Una politica demagogica che logora tutti

Si punta sempre il dito contro le “etichette” ( giornalisti, avvocati, giudici, destra e sinistra, musulmano e cristiano, autoctono e immigrato). Prima di parlare e di ragionare, un qualsiasi individuo deve sempre essere etichettato e collocato in una determinata categoria. Ma la singola persona, in questo mondo, quanto vale veramente? Se prima di comunicare non si esprime la propria origine, quanto può valere la parola di una persona?

E’ colpa della gente di destra o quella di sinistra? E’ un omicidio di un musulmano o di un cristiano? E’ colpa di Rosarno o degli immigrati? Sembra esserci sempre un gruppo che deve pagare e subire le vessazioni della maggioranza. Si aspetta sempre il momento in cui una persona sbaglia, per colpire duramente tutto il gruppo.

Se commette un infrazione un Romeno, non tutti i romeni sono delinquenti. Se un marocchino partecipa ad un delitto, non tutti i marocchini delinquono. A Rosarno non tutti sono razzisti e mafiosi, a Napoli non sono camorristi e a Milano non sono tutti xenofobi. Tutto questo sembra ovvio. Ma non lo è. Ci sono sicuramente degli individui che sbagliano e non deve assolutamente pagare tutto il gruppo.

Le violenze commesse contro le donne, tra i più deboli o contro i più deboli, sono errori della società. Questi “sbagli umani” sono commessi da figli di una determinata società. Tutte le società fanno nascere i loro sbagli. Proprio per la natura di una cultura dell’odio fomentata tra la popolazione negli anni. C’è chi estremizza a parole e chi nei fatti. Sin dall’infanzia, creiamo il nostro modo di essere grazie a tutto ciò che ci circonda: la famiglia, le amicizie, le esperienze didattiche e le nostre esperienze personali. Tutto è riconducibile ai dati che ci trasmette la nostra società. I nostri sbagli sono errori di una cultura sbagliata, da correggere.

Quindi, siccome tutti i nostri gruppi sociali hanno, in sè, degli errori, le nostre verità personali, devono restare solamente nostre. Non devono essere imposte ad altri, nessuno può dichiarare di avere in possesso la verità assoluta e universale. Ognuno può e deve esprime le sue volontà, le deve portare avanti, metterle in mostra al pubblico, senza ricorrere alla violenza economica, fisica o morale. Ma queste verità devono essere messe sempre in discussione, per questo motivo dobbiamo rispettare miliardi di verità personali che ci sono nel mondo. Ogni persona, ha il diritto di sistemare fiori o sterpaglie nel suo orto a proprio piacimento. Può metterci verdure, frutteti o se vuole, anche spazzatura e noi abbiamo il dovere di non schiacciare le sue fatiche e le sue verità. Solamente l’uguaglianza, il rispetto per gli altri, la fratellanza e il contatto umano può migliorare noi stessi e toglierci i nostri errori. Purtroppo, in questa società tutto è fermo: si innalzano muri, si respinge, si espelle, solo il tempo corre inesorabile e noi nell’indifferenza e nello sbando restiamo a guardare e cerchiamo la nostra libertà attraverso lo strumento della sopraffazione l’un con l’altro.

Si spinge sempre a rivendicare quell’antichissimo duello tra “noi” e “loro”. “Noi” non vogliamo essere come “loro”, “Noi” non vogliamo che “loro” vengano qui per aprire moschee. “Noi” non vogliamo che vengano qui e preghino Buddha o Allah, non vogliamo che aprano cucine delle loro origini o che si vestano in modo “strano”. “Noi” non vogliamo che “loro” ci insegnino qualcosa, ma vogliamo che “loro” facciano ciò che “noi” facciamo e ciò che diciamo loro di fare, perché sono nel nostro paese, sono ospiti e devono sottostare alle nostre leggi, calpestando i loro diritti e le loro libertà. Schiacciando anche il nostro diritto di imparare da altre culture, di migliorarci e togliere i nostri errori. Insomma, loro devono obbedire al paese che li accoglie e devono integrarsi secondo lo stile di vita del paese ospitante. E noi, dobbiamo mantenere la maggioranza ben salda e sottomettere “loro”. E’ questo il messaggio che arriva. Una volontà di non evolversi e di non cambiare a non conoscere, perché all’ignorante, conoscere fa tremendamente paura.

