Una cultura alla deriva

Quando non si hanno elementi utili per discutere, si tende sempre a improvvisare. Si cerca lo scontro, quello più duro. Poi, una pacca sulla spalla dietro le quinte e tutto è finito. Da vero avanspettacolo. Questo ’teatrino’ deprimente dilaga all’interno delle televisioni, in parlamento ma anche dentro il tessuto della società.

Forse, siamo un po’ fatti così: violenti dentro e fuori. L’odio e l’indifferenza regnano in questo Paese. Siamo capaci di sopportare e di dare sentimenti soltanto alla nostra famiglia, per il resto tutto può andare a farsi fottere. Tutto diventa da distruggere. Lì fuori c'è il tuo nemico da superare e annientare.

Lo scontro, la violenza e le parole vuote in paramento, in televisione e nei giornali, sono "bombe ad orologeria". Si attaccano tutti, si accusa un determinato gruppo per avere la meglio politicamente.

Mentre si punta il dito contro i clandestini, i gay e le minoranze in generale, la miccia della bomba violenta Italia inizia ad accendersi. Il parlamento è lo specchio della società civile. Entrambe da rivedere: bocciate.

Il parlamento è violento? Ma anche la maggior parte degli italiani lo sono, forse anche inconsciamente. Non credo assolutamente che la maggioranza degli italiani creda in un mondo migliore, diverso. Invece, credo che la maggioranza sia avida e propensa a superare l'altro e non a darle una mano. Dunque, violenza su violenza.

Il parlamento dice che gli zingari e i clandestini rubano? E la maggioranza degli italiani è sicuramente d’accordo. Si chiudono gli occhi anche se si scopre che di Tanzi e Cragnotti abbondano in Italia, ma si fa finta di nulla. Destra e sinistra? Ognuno copre il suo.

Chi ha lanciato il duomo in faccia a Berlusconi? I centri sociali!!! si diceva all'inizio. Quei ragazzi scalmanati che protestavano a pochi passi da lì. Lo dicono i politici in televisione. E non ci si accorge che il terrore lo diffondono proprio loro, con parole scalmanate quanto vuote. Ignoranti, privi di alcuna preparazione, siedono nel nostro parlamento fieri di governare un popolo assente, abituato a farsi trasportare e ad acclamare il ‘Capo’ di turno.

Chi è un maschilista schiavo del sesso? Berlusconi! Lo dicono gli antiberlusconiani. Poi, però, si scopre che anche l’ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, non poteva fare a meno del suo divertimento e sfruttando il suo potere, si infilava nel letto della transgender di turno, poi una volta scoperto il giochino, ritratta, si "scusa" e scarica le ragazza. E Che l’onorevole Cosimo Mele si ritrovava a letto con una donna, finita in overdose, che aspirava al mondo dello spettacolo. E che tantissimi, troppi italiani, ogni estate, si riversano nelle regioni dell’est asiatico per violentare bambine innocenti. E chissà quanti altri politici, giornalisti schierati (che alla fine sono politici anche loro) parlano bene e ‘razzolano’ male. Quasi tutti per me! Destra e sinistra non fa differenza.

Noi, gente comune, come possiamo fidarci dell’uno o dell’altro? Ci fidiamo perché ci annientano psicologicamente, perché spingono a non farci pensare. E chissà quanta ipocrisia c’è da parte della gente comune che sputa in faccia a Berlusconi e poi si comporta peggio di lui. Il problema centrale è questo: si odia Berlusconi, ma nella vita quotidiana si "imitano" le sue gesta.

E’un’Italia dove le strade della violenza fisica e verbale, degli affari loschi, delle violenze di stato, sono consentite e la gente non si indigna, non reagisce. Ciò vuol dire che le persone, sono state preparate a fregarsene, a pensare solo al suo piccolo piatto ed essere indifferente all’altro.

La maggioranza legittima un potere ormai logoro, vecchio e violento, da ripulire. Lo legittima non solo nel momento delle votazioni, ma nella vita quotidiana con atti di razzismo nei confronti dei più deboli e indifesi, nell’indifferenza, nel lasciarsi andare, senza voler realmente partecipare e nel simulare gli "eroici" cavalieri. La maggioranza è sempre d’accordo, altrimenti l’Italia sarebbe cambiata.

Voltare lo sguardo alla politica di oggi, iniziare a pensare con la propria testa, iniziare a cambiare se stessi, modificare la parte logora che ci è stata inculcata: questo è il primo passo da fare.

Andrea Onori

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