Detenuti all’interno di campi profughi dello Sri Lanka

Qualche settimana fa, sul Periodico Italiano, avevamo delineato uno schema generale sulla questione degli sfollati Tamil. Oggi, tutte le associazioni internazionali, ribadiscono che sono sempre più preoccupanti le condizioni dei rifugiati dello Sri Lanka. Il governo è sempre meno propenso a fornire finanziamenti per la minoranza relegata nei campi profughi.

Anche se, la risposta degli aiuti internazionali è stata tempestiva, restano preoccupanti le condizioni di chiusura e restrizione delle libertà per gli sfollati. Mangiano, dormono e passeggiano all’interno di un reticolato. Nel mese di maggio, quasi 300.000 persone, hanno abbandonato i combattimenti (tra forze governative ed i ribelli della Liberation Tigers of Tamil Eelam – LTTE ) nel nord-est del Paese. Queste persone, si sono appartate nei squallidissimi campi profughi. Oggi, più di 245.000 persone, sono ancora in quei campi temporanei costruiti nel nord.

Solo 13.336 persone sono state rilasciate dai campi e alcuni di loro hanno fatto ritorno ai loro luoghi di origine. Il governo ha ribadito che è fermamente impegnato al reinsediamento gli sfollati interni. Si è difeso, dalle accuse sul ritmo blando del reinserimento, dichiarando che la paura del governo era quella di reinserire nella società i ribelli dell’LTTE filtrati in mezzo ai civili. E conferma che il governo si sente oggetto di crescenti pressioni della comunità internazionale.

Il governo, il 22 ottobre, aveva comunicato il reinsediamento di 41.685 sfollati nei distretti di Vavuniya, Mullaitivu, Mannar e Kilinochchi. Aree in precedenza controllate dai ribelli dell’LTTE. Molte critiche, da parte delle ong, ci furono sui dati forniti dal governo. Comunque, il capo del governo, si è detto disponibile a reinsediare fino al 80 % degli sfollati interni entro la fine dell'anno.

Però, quello che preoccupa di più oggi, sono le condizioni di vita all’interno dei campo ed il carattere detentivo della struttura. David Miliband, il ministro degli Esteri britannico, il 14 ottobre aveva esplicitamente detto che il suo governo avrebbe ritirato tutti i finanziamenti.

I donatori internazionali chiedono fortemente più libertà di movimento per gli sfollati interni, migliori condizioni igieniche del campo e il libero accesso nei campi per le agenzie che portano aiuti. “Ci sono state numerose promesse. Vogliamo azioni concrete invece di promesse” dice un alto funzionario di un’agenzia internazionale.

Onori Andrea

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