Il fatto che oggi si preferisce etichettare, è più comodo. Dire che i rosarnesi o gli italiani sono tutti razzisti è molto semplice. Ciò significa ridurre al minimo i problemi del Paese. Queste, sono battaglie dei politici che si attaccano ai fatti quotidiani, per non perdere il loro prestigio. Non bisogna dare un etichetta solo per criticare e distruggere quella categoria: c’è gente razzista e gente che non lo è. Un dato inoppugnabile è che dobbiamo cambiare tutti, se vogliamo l’evoluzione. Dobbiamo iniziare a mettere in discussione anche le cose più scontate. Il segreto? Dare forza all’eterogeneità delle persone.

Ho notato che molto spesso i disagi e le discriminazioni non vengono dal basso, ma dalle urla scomposte dei politici e da un parlamento da riportare a zero. Il potere è conservatore e la popolazione, attraverso una politica subdola subisce continuamente strumentalizzazioni. Vivere in un paese Democratico significa che, anche se indirettamente, il popolo ha il potere. O meglio, questo potere lo delega a persone più abili che secondo loro sono in grado di gestire la situazione del Paese. Questi “scelti” a governare devono rispettare un patto fatto con il popolo prima delle elezioni, se sono coerenti. Esiste una campagna elettorale, dove il cittadino è “libero” di scegliersi il suo candidato in base alle proposte che fa. Ma,queste proposte, spesso sono vere e proprie prese in giro. Durante il rito delle campagne elettorali, le loro urla scomposte danno segno di vivacità e voglia di fare. Poi, avuto il potere dimenticano tutte le promesse fatte. Di esempi ce ne sono in abbondanza, sono quotidiani. Il governo Prodi, in campagna elettorale, spingeva soprattutto sulla legge del conflitto d’interessi, hanno partecipato a molte manifestazioni “No War”, “No tav”, predicavano per le leggi sui diritti civili, ecc. Poi, avuto il potere, hanno voltato le spalle agli elettori. Da 20 anni che in Italia c’è questo atteggiamento, questo modo di fare politica.

Chi secondo voi può governare uno Stato e garantire veramente che agisce per il bene comune e per ogni singolo cittadino e non per una categoria o l’altra? Può farlo Casini? Bersani? Di Pietro? Berlusconi? Fini? Centro-destra o centro-sinistra? Secondo voi quali qualità dovrebbero avere i nostri politici per governare con efficacia? Arroganza,disprezzo per la gente, indifferenza, ignoranza?

Una qualsiasi persona, dalla carica più bassa a quella più alta, che dovrebbe garantire diritti a noi cittadini, deve essere prima di tutto anch’esso un cittadino e quindi privo di privilegi, dovrebbe dare l’esempio di educazione e entusiasmo per far crescere il paese e distribuire le sue risorse equamente al resto del popolo e ovviamente essendo in democrazia i cittadini dovrebbero fare la parte attiva per far rispettare i diritti e i doveri. Non c’è dubbio che il governante deve essere il più intelligente e il più leale, i cittadini si dovrebbero affidare a chi ha capacità e cuore nello stesso tempo. Ma è proprio così?? Coloro che riescono a tracciare un sistema sano, che capiscono gli interessi comuni, che danno esempio è la nostra politica di oggi? Siete sicuri?

Proprio dall’intelligenza e dalla virtù vorrei partire. La nostra domanda è se nel mondo di oggi i governanti possono conciliare entrambe le cose. Spesso, nel mondo odierno fatto di frenesia, sfruttamento e corruzione, si percepisce che chi non ha quell’intelligenza furba e resta “in basso” è molto più onesto e leale. Mentre, la persona intelligente che va a ricoprire le cariche istituzionali fa di tutto per fregare la gente. Ma si potrà trovare in futuro una persona tanto intelligente quanto virtuosa in politica? Perché a me pare che chi è intelligente e manca di virtù, utilizza questa intelligenza per i propri interessi e per la sua piccola comunità, discriminando gli altri. Invece, se sono virtuosi e mancano di intelligenza, la loro buona fede non basta. I loro errori macchierebbero il nostro cammino.

