Vivere una vita intera nei campi profughi

Nel mondo ci sono tantissime persone che trascorrono una vita intera all’interno di campi profughi fatiscenti. Nascono, crescono, mangiano, dormono e piangono all’interno di un vero e proprio inferno terreno. Hodan Mawlid ha trascorso quasi tutta la sua vita all’interno di questi campi. ”Ho condotto una vita molto dolorosa - ha detto Mawlid ad un visitatore dell’UNHCR - ma ho sempre trovato conforto nella mia convinzione che il modo migliore per prevalere alla crudeltà e mali del passato è quello di dimenticare tutto e ricominciare daccapo”.

Ora le cose stanno cambiando per Hodan. Il mese scorso è volato negli USA per un progetto di reinserimento. “Per facilitare il nuovo inizio dipende molto dal singolo individuo e dalla situazione.Le opportunità non mancano, ma non c’è nessuna garanzia di successo” dice un portavoce dell'UNHCR.

Hodan è partita con un gruppo di 23 profughi somali tra cui lo zio. Sono stati accettanti dagli Stati Uniti (nel Colorado) per un progetto di reinserimento per famiglie o individui vulnerabili. Non possono tornare a casa perché provengono da regioni meridionali o centrali della Somalia, dove la gente continua a fuggire dalle loro case per evitare il conflitto.

”Ho conosciuto la sofferenza per tutta la mia vita. Rispetto a quello che ho sopportato, le barriere linguistiche e culturali non mi preoccupano.” dice Hodan Mawlid. E’ nata e cresciuta nella parte orientale dell’Etiopia, nel campo profughi di Kebribeyah, dopo la fuga nel 1991 insieme ad altre 600.000 persone. “Sono cresciuta con mio zio. Mia madre morì da profuga nel campo quando avevo quattro anni e mio padre tornò in Somalia qualche mese dopo” racconta Hodan.

Tra il 1997 e il 2005 ci sono stati i primi rimpatri, ma non per Hodan e i suoi parenti. L’insicurezza nella parte meridionale gli ha impedito il ritorno a casa. Ora moltissimi profughi hanno bisogno di aiuto dopo anni ed anni di abbandono. Hodan ha accolto l’opportunità di una nuova vita con un sacco di opportunità negli USA.

Onori Andrea

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