIE GRADISCA] Sono quasi due mesi che Elham Esalami sta effettuando lo sciopero della fame nel Cie di Gradisca. Sciopera in solitudine, perché vuole un permesso di soggiorno che nessun funzionario sembra volergli concedere. Sciopera perché ha un amore in Italia che lo aspetta ansiosa a casa. Non mangia perché con lei ha due bambini e un altro in arrivo. Tante volte avrebbe potuto scappare, Elham Elalami, ma non l’ha mai fatto: dal Centro vuole uscirci con il permesso di soggiorno oppure senza vita. E se dovesse succedere qualcosa a Elham, qualcuno (non faccio i nomi perché sono tanti, troppi) dovrebbe averlo nella coscienza.
18 ottobre 2009: [CIE TORINO] Ieri pomeriggio al cie di Corso Brunelleschi è tornata l’acqua calda. Ho chiamato Adel (x leggere la sua storia clicca quì) ieri sera a mezzanotte e mi ha passato un ragazzino di 16 anni, “voglio arrampicarmi nel tetto e buttarmi da lì, non ce la faccio più”. Adel mi racconta che quel ragazzo ha già provato il suicidio una volta ma i suoi compagni di cella lo hanno fermato. Molti vogliono tornare a casa: “ se io voglio tornare a casa e non mi fanno andare è un sequestro di persona. Siamo a Guantanamo”.
17 ottobre 2009: [CIE TORINO] Cie corso Brunelleschi, minori acqua fredda e indifferenza
17 ottobre 2009: [CIE ROMA]]Il Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, ha inviato un telegramma urgente al Dirigente Sanitario Regionale per la medicina penitenziaria. Vuole discutere come affrontare il virus H1N1 nelle carceri della Regione Lazio. ”Con i livelli di sovraffollamento attuali - ha detto Marroni - c’e’ davvero il rischio che le carceri siano fra i luoghi dove il virus possa diffondersi”. Solo nel Lazio i reclusi al 1 ottobre erano 5.837, cui vanno aggiunti i 50 ragazzi dell’istituto penale minorile di Casal del Marmo e i 300 reclusi, fra uomini e donne, del Cie di Ponte Galeria.
16 ottobre 2009: [CIE TORINO] Malcontenti al Cie di Torino. Martedì sera, i reclusi hanno iniziato a protestare per la mancanza di acqua calda all’interno delle gabbie. A quel punto sono arrivate le forze dell’ordine,accolte con un fitto lancio di oggetti. La protesta è rientrata solo quando dai rubinetti ha ricominciato a uscire acqua calda. Si evince che l’unico modo per protestare contro le ingiustizie (dai pestaggi al decoder, dall’acqua ai termosifoni spenti) è farsi sentire. Nessuno ti ascolta all’interno del centro se da solo chiedi una medicina.
16 ottobre 2009: [CIE BARI] Sono scesi in piazza per protestare, gli extracomunitari, perlopiù nigeriani, ex ospiti del “Cara” di Borgo Mezzanone, in attesa che la Commissione Territoriale si pronunci sul loro status di rifugiato. Di fatto per gli stranieri è scaduto il tempo massimo dei 6 mesi entro il quale ricevere risposta di accoglimento o non accoglimento della richiesta di asilo.
15 ottobre 2009: [CIE ROMA]Piove dentro il centro di Ponte Galeria. I reclusi sono costretti a spostare i materassi per sfuggire alle gocce che vengono dal soffitto.
15 ottobre 2009: [CIE TORINO]Adel:”mi negano il ritorno in patria perchè non ci sono i soldi”
13 ottobre 2009: [CIE GRADISCA] Convivere con il sistema Cie. Parla un operatore di Gradisca
10 ottobre 2009: [CIE TORINO] Oggi al cie di corso Brunelleschi a Torino i reclusi hanno gettato l’immondizia per terra per protestare contro l’impedimento di guardare la televisione. Il Direttore del centro detentivo dice loro di chiedere il decoder “ai vostri amici che vi telefonano.”
