4 gennaio 2010: Le organizzazioni per i Diritti Umani ricevono continue segnalazioni di episodi di razzismo e violenza,” dichiarano preoccupati i co-presidenti del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “I casi più gravi e recenti riguardano due aggressioni a sfondo xenofobo e omofobo ai danni di stranieri, accaduti a Firenze la notte di San Silvestro: un etiope di 37 anni e un fotografo egiziano”. “Le vittime sono state attaccate da gruppi di razzisti in orari diversi e ridotti in gravi condizioni,” continua EveryOne, “tali da necessitare il ricovero al CTO di Firenze e interventi di ricostruzione maxilo-facciale con lunghe prognosi.Altre segnalazioni riferiscono di ulteriori episodi violenti, non denunciati dagli aggrediti extracomunitari, timorosi di subire le conseguenze del pacchetto sicurezza, che non consente a chi non ha il permesso di soggiorno di ricorrere alla giustizia e, anzi, pone costoro in condizione di essere arrestati, rinchiusi nei Cie - carceri per migranti simili a lager - e infine deportati verso Paesi in crisi umanitaria”. (Iris press)
5 gennaio 2010: Previsti dall’art. 14 del Testo Unico sull’immigrazione 286/98, come modificato dall’art. 12 della legge 189/2002, i Centri di identificazione ed espulsione si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari. Dall’8 agosto scorso, con l’entrata in vigore della legge 94 del 15 l
uglio 2009, il termine massimo di permanenza degli stranieri in tali centri e’ passato da 60 a 180 giorni complessivi. Attualmente i centri di identificazione e di espulsione operativi sul territorio sono tredici: Bari, Bologna, Caltanissetta, Catanzaro, Gorizia, Milano, Modena, Roma, Torino, Trapani, Brindisi, Lampedusa e Crotone. (Adnkronos)
19 gennaio 2010: [PROCESSO VIA CORELLI] Attimi di tensione, in Tribunale a Milano, durante il processo nei confronti di 4 nordafricani arrestati nel corso della rivolta scoppiata il 7 novembre scorso nel centro di via Corelli. Tutto e’ iniziato quando l’accusa ha chiesto per i 4 immigrati la pena ad un anno di reclusione. Qualche brusio dal pubblico ha convinto subito i giudici della I sezione penale a proseguire il procedimento a porte chiuse. Una decisione che ha subito suscitato le proteste urlate di diversi appartenenti al comitato antirazzista di Milano che, fuori dall’Aula, hanno srotolato striscioni e manifesti nei quali si ricorda e rivendica la morte di Mohammed El Abbouby, l’immigrato morto suicida il 15 gennaio scorso a San Vittore. ”Mohammed -si legge negli striscioni- e’ morto in carcere, ucciso a San Vittore dalle leggi razziste”. Lo stesso Mohammed, in un’ultima lettera scritta dal carcere aveva puntato il dito contro ”questo governo razzista senza idee per la gioventu’ che, secondo logica e’ il futUro di ogni nazione. Senza giovani lavoratori non si possono incassare le tasse e senza tasse addio pensioni”. Secondo i compagni di Mohammed, il ragazzo, che doveva scontare anche un mese di carcere, avrebbe deciso di suicidarsi inalando gas dopo aver saputo che sarebbe stato immediatamente riportato nel centro di via Corelli. (Adnkronos)
20 gennaio 2010: [CIE TARQUINIA] Il Cie di Ponte Galeria, alla periferia di Roma, sarà trasferito a Tarquinia. Lo annuncia Anna Pizzo, consigliere regionale, spiegando di aver avuto questa informazione direttamente dal prefetto, Giuseppe Pecoraro. E’ una notizia, spiega, “che ho appreso direttamente dal prefetto di Roma, secondo il quale sarebbe già stato firmato il decreto ministeriale per il trasferimento del Cie da Ponte Galeria a Tarquinia”. A marzo il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, negò l’intezione di spostare il centro, spiegando che “nel Lazio c’è già un centro a Ponte Galeria, a Tarquinia non è previsto nulla”. Secondo la Pizzo la decisione è già stata presa: “Vorrei sapere - dice - per quale motivo la Regione non sia stata informata di una scelta così importante, che coinvolge il territorio di sua competenza. Ritengo doveroso che l’amministrazione si interroghi quanto prima in merito a due questioni: se intende o meno ospitare sul proprio suolo un nuovo Cie e quali caratteristiche debba avere per garantire ai migranti reclusi condizioni di vita adeguate e il rispetto dei diritti fondamentali”.