Quindi, dovremmo avere, gente con virtù e intelligenza allo stesso tempo. Non mi sembra che nel parlamento ci sia questo spiccato equilibrio. Anche perchè non è assolutamente tutta colpa loro: tutto ciò non è facile da esaudire. Di solito governano persone insignificanti e mediocri, ma chi veramente comanda sono altri, i più furbi che non si mettono in prima linea. In Italia molte persone che dovrebbero guidarci sono, oltre che povere dentro, bugiarde e indifferenti, sono anche ignoranti. Ma la mia domanda, a questo punto, è: meglio lasciare che si continui ad avere persone intelligenti e poco virtuose (o persone poco virtuose e poco intelligenti) o fare un cambiamento radicale e mutare noi stessi e le regole del gioco.

Ovviamente la colpa di tale deficienza è nostra, tutti noi cresciamo in società, ma se non ci fanno raccogliere quei valori importanti come la solidarietà e la fratellanza, tutto diventa come è oggi: statico, violento e corrotto. Allora, se iniziassimo a mettere in gioco noi stessi e il nostro carattere si può cambiare davvero. Bisogna iniziare dalle nuove generazioni formandole ed educandole ad avere un proprio pensiero e una propria libertà. Ad esempio sarebbe interessante introdurre l’antropologia come materia di studio nelle scuole elementari e medie. Bisogna educare i giovani a dare e non chiedere nulla in cambio. La colpa della politica e il messaggio che passa è proprio quello di chiedere e non dare.

Oggi, qualsiasi persona che sale al potere si fa corrompere dalle tentazioni, ambizioni, rivalità, gelosie, sesso, droga, contro le quali né intelligenza, né virtù prevalgono. Ma se la maggioranza della popolazione diventa cosciente che un cambiamento può e deve esserci, si può benissimo rendere illegittimo un potere che da anni logora in nostro territorio.

Secondo la legge, il popolo è sovrano, ma palesemente non ne i fatti, poiché, esso è necessariamente occupato nel lavoro quotidiano, bombardato dai mass media e dalla televisione, quindi non ha tempo libero per governare se stesso e per informarsi o per partecipare alle attività che lo riguardano direttamente. E’ talmente stordito da tante scocchezze che non sa autogovernarsi. E accetta di essere schiavo di un governo o dell’altro. Quindi, anche se istruito il popolo, ha comunque delle gravi lacune e sbandamenti che il più furbo dei gerarchi ne approfitta.

Il popolo appare sovrano solo quando è conveniente ad un partito politico. Ma nelle grandi decisioni viene messo da parte proprio da uomini poco virtuosi e poco intelligenti. Molto spesso la politica strumentalizzando un fatto, si fa forte del sostegno di una maggioranza per schiacciare le minoranze. I patti fatti con gli italiani del signor Prodi o Berlusconi, sono alquanto ridicoli: è ormai molto tempo che gli italiani vengono ripetutamente ingannati e messi in contrasto tra di loro dalla politica. Se quest’ultima non riconosce i diritti di ogni singolo cittadino, come posso io riconoscere un politico come un mio “delegato” a governare il paese e come posso vederlo come una guida intellettuale e morale? Sembra che le elezioni, siano diventate un estrazione a sorte di poco valore. Personalmente, non sono in grado di accusare nessun in quanto, giunti nell’Olimpo, i politici, sembrano tutti uguali. Con i loro ritualismi continui, la loro folle burocrazia quotidiana e i loro affari, essi stessi perdono il contatto con la realtà. Non hanno tempo materiale per preoccuparsi dei nostri problemi.

Andrea Onori

http://periodicoitaliano.info/2010/02/15/una-politica-demagogica-che-logora-tutti/

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