6 ottobre 2009: [CIE] Roma, Gradisca, Crotone, Torino Brindisi. Continuano le proteste nei cie
2 ottobre 2009: [CIE] Crotone, Roma, Gradisca, Torino. Tra scioperi della fame e delusioni
1 ottobre 2009: [CIE] il garante dei detenuti:”i cie saranno la prossima emergenza nazionale”
29 settembre 2009: [CIE ROMA] sciopero della fame a Ponte Galeria
25 settembre 2009: [CIE GRADISCA] Foto e video shock dal cie di gradisca d’Isonzo
24 settembre 2009: [CIE ]Tra il silenzio continuano le proteste nei cie d’Italia
22 settembre 2009: [CIE]Giorni di fuoco nei cie di Bari, Bologna e Gradisca d’Isonzo
21 settembre 2009: [BARI - GRADISCA]violenze a ripetizione nel cie di Bari Palese e Gradisca d’Isonzo
19 agosto 2009: [BARI - MODENA]Si allarga la protesta nei Cie di Bari e Modena
17 agosto 2009: Tra rabbia e dolore
15 agosto 2009: La battaglia silenziosa dei migranti
14 agosto 2009: [CIE MILANO] il centro di discriminazione permanente . Scontro a Milano tra forze dell’Ordine e reclusi. 14 persone (5 donne e 9 uomini) sono state arrestate e processate per direttissima per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamenti e lesioni
9 agosto 2009: [CIE GRADISCA] iniziano subito le proteste e scioperi della fame nei Cie di gradisca, Via Corelli di Milano, corso Brunelleschi di Torino…
8 agosto 2009: Entrata in vigore del “pacchetto sicurezza” (legge 94/09), illustrato il 21 maggio 2008 dal ministro dell’interno Maroni nel corso di una conferenza stampa.
3 dicembre 2009:[CIE CORSO BRUNELLESCHI] Zora è una donna marocchina sui cinquant’anni, da dieci residente in Francia. A novembre entra in Italia per far visita ad alcuni amici. Giovedì 5 viene fermata a Novara per un semplice controllo, ma Zora non ha i documenti con sé. Parla solo francese e arabo, e non riesce a spiegare alla polizia la sua situazione. Condotta al Cie di Torino, ci rimarrà quasi un mese. Non ha il coraggio di dire ai suoi figli in Francia che si trova in prigione, si vergogna troppo. E allora fa da sé: gli ultimi otto giorni di reclusione Zora li passa in sciopero della fame, e solo per questo motivo viene liberata. Ufficialmente il motivo della sua liberazione è “inidoneità sanitaria”, e questo c’è scritto sull’ordine di allontanamento dall’Italia che i funzionari del Centro le rilasciano. (macerie)
3 dicembre 2009: L’Ammiraglio di Divisione Rinaldo Veri, Capo di Stato Maggiore del Comando Operativo di Vertice Interforze “COI” che ha sede a Roma, ha visitato oggi il centro di accoglienza di “Restinco” in contrada Montenegro a Brindisi. La vigilanza presso CARA/CIE è garantita dai militari del Reggimento San Marco. (brindisium.it)
3 dicembre 2009: [Vittorio Veneto] “L’opinione pubblica è con noi”. Caloroso e costante l’appoggio che la popolazione dà ai militari scesi nelle città per l’operazione “strade sicure”. Questa almeno è la sensazione, forte, dei soldati che pattugliano i siti sensibili e le città del centro nord Italia. Il bilancio è stato tracciato ieri a Vittorio Veneto, nella sede del Comando 1° FOD, erede del disciolto V Corpo D’Armata Solo nel CIE di Gorizia sono stati sventati 46 tentativi di fuga. (…) (oggitreviso)
30 novembre 2009: [BARI] Protesta al Cie di Bari. Una quindicina di migranti hanno appiccato il fuoco all’ arredo di un modulo della struttura. Sul posto sono intervenute le volanti della polizia ed i vigili del fuoco
28 novembre 2009: Una decina di immigrati, in attesa di essere rimpatriati, hanno tentato la notte scorsa di fuggire dal Centro di identificazione ed espulsione “Serraino Vulpitta” di Trapani, segando le barre delle finestre e calandosi dal primo piano con le lenzuola. Sono stati bloccati da polizia e carabinieri. (marsala.it)
27 novembre 2009: [MARONI] L’obiettivo del governo e’ di avere un centro di identificazione ed espulsione in ogni regione italiana. Lo ha confermato il ministro dell’Interno Roberto Maroni al termine di una riunione a Brescia specificando anche che dagli enti locali e’ arrivata la richiesta di creare un Centro anche in provincia di Brescia. In questo momento in Lombardia l’unico Cie e’ a Milano. “In passato c’erano state delle forti resistenze -ha spiegato Maroni- da parte dei Comuni mentre adesso questa richiesta viene proprio dagli enti locali anche perche’ il problema e’ diventato piu’ evidente”.(Adnkronos)