21 gennaio 2010: Da Rosarno a Bari, parlano gli immigrati del Cie: “Per noi violenze, razzismo e menzogne””Una delegazione di Migreurop raccoglie le testimonianze dei migranti evacuati da Rosarno: “Sono vittime, per loro ci vuole una protezione specifica”. Ma uno di loro, ferito gravemente, rischia ancora l’espulsionE. LEGGI
22 gennaio 2010: L’onorevole Francesco Bosi (Udc) ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno ricordando gli impegni assunti dal Governo per istituire in ogni regione centri di accoglienza e trattenimento immigrati (Cie). Nell’interrogazione, il deputato centrista chiede ‘a che punto sia il mantenimento di questi impegni dal momento che in Toscana, ad esempio, non risulta ancora individuata alcuna soluzione’. Bosi sottolinea inoltre come ‘il lavoro delle Forze dell’Ordine sia molte volte vanificato o reso comunque piu’ difficile proprio per l’assenza di queste strutture, le piu’ vicine delle quali si trovano in Emilia-Romagna’. (Adnkronos)
22 gennaio 2010: [CIE TARQUINIA] ”Allestire un Centro di identificazione ed espulsione per immigrati nell’ex polveriera dell’Esercito sarebbe come creare una nuova Auschwitz.
E’ impossibile che degli esseri umani possano vivere in un ambiente come quello, dove sono state stipate per anni armi pericolosissime, piena di amianto” dice il sindaco di Tarquiniqa Mauro Mazzola. LEGGI
24 gennaio 2010: [CIE TARQUINIA] Che l’ex polveriera di Tarquinia non era la sede ideale per un Cie (centro identificazione ed espulsione degli immigrati), il sindaco Mauro Mazzola lo aveva detto in tutte le lingue. Soltanto ora, però, il primo cittadino di Tarquinia ha deciso di spiegare il perché. LEGGI
27 gennaio 2010: Ricordando le donne uccise per il pane dai fascisti e dai nazisti e ledonne rinchiuse nei CIE, oggi, mercoledì 27 Gennaio 2010, Giornata della Memoria per costruire un
futuro di diritti rispettati, le Madri per Roma Città Aperta hanno organizzato presidio al Ponte dell’Industria, Via di Porto Fluviale, ore 15 (zona ostiense), per chiedere la chiusura del Cie di Ponte Galeria DELTA NEWS
27 gennaio 2010: Dopo le elezioni regionali, il Viminale procederà “all’identificazione ed alla definizione dei siti” per la costruzione di nuovi Centri di identificazione ed espulsione dei clandestini, “con l’obiettivo di realizzarli e renderli operativi entro la fine del 2010”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni. “La lotta all’immigrazione clandestina – ha sottolineato il ministro – è una delle priorità dell’azione del governo. Intendiamo portare avanti questa azione senza tentennamenti, nella convinzione che essa è strettamente collegata alla sicurezza dei cittadini. Stiamo facendo in Italia grandi sforzi ed i risultati, come ho già avuto modo di dire, sono molto confortanti: il contrasto e la prevenzione dell’immigrazione clandestina ha portato ad una riduzione degli sbarchi del 74 per cento nel 2009 sul 2008 e di oltre il 90 per cento da quando è iniziata l’attuazione dell’Accordo con la Libia. Anche sull’altro versante, quello delle espulsioni nei Paesi di origine, stiamo procedendo con grande intensità: sono oltre 40 mila i cittadini extracomunitari effettivamente rimpatriati negli ultimi due anni”. Maroni ha perciò spiegato che “per migliorare questa azione intendiamo completare e attuare quel programma”, cioè la realizzazione “di nuovi centri di identificazione ed espulsione nelle regioni dove adesso non sono presenti, in particolare nella Toscana”, citata nell’interrogazione. (Velino)
29 gennaio 2010: L’Italia dei Valori della Toscana e’ d’accordo con il candidato governatore del centrosinistra, Enrico Rossi, sulla realizzazione di un Centro di identificazione ed espulsione per immigrati clandestini (Cie) nella regione. ”La sicurezza del cittadino - afferma in una nota Giuliano Fedeli, coordinatore regionale IdV - e’ un bene prezioso che va perseguito con responsabilita’ e misura, senza sacrificare i diritti umani e la solidarieta’, creando una ‘via toscana’ alla creazione di Cie che rispetti l’uomo. Prendiamo atto con soddisfazione delle dichiarazioni di Rossi, e di essere in linea con il suo programma. Ogni regione deve avere il suo Cie”. (Adnkronos)
2 febbraio 2010: più di dieci anni dall’istituzione dei centri per migranti in Italia, la gestione generale sembra ispirata a un approccio ancora emergenziale. I servizi erogati, in generale, sembrano essere concepiti nell’ottica di soddisfare a malapena i bisogni primari, tralasciando le molteplici istanze che possono contribuire a determinare una condizione accettabile di benessere psicofisico. LEGGI il rapporto di Medici Senza Frontiere
4 febbraio 2010: Il Cie di Trapani “sarà chiuso quest’anno e sostituito da una nuova struttura”. L’annuncio arriva da Angelo Malandrino, prefetto del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’interno, che - alla presentazione alla Camera del rapporto sui centri per migranti realizzato da Medici senza frontiere (Msf) - ha definito “inadeguate” alcune strutture che accolgono i migranti. LA SICILIA
