Rifugiato in Egitto il clandestino Gesù

La fuga di Gesù in Egitto, menzionata dal Vangelo secondo Matteo, è un episodio che narra la travagliata infanzia del piccolo bambino rivoluzionario. Oggi, il piccolo ribelle, sarebbe visto come un fazioso sovversivo, da eliminare. Sicuramente non con la crocifissione ormai superata, ma con altri metodi repressivi di questa stancante società.

Secondo la tradizione cristiana, insieme a Giuseppe e Maria, Gesù di Nazareth, attraversò il deserto e riuscì ad evitare la strage degli innocenti di Erode il Grande. Chissà, se nei giorni d’oggi, sarebbe andata in porto la fuga di un umile falegname, una donna e un piccolo bambino. Erano poveri, certamente non calciatori milionari o figli di despoti mondiali pronti ad essere accolti a braccia aperte. Il piccolo si sarebbe salvato solamente se avrebbe conosciuto un uomo di buona volontà e se fosse stato nipote di Mubarak. Ma forse non bastava, avrebbe dovuto cambiare anche sesso.

Probabilmente, in questo fine 2012, l'intera famiglia avrebbe provato ad attraversare il mar Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Forse, nel momento in cui il piccolo Gesù sarebbe approdato in Italia, tutto sarebbe stato più complicato. Per lui e la sua famiglia, non ci sarebbe stata una grande festa. Neppure accoglienza. Il piccolo Gesù, sarebbe stato segregato dentro un Cie con tutta la sua famiglia e insieme ad altre centinaia di disperati. Forse, avrebbe conosciuto da vicino la crudeltà del campo di concentramento di Ponte Galeria. Oppure, sarebbe stato prontamente respinto e condannato a morte da un Erode il Grande del XXI secolo.

Il clandestino Gesù, intraprese un tempestoso cammino verso l’Egitto. Trascorse giorni e giorni sotto al sole cocente del Nord Africa. In mezzo al deserto, senza cibo né acqua. In quei momenti, era un irregolare e scappava dalla persecuzione. Era semplicemente un richiedente asilo. Oggi, secondo l’opinione che ci hanno inculcato i nostri tiranni, Gesù sarebbe uno dei tanti, un poco di buono semplicemente perché diverso dalla maggioranza avida e (inconsciamente?!) assassina.

Sarebbe come Roger Binda, un ragazzo della Repubblica Democratica del Congo. Anch’egli scappato da una feroce persecuzione. Nel momento della fuga, Roger aveva qualche anno in più di Gesù, ma entrambi avevano gli occhi pieni di speranza e cercavano un paese diverso, migliore. Prima di scappare, il ragazzo congolese, vide suo fratello ed il portiere di casa sdraiati al suolo, in mezzo ad una pozza di sangue. Sarebbe accaduto anche a lui se non fosse scappato. Arrivò in Italia e dopo mesi di attesa, la Commissione territoriale di Milano, ha respinto la sua richiesta d'Asilo. Una beffa e una violazione dei diritti umani inspiegabile. Roger soffre, come succedeva a Gesù nel vedere tanta ingiustizia e indifferenza da parte di tutte le istituzioni e della stragrande maggioranza delle persone che vivono in questo Paese.

Roger: un semplice ragazzo, un fratello. Un essere umano che non ha bisogno solo di pane e acqua in abbondanza per andare avanti. Egli non ha bisogno della carità, non vuole sopravvivere.
Roger ha diritto di VIVERE, di amare, di uscire per strada sereno senza avere la paura di essere braccato dalla polizia e di esprimere la propria libertà.

Gesù: Dio fatto uomo secondo il cristianesimo, un semplice predicatore per gli ebrei, un profeta per i musulmani, un impostore per i Pagani, un semplice essere umano con tanta voglia rivoluzionaria per molti altri. Sicuramente oggi sarebbe un poco di buono per la maggioranza degli italiani che criminalizzano il "diverso". Perché anche lui, era diverso, discriminato e non omologato. Fuori dagli schemi.

Forse, solo per portare avanti una tradizione popolare senza senso, oppure per comodità, oggi, Gesù viene acclamato e venerato per quello che gli uomini ci hanno costruito sopra nel tempo e non per quello che era realmente. Il suo umanesimo, la sua ribellione, il suo altruismo e il suo amore per il più debole e per l’altro, non è stato recepito nell’Italia di oggi che respinge, espelle e insulta.

Oggi, una persona come Gesù, sarebbe stato dalla parte dei più vulnerabili, non avrebbe etichettato nessun uomo sulla faccia della terra. Non avrebbe voluto un mondo dove l’uomo si eleva a divinità calpestando i diritti altrui. Sarebbe in prima fila nella lotta contro il potere, nelle manifestazioni contro il razzismo, contro l’ignoranza dell’essere umano e l’ingiustizia. Difenderebbe ogni forma di essere umano e non farebbe mai discriminazioni di sesso, di religione o di colore.

La sua filosofia non è stata ancora capita o forse non conviene capirla fino in fondo. Sarebbe una sconfitta di questa società e dei valori subdoli troppo lontani dalla realtà. In questi giorni pre- natalizi non avrebbe voluto vedere ciò che succede: scambi di doni, sprechi, vestiti nuovi, addobbi costosi e ipocrisie. Tutto nel suo nome. Avrebbe tolto l'anello d'oro al papa e lo avrebbe dato a chi ne aveva bisogno. Avrebbe sgranato gli occhi guardando il Vaticano che appropriandosi del suo nome, ha costruito un impero e dettato legge.

Mentre il popolo è in festa, come tutti i giorni, muoiono milioni di bambini, avanzano progetti nucleari, povertà, guerra, discriminazione e indifferenza, stanno distruggendo l’intera umanità.

Forse avrebbe voluto vedere un altro mondo, con più solidarietà e accoglienza. Più umanità e meno guerre. Oggi, sarebbe più contento di vederci con un altro spirito e dediti all’altro. Nel notare disuguaglianza e razzismo in eccesso, probabilmente avrebbe affermato: “Non c’è nulla da festeggiare”.

Onori Andrea

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