26 novembre 2009: [MANIFESTAZIONE MILANO] I nostri “custodi della sicurezza” hanno manganellato senza incertezze le ragazze che esponevano uno striscione con sopra scritto “Nei Cie la polizia stupra”. Con ciò si voleva ricordare che (tra le altre) sono proprio le immigrate imprigionate nei centri di identificazione e di espulsione le figure che più scontano la falsa logica della “sicurezza per le donne” che passa di questi tempi. Chiuse in tali fortezze senza difese, ree di essere “clandestine”, anonime, sconosciute, le straniere pagano, come si può immaginare, un prezzo altissimo con i loro stessi corpi. Ai poliziotti il concetto non è piaciuto e hanno caricato, lasciando più di una testa rotta sul campo. (womenews) La frase sullo striscione, un’accusa che fa riferimento a un episodio accaduto mesi fa nel centro di via Corelli dove una nigeriana sarebbe stata stuprata da un poliziotto.
25 novembre 2009: [VIOLENZA DONNE] Oggi si celebra la Giornata internazionale contro la violenza alle donne. Lea Melandri professoressa e storica del femminismo, spiega cosa significhi questa ricorrenza. Rispetto agli abusi sessuali subiti nei Cie, la Melandri precisa che “se la violenza è attuata da una persona di cultura diversa, l’abuso non viene più visto come atto di violenza maschile, ma solamente come un problema sociale. Ed è un errore gravissimo, perché prima di tutto a subire è la donna”. (Agenzia Ami)
25 novembre 2009: [CITTADINANZA] Non è cittadino italiano perché nato in Italia da genitori rom di origine bosniaca, ma non è neppure cittadino bosniaco, perché l’ambasciata di quel Paese rifiuta di riconoscerlo essendo nato fuori dai confini nazionali. E così un giovane di 28 anni è costretto a passare un anno fra Cie e carceri perché “impossibilitato” a dare seguito all’ordine di espulsione dall’Italia. La vicenda è stata denunciata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. N.G., protagonista della vicenda raccontata dal Garante, nasce ad Aversa, dove i genitori rom di origine bosniaca sono arrivati dopo lo scoppio della guerra nella ex Jugoslavia. Arrestato per furto, il giovane viene condannato a 8 mesi di detenzione. Scontata la pena viene trasferito nel Cie di Ponte Galeria, a Roma, dove in sei mesi di trattenimento non si riesce ad espellerlo perché l’ambasciata della Bosnia non lo riconosce come cittadino. Il giovane lascia quindi il Cie con un foglio di via e l’invito a lasciare il territorio italiano entro 5 giorni, ma non può farlo perché non saprebbe dove andare visto che la Bosnia non lo considera suo cittadino. Fermato dalla polizia dopo pochi giorni per “mancata ottemperanza al decreto di espulsione“, viene condannato e riportato in carcere e da qui, presumibilmente, a fine pena di nuovo in un Cie dove, dopo altri sei mesi, riceverà un nuovo foglio di via. Il tutto senza soluzione di continuità. (il velino)
25 novembre 2009: Due nordafricani di nome Hassan e Youssef, reclusi nel Cie di corso Brunelleschi a Torino, sono stati arrestati l’altro ieri e portati nel carcere delle Vallette, dove si trovano tutt’ora. Sono accusati di aver distrutto un lavandino per protesta, e di aver tirato uno straccio in testa a un poliziotto che era entrato nell’area blu per fermarli. A poche settimane dall’ultima rivolta, evidentemente non si placa la tensione dentro al Centro di identificazione ed espulsione di Torino. (macerie)
25 novembre 2009: [BRESCIA] Dieci arresti in soli cinque giorni: è questo il bilancio dell’attività della polizia locale di Brescia che, nell’ambito del controllo sul territorio, ha fatto scattare le manette ai polsi di alcuni migranti, colpevoli dei più differenti reati. Il vicesindaco Fabio Rolfi, ”messa in campo dalla polizia provinciale per un controllo del territorio che sia sempre più capillare ma, anche, della necessità che in città e in provincia venga realizzato un centro di identificazione ed espulsione” ha concluso Rolfi, aggiungendo che proprio quella di un Cie sarà la richiesta che verrà fatta al ministro degli Interni Roberto Maroni in visita, venerdì, a Brescia.