6 febbraio 2010: «Meglio il carcere, trattati peggio dei cani»: lo dicono gli immigrati ospitati nel Cie (Centro identificazione espulsi) di Bari in un filmato-denuncia registrato con un telefonino all’interno della struttura e diffuso e pubblicato sulla homepage di RadioRadicale. LEGGO
7 febbraio 2010: Migranti sottoposti al test del virus dell’Hiv senza richiedere il consenso degli interessati. Avviene all’entrata del Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari in cui fra l’altro e’ ‘frequente’ il ricorso al placebo. MONDORARO
8 febbraio 2010: Ci sono cinque donne. Si chiamano Joy, Hellen, Florence, Debby e Priscilla. Hanno partecipato, quest’estate, alla rivolta scoppiata nel Cie di via Corelli a Milano. Joy ed Hellen denunciano poi un tentativo di stupro da parte del vicequestore, Vittorio Addesso. Si sta aspettando la loro scarcerazione dalla casa circondariale di Como, il 12 febbraio prossimo. Il timore (assai fondato) è che, uscite di lì, possano finire, di nuovo, in un altro Cie. di Cristina Morini
12 febbraio 2010: Circa un centinaio tra femministe e militanti dei comitati antirazzisti hanno protestato venerdì davanti al Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, nel giorno in cui sono state scarcerate dal carcere di Como e da quello di Brescia Joy e Hellen, le due ragazze nigeriane che avevano denunciato un presunto tentativo di stupro ad opera di un ispettore della polizia avvenuto nell’agosto scorso proprio nel Cie milanese. CORSERA
13 febbraio 2010: Adesione all’ appuntamento di sabato 13 febbraio 2010, alle 10.00 di mattina alla stazione Ostiense, per andare al CIE di Ponte Galeria a salutare Helen e Florence e far sentire la nostra solidarietà ai reclusi e alle recluse in sciopero della fame.WOMENEWS
15 febbraio 2010: Dopo i fatti di Rosarno ed il trasferimento a Bari di una parte dei braccianti migranti costretti a fuggire da quella località, anche alla luce di notizie di stampa tutt’altro che rassicuranti su condizioni di accoglienza simili alla detenzione nel CIE – centro di identificazione e espulsione - di Palese, l’Assessore Regionale al Lavoro, Losappio, ha chiesto formalmente al Prefetto di Bari la possibilità di effettuare una ricognizione in quella struttura.PUGLIALIVE
Il Prefetto ha inoltrato la richiesta al Ministero la cui burocratica risposta è un secco no perché “l’ingresso è consentito solo ai parlamentari nazionali nell’esercizio del potere di sindacato ispettivo”.
16 febbraio 2010: Nessuno lo ha fermato, nonostante da giorni sostenesse che lo avrebbe fatto: avrebbe cercato di uccidersi. E ora le sue condizioni sono critiche. Ieri mattina ennesimo tentativo di suicidio nel centro di identificazione e espulsione di Ponte Galeria a Roma. Un cittadino marocchino di 38 anni, Boukili Whid, si è gettato dalla recinzione del centro di identificazione e espulsione per stranieri. IL MANIFESTO
21 febbraio 2010: Nella mattinata di ieri l’Onorevole Dario Ginefra è riuscito ad entrare nel C.I.E. di Bari per verificare lo stato di avanzamento dei lavori di manutenzione richiesti al Prefetto lo scorso otto dicembre, nonché la condizione in cui versano gli occupanti del Centro barese, in particolare gli immigrati provenienti da Rosarno. “I lavori svolti nel corso di queste settimane non hanno assolutamente risolto i problemi che avevo riscontrato nel sopralluogo dell’otto dicembre scorso e in quello successivo effettuato i primi di gennaio - ha dichiarato Ginefra - all’indomani degli accadimenti di Rosarno. BARILIVE
21 febbraio 2010: La storia di Fathi, il recluso del Cie di Bari che, un paio di settimane fa, è riuscito a far circolare in Italia un video sulle condizioni di reclusione del Cie di Bari. Immagini girate all’interno delle gabbie, clandestinamente, e che lui ha fatto arrivare in Italia dalla Tunisia, dove qualche giorno prima era stato deportato.Al centro della sua storia, riassunta in poche righe, un tentativo di fuga dal Cie e poi botte selvagge e minacce. Una storia come tante, la sua, ma ha avuto il coraggio e la costanza di raccontarcela. Diamogli ascolto. RADIOBLACKOUT
25 febbraio 2010: “Dal 2007 a Rosarno, ho raccolto olive per 13 euro al giorno e arance per 25 euro. Ancora adesso non so per quale motivo mi trovo qui a Bari.” Questa è la testimonianza di Richard, ragazzo del Ghana, intervenuto nell’incontro “Quale sorte per i migranti di Rosarno? Il caso dei 43 detenuti nel CIE di Bari”, organizzato dall’associazione Pensa Libero, nell’auditorium della parrocchia San Marcello. IL BAROMETRO
26 febbraio 2010: Da lunedì primo marzo, gli operatori della Croce Rossa usciranno dal Cie di Ponte Galeria. Il Centro di identificazione ed espulsione alle porte di Roma avrà un nuovo ente gestore. CORSERA
27 febbraio 2010: In provincia di Crotone, sorge il centro per richiedenti asilo più grande d’Europa. Una convivenza difficile in una piccola contrada. Tra disoccupazione, babele delle lingue, violenze e razzismo, rischia di esplodere un altro caso Rosario CROTONE1