23 novembre 2009: [TARQUINIA]E’ stato presentato dal Codacons alla Procura della Repubblica di Civitavecchia un esposto sul caso del centro di identificazione ed espulsione per immigrati irregolari che, in base a indiscrezioni della stampa, potrebbe essere realizzato a Tarquinia. “La notizia ha messo in allarme i residenti - spiega l’associazione - e appare davvero singolare il fatto che, nonostante la doverosa partecipazione dei cittadini del comune di Tarquinia, prevista dalla legge, gli stessi abbiano appreso solo da fonti giornalistiche la possibile realizzazione di un Cie nel proprio territorio. Tale circostanza risulta ancor piu’ grave se si pensa che e’ tutt’oggi pendente un ricorso giurisdizionale al Tar del Lazio, finalizzato a far chiarezza sulla vicenda, e nel quale nessuna benche’ minima d esaustiva risposta e’ pervenuta”. (Adnkronos)
20 novembre 2009: [CALTANISSETTA] Dopo la rivolta nel Cie di Caltanissetta il centro è stato gravemente danneggiato ed è stato chiuso. Oggi il Cie è vuoto. Inutilizzabile. Alcuni reclusi sono stati trasferiti nel CARA (centro di accoglienza per richiedenti asilo). Gli altri, la maggioranza, sono stati trasferiti in vari CIE in diverse regioni d’Italia.
17 novembre 2009: [TORINO] Adel sabato, 14 novembre, è stato espulso. All’alba, viene prelevato e portato a Genova. Imbarcato in un traghetto, della Compagnie Tunisienne de Navigation, alle ore 18.00. Lo stesso giorno dal cie di Corso Brunelleschi, è uscito Mimì. Ora entro 5 giorni dovrà allontanarsi dal territorio italiano, se verrà preso di nuovo in Italia verrà sbattuto in prigione secondo il “pacchetto sicurezza” che sta sistemando in prigione tantissima gente innocente. Mimì aveva denunciato alcuni militari e molte volte ha subito una dura repressione per farla ritirare. Un militare ultimamente gli disse esplicitamente: “tanto un clandestino non può vincere contro lo Stato”, raccontò Mimì ai microfoni di Radio BlackOut.
17 novembre 2009: [PONTE GALERIA] Questa mattina è stato portato in Ospedale un algerino di 20 anni, affetto probabilmente dall’influenza H1N1. Il ragazzo soffriva di asma e quel fatiscente centro non poteva assolutamente essergli d’aiuto. I compagni di cella dell’ammalato hanno chiesto di essere visitati anche loro, ma senza alcun risultato. Così, per protesta, buona parte dei reclusi della sezione maschile hanno rifiutato il pranzo. “Scarsa trasparenza e mancanza di adeguati trattamenti sanitari al centro della polemica.”dice Terra News.
16 novembre 2009: [PONTE GALERIA] Da venerdì non si avevano notizie di Faid che si era sentito male ed era stato portato all’ospedale con estrema urgenza. Faid ha avuto un arresto cardiaco e tutt’ora è ricoverato in prognosi riservata al Forlanini di Roma.
15 novembre 2009: [CALTANISSETTA] Rivolta al Cie di Pian del Lago a Caltanissetta. La notte scorsa poco dopo le due un gruppo di reclusi hanno tentato di sfondare i cancelli laterali del Cie. C’è stato un lancio di oggetti attraverso le sbarre al personale delle forze di polizia e dell’Esercito che sono intervenuti brutalmente per sedare la rivolta. A quel punto i reclusi si sono allontanati dalla recinzione in ordine sparso spostandosi all’interno dei tre padiglioni dormitorio e hanno appiccato il fuoco a tutti i materassi e ad altri oggetti. Al termine dei disordini nessun immigrato si e’ allontanato dalla struttura e non si sono registrati feriti ne’ tra gli stranieri ne’ tra le forze di polizia.
10 novembre 2009: [TORINO – MILANO – BRINDISI ] Si espandono le rivolte e gli arresti nei Cie d’Italia per mancanza di riscaldamento, coperte, acqua calda e una vita ingiusta, trascorsa tra le sbarre ad aspettare il proprio futuro. Tutto tace. L’informazione è assente. Anche a Restino (Brindisi) si è giunti alla rivolta. Sono quattro gli arrestati per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale e una decina di reclusi sono fuggiti dal Cie. Prima di scappare, circa 50 persone si sono scontrate con le forze dell’ordine. Tre i militari lievemente feriti.
10 novembre 2009: [MILANO] Un recluso, che a Milano aveva dato inizio alle rivolte, è stato liberato dalla direzione del centro. Forse scomodo alle autorità, hanno preferito di concedergli la libertà ed è tornato a casa.
10 Novembre 2009: [MILANO] Ieri è cominciata l’udienza contro quattro reclusi che, secondo l’accusa, avevano preso parte alla rivolta di via Corelli. Macerie, scrive che “dei quattro, tre sono arrivati in Italia da poco più di tre mesi, sbarcati in Sardegna. Portati dal Cie di Elmas direttamente in via Corelli, e da via Corelli al carcere di S. Vittore, non hanno mai vissuto in Italia un giorno di libertà.” Durante l’udienza, racconta Macerie, che i quattro “sono stati costretti ad inginocchiarsi davanti ai poliziotti e percorrere i corridoi del centro camminando “come le galline”, il tutto condito dai soliti schiaffi.” Si descrivono anche le dinamiche della rivolta: gli scontri avvenivano nella sezione C. Ma la polizia, secondo la difesa dei reclusi, cattura a caso tre ragazzi della sezione B. Il 17 novembre la prossima udienza.
10 novembre 2009: [ROMA] E’ stata riattaccata la corrente e i condizionatori d’aria sono stati finalmente spenti, dopo che per settimane, i reclusi dovevano convivere con il freddo polare. Radio Onda Rossa, racconta che ora i faretti delle stanze, rimangono accesi tutta la notte, puntati sulle facce dei reclusi.
8 novembre 2009: [MILANO] Scompiglio anche in via Corelli. Tutto segue quando le luci si spengono prima degli orari abituali. I reclusi si rifiutano di rientrare in cella e le forze dell’ordine entrano nelle camerate a colpi di manganello pretendono la quiete. Succede l’effetto contrario. Per un ora si innesca una rivolta con lanci di oggetti con la risposta di manganelli ed idranti. Poi, le forze dell’ordine iniziano a accomodarsi con i reclusi.
8 novembre 2009: [TORINO] Ancora problemi nei Cie. Ancora violenze. Un recluso, Adel, viene portato fuori dalla sezione, da solo “contro una cinquantina tra poliziotti e militari.” Viene minacciato pesantemente per far calmare i suoi compagni che nel frattempo avevano spaccato tutti i vetri e trascinato i materassi in cortile. Nonostante le minacce, con nessun recluso è stata usata la violenza…ma a mezzanotte alcune decine di agenti in tenuta antisommossa prelevano Adel e altri due reclusi. Li portano in isolamento e alcuni reclusi raccontano di sentire urla e grida di sofferenza. Poi, verranno arrestati.
7 novembre 2009: [ROMA] Dentro sette dormitori del Cie di Ponte Galeria, si sta con i pinguini. E’ una settimana che sono accesi i condizionatori d’aria. ”Non li possiamo spegnere, non dipende da noi” rispondono le forze dell’ordine ai reclusi. C’è anche la pioggia che penetra all’interno dei dormitori. “Quando piove fuori, piove anche dentro, e i prigionieri sono costretti a passare il proprio tempo ad asciugar pozzanghere e ad evitare le gocce che scendono dal soffitto.” dicono i reclusi alla trasmissione radiofonica di Radio Black out, Macerie. Hanno risolto il problema spegnendo la corrente: “Stasera tutti al buio, rompicoglioni pretenziosi che non siete altro”.