3 marzo 2010: Da ieri mattina i reclusi e le recluse del Cie di via Corelli a Milano sono in sciopero della fame. Alla mobilitazione hanno aderito tutte le sezioni: maschile, femminile e trans. Anche i reclusi del Cie di Gradisca d’Isonzo a Gorizia hanno iniziato una mobilitazione, che ha preso la forma dello “sciopero del carrello”, per protestare contro la scarsa qualità del cibo.DELTANEWS
5 marzo 2010: “Siamo stanchi di non vivere bene. Viviamo come topi. La roba da mangiare fa schifo. Viviamo come carcerati ma non siamo detenuti. I tempi di detenzione sono extra lunghi perché 6 mesi per identificare una persona sono troppi. Siamo vittime della Bossi Fini. C’è gente che ha fatto una vita in Italia e che ha figli qua, gente che ha fatto la scuola qui e che è cresciuta qui. Non è giusto. Non siamo delinquenti.” MELTINGPOT
5 marzo 2010: La notte tra il 28 febbraio e il primo marzo, mentre in tutta Italia ci si preparava allo sciopero dei migranti, il centro di identificazione ed espulsione di Roma, il Cie di Ponte Galeria si preparava a un importante cambio di gestione. La struttura, da sempre gestita dalla Croce Rossa Italiana, da pochi giorni è passata infatti nelle mani della cooperativa Auxilium. AMISnet
7 marzo 2010: Non mangiano ormai da tre giorni. Gli immigrati reclusi nel centro di identificazione ed espulsione di Torino sono determinati e hanno intenzione di continuare. Protestano contro le «pessime» condizioni di detenzione e per l’allungamento del periodo di reclusione. «Viviamo come topi e siamo stanchi di essere trattati come criminali». La denuncia di un migrante dal Cie di via Corelli non lascia spazio a dubbi. E la protesta corre e infuoca l’Italia. I detenuti sono in contatto tra loro e da Torino lo sciopero della fame dilaga fino a Roma, passando per Gradisca d’Isonzo e Bologna. Mentre a Bari si decide sul da farsi. TERRA
30 marzo 2010: Solite giornate nel Cie di Ponte Galeria: reclusi sedati che passano la giornata a letto. Qualche giorno fa un recluso ha sbattuto la testa contro il muro per la disperazione. Poi ci sono i casi di autolesionismo: ogni sera qualcuno ingoia una lametta. Questa nott nel centro è divampata una rivolta, alcuni reclusi sono saliti sul tetto e altri hanno bruciato i loro letti. Intorno all’una e venti si sentono anche degli spari.
1 Aprile 2010: Il giorno dopo la rivolta di Ponte Galeria, è iniziato il processo per direttissima contro 18 persone arrestate. Dei 18 fermati, 3 - gli unici che hanno precedenti per resistenza - rimarranno in carcere. Durante l’udienza uno dei poliziotti di guardia a Ponte Galeria ha ammesso di aver sparato tre colpi di pistola in aria perché si sarebbe ritrovato sul tetto, abbandonato dai colleghi e in mezzo ai rivoltosi.
Ingrid è nel CIE di Milano ed è disposta all’espulsione, vuol tornarsene a casa e portarsi dietro le sue cose. I funzionari della questura, non vogliono sentire ragioni: si deve partir subito, senza neanche uno zaino dove mettere le sue cose. Ingrid sull’aereo, prima di partire, crea scompiglio e fa decidere il comandante dell’aereo (Tap, la compagnia di bandiera portoghese) di farla restare a Milano, si rifiuta di imbarcarla. Così i poliziotti, infuriati, debbono riportarla al Centro, e il viaggio è rimandato a venerdì, quando Ingrid è pronta ed è disposta a partire con tutte le sue cose.
6 aprile 2010: Dieci mesi passati tra Cie e carceri, dieci mesi di schifezze da masticare. Oggi Joy ha detto “Basta!” e ha rimandato indietro, a pranzo e cena, il cibo ”offerto” dal Cie di Modena. Alla domanda “Cosa vuoi fare?”, ha risposto che vuole rifiutare il cibo fino a morire. Il consiglio che le viene dato è di battere la testa contro al muro fino a spaccarsela.
13 aprile 2010: Non smettono mai gli scioperi della fame all’interno dei Cie. Cambiano di volta in volta i reclusi ma il sistema repressivo è sempre lo stesso. A Roma, B. è in sciopero della fame da 22 giorni, ha perso 16 chili. B. è disperato,vuole rivedere suo figlio, nato in Italia. La settimana scorsa ha ingoiato tutto e di più: una batteria da radio, una lametta, della candeggina e dello shampoo. E’ stato portato all’ospedale per la lavanda gastrica, e dopo un paio di giorni è di nuovo nel centro. Ora parla a fatica, a causa del tubo che gli hanno infilato in gola durante il ricovero…
14 aprile 2010: Nel Cie di Corso Brunelleschi (Torino), Mohammed è in sciopero della fame da 21 giorni. In Italia si stava costruendo una vita, tanto che ha ancora il mutuo da pagare per la casa. Da quando è in sciopero, i medici del Centro lo visitano ogni tanto e svogliatamente, limitandosi a misurargli la pressione. La settimana scorsa che c’era una troupe della Rai, Mohammed è stato portato in infermeria e gli hanno fatto una visita completa, come non l’aveva ricevuta mai, “anche i piedi, mi hanno visitato”.