6 novembre 2009: [CIE TORINO]Sono settimane, mesi, che dalle celle dei centri, escono cori di protesta. Nessuno li raccoglie. Si urla, si fa autolesionismo ogni giorno, ma nessuno racconta la protesta. E per questo motivo, essere inascoltati e trattati con indifferenza, può portare ad atti estremi. Nel Cie di Corso Brunelleschi di Torino, mercoledì 4 novembre, ci sono state sei ore di rabbia ed un muro abbattuto. Tutto è iniziato alle 20:00. Un recluso, lontano dalla sua famiglia e da sua figlia appena nata, ha iniziato a tagliarsi le mani e le braccia. Sono scene che si ripetono ogni giorno, in tutti i Cie d’Italia. Molti, vogliono morire lì dentro. Altri, sono già morti. Mentre il sangue scorre, dopo attimi di concitazione, il recluso viene portato in infermeria. Curato e riportato in cella, si taglia di nuovo. Questa volta si ferisce la gola. Verrà subito portato al pronto Soccorso. Ma non è finita, gli animi si scaldano e la protesta di uno diventa la protesta di tutti. Alcuni reclusi buttano giù un muro di una stanza interna. La polizia tenta di sfondare la porta ma non ci riesce. Sono attimi di panico e paura. Dopo un colloquio tra i migranti e alcuni dell’ufficio immigrazione, si decide di far allontanare le forze dell’ordine ed entrano indisturbato i vigili del fuoco per portare via le macerie del muro distrutto.
4 novembre 2009: [GRECIA]Chiuso il centro detentivo di Lesbo
4 novembre 2009:[CIE GRADISCA] Aggiornamenti caso Elham: è ancora in sciopero della fame, anche se la prefettura dichiara che digiuna per modo di dire.Ho contattato la compagna di Elham telefonicamente. Camelia, una donna molto disponibile e crede che c’è qualcosa che non torna. Mi ha raccontato di nuovo tutta la sua storia e qualcosina mi è più chiara ora. Elham ha sempre avuto il permesso di soggiorno. Solamente qualche tempo fa è stato detenuto per spaccio di sostanze stupefacenti (100 gr di fumo). Ha fatto ricorso contro il rimpatrio al tar di Firenze. Ha collaborato con i servizi antidroga facendo arrestare molte persone italiane e straniere. Più volte mi ha detto che aveva collaborato e che era stato incastrato. Ha fatto nomi e cognomi. Ora, ha paura di qualche ritorsione. Se viene espulso e torna in Marocco rischia la vita. Lì lo aspettano. Sua moglie ha divorziato per questo motivo e gli ha portato via i figli. Ho mandato un avvocato a controllare al Cie di Gradisca. All’inizio il prefetto negava che c’era uno in sciopero della fame, poi ha dovuto ammettere che il problema c’è. L’avv. ha portato il caso a livello nazionale, intervista a rai news 24, articolo su “il fatto quotidiano” e su “l’espresso”.
4 novembre 2009: [CIE TORINO] Mimì, un recluso di corso Brunelleschi (Torino), in isolamento ha ingoiato alcuni chiodi e lo shampoo. Ha vomitato.Racconta a Radio Blackout, che, con i chiodi allo stomaco ha subito un ricatto: “ritira la denuncia contro gli Alpini e ti rimandiamo in sezione”, “ritira la denuncia contro gli Alpini e ti curiamo quel dente che ti hanno spaccato” gli dice il dentista. Mimì, ha raccontato alla radio che un militare gli ha riferito: “ricorda che un clandestino non può vincere contro lo Stato.” Nel pomeriggio, Mimì ha accusato forti dolori all’addome. Viene portato all’ospedale “Molinette”, dove viene visitato e rimandato indietro al Cie, con la prescrizione di un bel lassativo.
3 novembre 2009: [CIE MILANO]Questa mattina il console algerino è arrivato in via Corelli (Milano) per decidere chi accettare e rimpatriare in Algeria. “Decidono di rallentare un destino che altri vorrebbero già segnato” dicono da macerie, una trasmissione di Radio BlackOut. Alcuni reclusi si sono rifiutati di uscire dalle celle e ricevere il console. A quel punto le forze dell’ordine hanno usato la repressione, manganellando anche chi era nel letto, dormiva e non sapeva nulla. Tra i ragazzi c’era anche un minorenne.
31 ottobre 2009: [BULGARIA]Hasun muore in un centro di detenzione bulgaro
28 ottobre 2009:[CIE TORINO] Ieri sera al cie di Corso Brunelleschi hanno fatto lo sciopero del sonno e lo sguardo dei prigionieri è rimasto fisso sulle forze dell’ordine schierati a pochi passi. I reclusi iniziano ad urlare e battere tra le sbarre “libertà”
27 ottobre 2009:[CIE GRADISCA] Elham è nel cie di Gradisca. Non mangia da 57 giorni.Sta male. La sua compagna( incinta) non sa nulla, non vuole farla preoccupare. E intanto Elham ogni giorno che passa perde le forze…Giovedì dovrebbe essere ricoverato all’ospedale.
25 ottobre 2009: [CIE TORINO] Un recluso minorenne due giorni fa ha tentato di impiccarsi. Per rianimarlo, i militari lo hanno portato nella sala d’aspetto del barbiere (una stanza senza telecamere) e lo hanno riempito di botte.
24 ottobre 2009:[CIE GRADISCA] lunghi scioperi della fame a Gradisca ( Elham)
23 0tt0bre 2009: [CIE BOLOGNA] Salmata si presenta in questura e viene rinchiusa nel cie di Bologna
22 ottobre 2009: [CIE TORINO] I ragazzi reclusi nel Cie di Corso Brunelleschi di Torino soffrono e muoiono dal freddo. Mi raccontano che un ragazzo, qualche giorno fa ha distrutto un cellulare e lo ha ingoiato. Poi ha fatto a pezzi due batterie e un accendino e le ha messe in bocca insieme ad una lametta da barba. Il ragazzo è stato portato urgentemente in Ospedale, poi rilasciato. “E’ l’unica soluzione, quel ragazzo ora è libero” mi dicono dal centro. C’è il rischio che i reclusi inizino ad imitare le gesta del ragazzo per trovare la loro libertà. All’interno di quel centro ci sono ancora due minorenni di 16 anni. Piccolissimi. Quando ho parlato telefonicamente con uno di loro mi ha urlato: “io voglio morire, salgo sul tetto e mi butto di sotto. Non è vita questa, meglio morire”. Un suo compagno mi ha riferito che ha già provato una prima volta a suicidarsi ma è stato fermato dai compagni di cella. Mimì, il ragazzo picchiato dai militari circa un mese fa, è in sciopero della fame da due settimane esatte, da solo, e chiede con insistenza di essere liberato, anche se recentemente la sua detenzione è stata prolungata.
22 ottobre 2009: [CIE GRADISCA] Sono quasi due mesi che Elham Esalami sta effettuando lo sciopero della fame nel Cie di Gradisca. Sciopera in solitudine, perché vuole un permesso di soggiorno che nessun funzionario sembra volergli concedere. Sciopera perché ha un amore in Italia che lo aspetta ansiosa a casa. Non mangia perché con lei ha due bambini e un altro in arrivo. Tante volte avrebbe potuto scappare, Elham Elalami, ma non l’ha mai fatto: dal Centro vuole uscirci con il permesso di soggiorno oppure senza vita. E se dovesse succedere qualcosa a Elham, qualcuno (non faccio i nomi perché sono tanti, troppi) dovrebbe averlo nella coscienza.
18 ottobre 2009: [CIE TORINO] Ieri pomeriggio al cie di Corso Brunelleschi è tornata l’acqua calda. Ho chiamato Adel (x leggere la sua storia clicca quì) ieri sera a mezzanotte e mi ha passato un ragazzino di 16 anni, “voglio arrampicarmi nel tetto e buttarmi da lì, non ce la faccio più”. Adel mi racconta che quel ragazzo ha già provato il suicidio una volta ma i suoi compagni di cella lo hanno fermato. Molti vogliono tornare a casa: “ se io voglio tornare a casa e non mi fanno andare è un sequestro di persona. Siamo a Guantanamo”.