16 aprile 2010: Said Stati, marocchino innocente, con due figli piccoli, da 5 mesi in un Centro di identificazione ed espulsione: torturato, umiliato, in isolamento e in attesa di deportazione. Appello urgente all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, signora Navanethem Pillay LEGGI L’APPELLO
18 aprile 2010: Tentato suicidio al Cie di Corso Brunelleschi (Torino). Nuer, un ragazzo tunisino, mercoledì mattina ha tentato il suicidio impiccandosi con una corda ma è stato soccorso in tempo dai suoi compagni. Una storia come molte altre all’interno dei Cie. Disperazione che non riesce a colpire la sensibilità della gente anche per il silenzio dei mass media sui migranti che soffrono all’interno di quei lager.
18 aprile 2010:Mohammed, ha interrotto lo sciopero della fame che portava avanti da 23 giorni. Quello che Mohammed chiedeva era la visita di un medico che gli misurasse la pressione e che gli facesse un prelievo del sangue. Ha ottenuto una visita psichiatrica che gli ha confermato la sua salute mentale. Il commento al suo rientro è stato: “Tu stai rischiando la vita, ti conviene smettere di fare lo sciopero, tanto non ti fanno uscire”.
25 aprile 2010: “Mesi e mesi di vita rubata tra Cie e carcere dopo anni di vita rubata dai suoi sfruttatori. Quello di Joy non è un tentato suicidio, ma un tentato omicidio, e sappiamo bene chi vuole la sua morte: chi sta facendo di tutto per non farla uscire dal Cie, chi da settimane cerca di piegarla e distruggerla psicologicamente, chi cerca di isolarla impedendo i colloqui con lei e negandole la linfa vitale delle relazioni. Tutti/e costoro – e i loro complici – sono responsabili del gesto disperato di Joy che oggi i suoi avvocati hanno voluto denunciare con un comunicato stampa mandato alle agenzie”. [LEGGI CHI E' JOY]
27 aprile 2010: Ieri sera, dopo un tentativo di fuga nel Cie di Corso Brunelleschi sono scattate le punizioni. Molti ragazzi sono rimasti feriti e lasciati sanguinare per terra fino a questo pomeriggio. Ora uno di loro è in ospedale: ha il naso rotto. A causa delle violenze ricevute 30 migranti hanno iniziato uno sciopero della fame
29 maggio 2010: Rivolte, fughe e violenze nel Cie di Brindisi. Il “Restinco” è uno dei Cie ignorato dalla stampa nazionale. Eppure le proteste all’interno del Cie non si fermano. All’interno del cie ci sono passati illegalmente anche minori e negli ultimi giorni un papà di famiglia disperato si è cucito le labbra per protesta. Il gesto disperato è avvenuto dopo che le autorità non avrebbero concesso al cittadino afghano di contattare telefonicamente la famiglia e i suoi bambini.
Sempre nei giorni scorsi al “Restinco” si è scatenato l’inferno. Rivolete e violenze si sono ripetute più volte. La prefettura assicura che ci sono stati più feriti delle forze dell’ordine che dei migranti ma una voce di corridoio si fa sempre più insistente: sembrerebbe che un ragazzo senegalese è in fin di vita all’ospedale dopo essere passato tra le mani di polizia e militari della San Marco. La Prefettura smentisce.
2 giugno 2010: Agitazione ieri dentro al Cie di Gradisca. I reclusi hanno rifiutato il cibo,protestano per i lavori di “messa in sicurezza” di un pezzo del Centro. Proprio mentre i gestori affermano di aver pochi soldi a disposizione da non poter neanche aggiustare i televisori delle camerate che non funzionano da mesi. E’ una vera e propria censura contro chi potrebbe prendere coscienza dei propri diritti e libertà. Una nuova disposizione dei carcerieri ha ridisegnato il Centro: i prigionieri che parlano italiano sono stati messi tutti insieme, in modo da isolarli dal resto dei reclusi ed ostacolare i contatti con l’esterno.