17 ottobre 2009: [CIE TORINO] Cie corso Brunelleschi, minori acqua fredda e indifferenza
17 ottobre 2009: [CIE ROMA]]Il Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, ha inviato un telegramma urgente al Dirigente Sanitario Regionale per la medicina penitenziaria. Vuole discutere come affrontare il virus H1N1 nelle carceri della Regione Lazio. ”Con i livelli di sovraffollamento attuali - ha detto Marroni - c’e’ davvero il rischio che le carceri siano fra i luoghi dove il virus possa diffondersi”. Solo nel Lazio i reclusi al 1 ottobre erano 5.837, cui vanno aggiunti i 50 ragazzi dell’istituto penale minorile di Casal del Marmo e i 300 reclusi, fra uomini e donne, del Cie di Ponte Galeria.
16 ottobre 2009: [CIE TORINO] Malcontenti al Cie di Torino. Martedì sera, i reclusi hanno iniziato a protestare per la mancanza di acqua calda all’interno delle gabbie. A quel punto sono arrivate le forze dell’ordine,accolte con un fitto lancio di oggetti. La protesta è rientrata solo quando dai rubinetti ha ricominciato a uscire acqua calda. Si evince che l’unico modo per protestare contro le ingiustizie (dai pestaggi al decoder, dall’acqua ai termosifoni spenti) è farsi sentire. Nessuno ti ascolta all’interno del centro se da solo chiedi una medicina.
16 ottobre 2009: [CIE BARI] Sono scesi in piazza per protestare, gli extracomunitari, perlopiù nigeriani, ex ospiti del “Cara” di Borgo Mezzanone, in attesa che la Commissione Territoriale si pronunci sul loro status di rifugiato. Di fatto per gli stranieri è scaduto il tempo massimo dei 6 mesi entro il quale ricevere risposta di accoglimento o non accoglimento della richiesta di asilo.
15 ottobre 2009: [CIE ROMA]Piove dentro il centro di Ponte Galeria. I reclusi sono costretti a spostare i materassi per sfuggire alle gocce che vengono dal soffitto.
15 ottobre 2009: [CIE TORINO]Adel:”mi negano il ritorno in patria perchè non ci sono i soldi”
13 ottobre 2009: [CIE GRADISCA] Convivere con il sistema Cie. Parla un operatore di Gradisca
10 ottobre 2009: [CIE TORINO] Oggi al cie di corso Brunelleschi a Torino i reclusi hanno gettato l’immondizia per terra per protestare contro l’impedimento di guardare la televisione. Il Direttore del centro detentivo dice loro di chiedere il decoder “ai vostri amici che vi telefonano.”
6 ottobre 2009: [CIE] Roma, Gradisca, Crotone, Torino Brindisi. Continuano le proteste nei cie
2 ottobre 2009: [CIE] Crotone, Roma, Gradisca, Torino. Tra scioperi della fame e delusioni
1 ottobre 2009: [CIE] il garante dei detenuti:”i cie saranno la prossima emergenza nazionale”
29 settembre 2009: [CIE ROMA] sciopero della fame a Ponte Galeria
25 settembre 2009: [CIE GRADISCA] Foto e video shock dal cie di gradisca d’Isonzo
24 settembre 2009: [CIE ]Tra il silenzio continuano le proteste nei cie d’Italia
22 settembre 2009: [CIE]Giorni di fuoco nei cie di Bari, Bologna e Gradisca d’Isonzo
21 settembre 2009: [BARI - GRADISCA]violenze a ripetizione nel cie di Bari Palese e Gradisca d’Isonzo
19 agosto 2009: [BARI - MODENA]Si allarga la protesta nei Cie di Bari e Modena
17 agosto 2009: Tra rabbia e dolore
15 agosto 2009: La battaglia silenziosa dei migranti
14 agosto 2009: [CIE MILANO] il centro di discriminazione permanente . Scontro a Milano tra forze dell’Ordine e reclusi. 14 persone (5 donne e 9 uomini) sono state arrestate e processate per direttissima per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamenti e lesioni
9 agosto 2009: [CIE GRADISCA] iniziano subito le proteste e scioperi della fame nei Cie di gradisca, Via Corelli di Milano, corso Brunelleschi di Torino…
8 agosto 2009: Entrata in vigore del “pacchetto sicurezza” (legge 94/09), illustrato il 21 maggio 2008 dal ministro dell’interno Maroni nel corso di una conferenza stampa.
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