4 giugno 2010: Rivolta nel Cie di Ponte Galeria (Roma). Dall’interno si racconta che un recluso è in fin di vita a causa degli scontri con le forze dell’ordine. Le cariche sarebbero avvenute dopo che la scorsa notte, un gruppo di detenuti del lager romano, hanno iniziato ha bruciare materassi, spaccare finestre e danneggiare mobili. Alcuni sono saliti sul tetto della struttura, altri si sono arrampicati sulla recinzione. Cinque si sono allontanati e ora sono ricercati dalla polizia. Secondo i reclusi la rivolta sarebbe scoppiata per l’oppressione e la disperazione. Abbiamo dato fuoco ai materassi - ha detto - abbiamo sfondato i cancelli e abbiamo smesso di mangiare e di bere. Perché qui ci trattano come bestie. Siamo 300 persone in venti stanze da 8. Ci fanno dormire per terra come i cani” raccontano i migranti a Radio Onda Rossa. Sempre la stessa persona racconta “Alcuni sono riusciti a scappare. Uno lo hanno preso, lo hanno legato a una sedia nudo e lo hanno lasciato così, massacrandolo di botte”. La questura di Roma fa sapere che c’è un “clima di confusione che nel centro continua da almeno venti giorni e viene fuori soprattutto nei momenti dei pasti e delle terapie”. Ascolta l’intervista
7 Giugno 2010: Domani Joy sarà sentita come “persona informata sui fatti” a proposito del tentativo di violenza sessuale subita da parte dell’ispettore capo di polizia Vittorio Addesso, lo scorso agosto nel Cie di Milano. Hellen e Joy furono denunciate a sua volta per calunnia dall’ispettore capo. Joy ormai da mesi passa il suo tempo nei cie, nel carcere e poi ancora nei cie. Passati i 180 giorni di detenzione prevista dal pacchetto sicurezza, Joy potrebbe essere deportata nel suo paese, dove i suoi sfruttatori sono pronti ad accoglierla a braccia aperte. Quì potete scaricare l’interrogatorio di Joy in aula
8 giugno 2010: Ieri sera a Ponte Galeria due ragazzi algerini hanno tentato il suicidio. Uno dei due algerini è stato trasferito in ospedale, “l’altro è stato visto con un lenzuolo al collo mentre lo si trascinava in infermeria con la bava alla bocca.” dice radio Onda Rossa. Oltretutto c’è un uomo con i piedi gondi e viola causati dopo una tentata evasione. I reclusi raccontano che la tensione è molto alta e che non ce la fanno più: la vita a Ponte Galeria - affermano – è peggio della schiavitù.
8 giugno 2010:Roma, 8 giu. (Adnkronos) - Stop ai facili trattenimenti dei clandestini nei Centri di identificazione ed espulsione destinati agli stranieri irregolari in attesa di essere rinviati nel loro Paese. Lo intima la Cassazione (I sezione civile sentenza 13767) sottolineando che ”la sostanziale equiparazione fra misura di trattenimento nel Centro di identificazione ed espulsione dello straniero irregolare e misura detentiva determina l’invalidita’ della proroga disposta dal giudice di pace senza la partecipazione dello straniero medesimo ne’ del suo difensore di fiducia o d’ufficio”.
9 giugno 2010: Ieri, Joy ed Hellen, dentro al tribunale hanno confermato il tentativo di stupro che sarebbe avvenuto dentro il Cie da parte dell’ispettore capo, Vittorio Addesso. Lo hanno fatto dinanzi all’ispettore capo insieme al suo difensore, un avvocato dello studio La Russa di Milano. Ora, che sono state ascoltate dal giudice le due ragazze rischiano di essere espulse visto che il loro trattenimento nel Cie sta per finire (180 giorni secondo il “pacchetto sicurezza”)
12 giugno 2010: Giovedì 10 giugno, un ragazzo marocchino rinchiuso all’interno del Cie di Bologna, si è cucito le labbra per protestare contro le autorità per l’ingiusta reclusione e per non aver avuto la possibilità di essere trasferito almeno al Cie di Milano dove c’è la sua famiglia con il papà malato
16 giugno 2010: Dopo mesi di agonia trascorsi tra Cie - carcere - cie, Joy è finalmente uscita. In tasca ora ha un permesso di protezione umanitaria da “vittima di tratta” , ciò la costringerà a stare chiusa in una casa protetta da occhi indiscreti. La sua storia ha colpito la società civile ma non gli organi di stampa e del potere. Ora lei è felice di essere finalmente fuori dalla macchina infernale, dal lager, costruito da Hoc dai nostri governanti. Lei è contenta e noi siamo contenti insieme a lei.
18 luglio 2010: Notte di violenza, incendi, evasioni e rivolte nei Cie Italiani. Dopo Trapani, Corso Brunelleschi, Gradisca, la protesta è divampata anche nel Cie di Via Corelli a Milano. Da agosto del 2009 che i Cie d'Italia bruciano...ma nessuno ne parla! A Gradisca d’Isonzo tutto comincia, ancora una volta, con un tentativo di espulsione di alcuni tunisini. La reazione ha fatto scatenare i reclusi che sono saliti sui tetti, le forze dell'ordine rispondevano con fitti lanci di lacrimogeni. Da lì si è scatenata la violenza e la rabbia. Secondo alcune fonti, un recluso,Miloud Shabouti, viene colpito da un candelotto e cade nel fuoco ustionandosi al volto.
19 luglio 2010:Habib, dall’ora di pranzo, si trova seduto sul tetto del Cie di Corso Brunelleschi (Torino). ha trascorso quasi sei mesi all'interno della struttura ed ora gli hanno comunicato che sarà espluso. E pensare che tra un paio di giorni sarebbe dovuto uscire per la scadenza dei termini di detenzione (180 giorni "pacchetto sicurezza).
A Gradisca, dopo la rivolta della notte tra sabato e domenica, i reclusi sono stati irinchiusi nei cameroni, e il cibo viene passato da sotto le porte. Molti hanno cominciato lo sciopero della fame. Miloud Shabouti è stato fatto rientrare dall’ospedale: ha ustioni sul 20% del corpo, e nonostante tutto è rientrato nel lager
20 luglio 2010: Habib (Sabri, secondo i registri del Centro), è ancora sul tetto. Nelle aree dove i reclusi dormono, si sentono in continuazione battiture sulle sbarre per farsi sentire. Maher, un altro recluso stamattina si è tagliato su tutto il corpo.
24 luglio 2010: Habib è sceso dal Cie di Corso Brunelleschi e sale nel tetto di Ponte Galeria Samir.
Habib
dopo tre giorni sul tetto, la celere lo ha fatto scendere dal tetto. Ed oggi Habib è in Tunisia un pò zoppicante. E' slatato giù dal tetto e si è fato male ma la voglia di respingerlo in Tunisia era tanta e non è stato neanche portato in ospedale.
Samir per sfuggire al rimpatrio giovedì sera, ha ingoiato dei vetri, si è tagliato e poi è montato sul tetto di Ponte Galeria. Dopo una giornata sul tetto Samir, dopo la scadenza dei termini, non è stato espulso ed è stato liberato.
29 luglio 2010: Da Clandestino eroe al Cie
30 luglio 2010: Rivolta degli immigrati nel Cie di Bari Palese(Video). Nella notte una trentina di immigrati hanno messo in atto una protesta all'interno del Cie. Devastati i moduli abitativi, feriti militari e detenuti. Alcuni sono riusciti a fuggire, altri sono stati arrestati. Una trentina di reclusi hanno raggiunto il tetto, lanciando oggetti contro le Forze dell'Ordine. Sinceramente sul numero di arrestati, fuggiti e feriti non si sa nulla, ogni giornale da i suoi numeri.
30 agosto 2010: [GRADISCA] Rivolte e evasioni. Il Cie di gradisca sotto accusa
02 ottobre 2010: [ELMAS] Rivolta ieri mattina all'alba nel centro di accoglienza di Elmas, alle porte di Cagliari, contro il trasferimento a Gorizia di un gruppo di immigrati algerini sbarcati in Sardegna nelle ultime settimane. Alcune decine di ospiti hanno protestato appiccando un incendio con carte, materassi e cuscini. Secondo quanto si e' appreso, alcuni agenti sarebbero rimasti leggermente intossicati. Tutti i focolai sono stati spenti intorno alle 10 dai vigili del fuoco di Cagliari che hanno anche bonificato l'area interessata dal rogo. Attualmente sono circa un centinaio gli immigrati ospitati nel centro di Elmas. Proprio ieri mattina una parte degli ospiti, una cinquantina di cittadini algerini, doveva essere trasferito nel Cie di Gorizia. L'allarme incendio ha fatto ritardare la loro partenza di alcune ore. Negli ultimi mesi, nonostante gli sbarchi di clandestini siano stati poco numerosi, le rivolte e i tentativi di evasione dal centro di Elmas sono stati diversi. L'ultimo risale a lunedì 27 settembre. (Aduc immigrazione, Unione Sarda)
29 ottobre 2010: Isabella Rauti, moglie del sindaco di Roma, Gianni Alemanno,visita il Cie di Ponte Galeria “Il Cie deve essere chiuso. I reclusi vivono peggio che in carcere”. Ha voluto constatare di persona le condizioni in cui vivono gli immigrati reclusi nel centro di identificazione e di espulsione di Ponte Galeria. “In questo centro le condizioni, forse anche legate alla condizione di transitorietà della situazione, a mio avviso sono anche peggiori di quelle di un carcere”, dice la moglie dello sceriffo di Roma. Ma và, non scopre mica l’acqua calda. “Il Prefetto di Roma lo scorso 6 ottobre ha auspicato la chiusura di questo Cie, mi sento di condividere pienamente questa indicazione”. Un detenuto racconta: “è faticoso trascorrere le giornate senza aver nulla da fare. Il brutto è che ora con la nuova legge si rischia di stare qui dentro anche fino a sei mesi”. (da "Libero Roma" di venerdì 29 ottobre 2010 Il Cie deve essere chiuso)
30 ottobre 2010: Otto afghani trovati dalla polizia, erano nascosti all'interno di un camion condotto da un autotrasportatore bulgaro. Era stato lo stesso camionista a chiamare il 113 per dare l'allarme una volta notato un taglio nel telone del rimorchio. Dentro c'erano gli otto ragazzi, la maggior parte – sei – minorenni tra i 15 e i 17 anni. Erano tutti senza documenti e nessuno di loro ha chiesto asilo politico o lo stastus di rifugiato, oppure gli è stato impedito di farlo non spiegando loro le procedure? Comunque i minori sono stati affidati ai servizi sociali, mentre i due adulti sono stati denunciati ed espulsi, al Cie, infatti non c'era più posto: ora hanno cinque giorni di tempo per allontanarsi dall'Italia, in caso contrario rischiano l'arresto. (Via Emilia Net)
06 novembre 2010: Mentre continuava la protesta dei migranti a Brescia, mercoledì notte al Cie di Via Corelli sono stati incendiati cartoni e suppellettili. Il motivo della protesta sarebbe stata una irruzione delle forze dell'ordine all'interno delle gabbie. Da lì sarebbero partiti i pestaggi al grido di: "negri di merda". In almeno sette finiscono all’ospedale per le botte prese. A Macerie i migranti racconta che "spesso entrano nelle sezioni verso le due del mattino per fare perquisizioni. Più precisamente entrano nelle camere, denudano tutti i detenuti e li lasciano lì in piedi e al freddo. Li insultano, li colpiscono con i guanti, con le mani, ripetono che loro lì hanno solo il diritto di non avere diritti e che sono loro che comandano".
18 novembre 2010: Un incendio si e' sviluppato poco fa in uno dei "moduli" del Cie di Bari, il Centro di Identificazione ed Espulsione immigrati, di via D'Annunzio, alla periferia della citta' e nei pressi della "Cittadella" della Guardia di Finanza, vicino l'Aeroporto. Dalle prime notizie non ci sarebbero feriti, ma un gruppo di stranieri si sarebbe barricato in uno dei locali. Sul posto stanno intervendo i Vigili del Fuoco. (AGI)
21 Novembre 2010: Nel tardo pomeriggio di venerdì quattro reclusi tunisini del Cie di corso Brunelleschi a Torino si sono cuciti le labbra per protesta, altri avrebbero ingerito pile e lamette. Alcuni sono stati portati via (ammanettati) in ambulanza e di loro non si sa più nulla. Qualcuno pensa che siano stati liberati. Questa notizia ha fatto cucire la bocca ad altre sette persone che forse sono state portate in isolamento.
21 novembre 2010: Dopo l'incendio al Cie di Bari di giovedì scorso, le evasioni nel Cie di Modena, le bocche cucite nel Cie di Torino, i migranti che ieri saliti sui tetti al cie di Milano, al Cie di Gradisca quattro reclusi hanno ingerito delle lamette e delle batterie.
23 novembre 2010: Un tentativo di rivolta all'interno del Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Gradisca d'Isonzo (Gorizia) e' stato sedato oggi. Una dozzina di immigrati, ospitati in due differenti camerate, hanno appiccato un incendio ad alcuni materassi, con l'obiettivo di distrarre la vigilanza e tentare la fuga: per spegnere le fiamme, si e' reso necessario l'intervento dei Vigili del fuoco di Gorizia. Dichiarate inagibili, le due stanze sono state sgomberate e gli ospiti ridistribuiti in altri locali da operatori e forze dell'ordine.(ANSA).
23 novembre 2010: Nei Cie italiani scoppia la rivolta inascoltata. Oltre all'incendio, continua l'autolesionismo anche nel Cie di Gradisca d’Isonzo. Almeno quattro a Gradisca si cuciono la bocca con ago e filo. Non solo, contro i rimpatri coatti decine di migranti hanno ingerito lamette, vetri, batterie ecc. Nel Cie di Gradisca si troverebbe anche un cittadino tunisino che ha presentato la richiesta d'asilo in quanto Gay, ma le autorità gli hanno sventolato in faccia solo un decreto di espulsione. (IL PICCOLO)
26 novembre 2010: Continua il momento di alta tensione tra i reclusi del Centro di Identificazione ed Espulsione (Cie) di Bari. Ieri pomeriggio, Vigili del Fuoco e Polizia sono intervenuti per il principio d'incendio sviluppatosi all'interno di uno dei "moduli abitativi". Gli autori del gesto, quattro cittadini tunisini, sono stati tratti in arresto. Un episodio analogo, più grave per dimensioni e partecipazione, è avvenuto una settimana fa. Per mettere in atto un tentativo di fuga, una dozzina di ospiti del centro ha incendiato materassi e distrutto suppellettili, prima di essere allontanati dalle forze dell’ordine. In quella circostanza, i dodici responsabili individuati erano di nazionalità marocchina e tunisina. [BARI LIVE]
29 novembre 2010: Sarà la polizia municipale, d'intesa con la questura, ad accompagnare nei vari Cie d'Italia i clandestini che verranno fermati a Sassuolo. E' quanto previsto da un accordo tra Amministrazione comunale e questore che sarà sottoscritto a breve e i cui contenuti sono già stati definiti. [GAZZETTA MODENA]
5 dicembre 2010:Il pm di Milano Stefania Carlucci ha chiesto una condanna a 11 anni e 5 mesi di reclusione per un poliziotto accusato di aver violentato una trans brasiliana. L'episodio sarebbe avvenuto quando l'agente era in servizio al Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano. A Mauro Tivelli vengono contestati anche altri reati, che vanno dal favoreggiamento della prostituzione alla concussione. Il suo processo, con rito abbreviato, potrebbe concludersi il prossimo 16 dicembre davanti al gup Gaetano Brusa. (ANSA).
12 dicembre 2010: Un amore diviso dallo Stato. Storie di repressione e terrore nei Cie
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