ROMA - Ancora una volta la macchina sgomberi è inarrestabile nella città di Roma. Si sgombera in fretta e furia, poi non si trova mai una soluzione reale. L'importante è sgomberare per mostrare alla popolazione il lavoro (sporco) dell'amministrazione. Almeno quattro insediamenti ROM sono stati sgomberati. Dall'inizio di aprile almeno 30 insediamenti hanno subito sgomberi forzati. Ieri, 22 aprile, forze di polizia ed altre autorità si sono presentate presso il campo di via dei Cluniacensi per iniziarne lo sgombero. Diverse famiglie risiedevano nel campo da novembre 2009, quando erano state a loro volta sgomberate dal campo di via di Centocelle. Secondo i resoconti delle Organizzazioni non governative locali, gli sgomberi sono stati eseguiti senza notifica o consultazione delle comunità interessate. Per questo motivo, dopo l'ennesimo sgombero, 200 Rom ieri hanno occupato la Basilica San Paolo. La notte e' trascorsa tranquilla e questa mattina e' ripresa la trattativa con il Campidoglio che ha offerto due alternative piuttosto esplicite:
1- Solo alle donne e ai bambini è stata provvisoriamente offerta una sistemazione alternativa nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, rifiutata in quasi tutti i casi in quanto le famiglie non vogliono essere divise.
2- un contributo da parte del Comune per il rimpatrio assistito.
20 Aprile 2011:
BERNARD ZEPHERIN TEYOU è uno scrittore camerunese, arrestato per aver scritto un libro su Chantal Biya, moglie del presidente Paul Biya. La sua salute sta peggiorando significativamente a causa delle cattive condizioni in cui è detenuto nel carcere di New Bell, a Douala. L'arresto è avvenuto nella sala dell'Hotel Somatel che aveva preso in affitto per lanciare il suo libro "La bella della Repubblica delle banane: Chantal Biya, dalla strada al palazzo", che narra delle umili origini della donna e della sua ascesa a moglie del presidente del Camerun. Per quanto riguarda l'accusa di "riunione illegale", Bertrand Teyou aveva informato le autorità camerunensi, come richiesto dalla legge, dell'intenzione di presentare il suo libro.
FIRMA L'APPELLO: http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/186
8 APRILE 2011:
ABIOLA WABARA è una giocatrice della Geas (serie A femminile di basket). La nazionale italiana è stata vittima per tutta la partita di cori razzisti e come se non bastasse perfino da una raffica sputi mentre le squadre, al termine dell’incontro, si stavano recando negli spogliatoi.
Parole che fanno schifo. Lei gioca da paura e con la paura di vivere in una Italia di merda. Gli arbitri non scrivono degli insulti nel referto. Il presidente della Comense, nonché presidente di Lega, Stefano Pennestrì dice: “I tifosi vanno censurati, ma anche la tesserata che mostra il dito medio non compie un bel gesto”. Meglio guardare un dito anziché la merda da rimuovere caro presidente.Abiola Wabara ha giocato una carriera, costretta a fronteggiare, più spesso di quanto non riportato sui giornali, miseri urlatori, a volte sussurratori, che l’hanno insultata perché "Non esistono neri italiani".Uomini (in realtà molto meno) che le hanno sbattuto addosso il loro odio ignorante. Al gridodi "scimmia" e "negra di m.", quei quattro mentecatti si sono visti anche sorrisi e indifferenza intorno. chiamarsi fuori basta? Basta che sia sempre colpa degli altri per scaricarsi la coscienza? Il contesto aiuta, eccome e aiuta.
2 aprile 2011:
OPG ovvero LAGER DI STATO - Tanti Lager spuntano come funghi in questo Paese.Negli ospedali psichiatrici giudiziari le persone vengono torturate psicologicamente e fisicamente ogni giorno, le loro pene vengono prorogate all'infinito perchè ritenuti pericolosi dalla società.Alla fine del 2010 la Commissione d'inchiesta del Senato sul servizio sanitario nazionale ha contato all'interno degli Opg 376 "dimissibili", di cui poi sono stati effettivamente dimessi solo 65, invece per altri 115 è stata disposta una proroga della pena, mentre 6 nel frattempo sono morti senza riuscire a mettere piede fuori da strutture fatiscenti. Su un totale di 1479 persone rinchiuse negli Opg, quasi 1 su 4 risulta dimissionabile, cioè ha scontato la sua pena e non risulta socialmente pericoloso.
Video Presa diretta 20/03/2011: http://www.youtube.com/watch?v=A535K-IjVjg&feature=player_embedded
31 Marzo 2011:
BIELORUSSIA - Tre attivisti, condannati sulla base di accuse pretestuose. Il loro reato è aver criticato le irregolarità che avevano caratterizzato le elezioni presidenziali del dicembre 2010. Il 24 marzo Zmitser Dashkevich ed Eduard Lobaud, due esponenti del Fronte giovanile, sono stati condannati rispettivamente a due e a quattro anni da scontare in una colonia penale per "vandalismo" avendo, secondo l'accusa, aggredito dei passanti. Il 29 marzo Mikita Likhavid (in Foto), uno studente di 20 anni, è stato condannato a tre anni e sei mesi da scontare in una colonia penale per "disordini di massa".
28 Marzo 2011:
Ho inserito nella sezione dei diritti umani violati, l'ormai nota vicenda della falsa aquilana ospitata a Forum, per un motivo:in quella circostanza sono stati violati i diritti fondamentali di informazione e il diritto della popolazione aquilana di avere una VERA ricostruzione senza insabbiare nulla. MARINA VILLA, 50 anni,ospite della trasmissione, dichiarava di essere commerciante. Ringraziava in diretta il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il capo dipartimento della protezione Civile, Guido Bertolaso, per tutto ciò che erano riusciti a fare per l’Aquila: “La ricostruzione è quasi terminata, hanno risolto molti dei nostri problemi”.
E' lì in tv con il coniuge a discutere della separazione davanti al giudice del tribunale televisivo. Ma è tutto finto: lei non è dell’Aquila, non è commerciante, il vero marito è a casa a Popoli, il paesino abruzzese nel quale la coppia vive: si chiama Antonio Di Prata e con lei gestisce un’agenzia funebre dicono nella rete. Rita Dalla Chiesa si difende" Non erano aquilani? Io mica chiedo la Carta di Identità". E' evidente un progetto mediatico martellante e meschino. Si sfrutta una tragedia per fini propagandistici, per una campagna elettorale. Si gioca profondamente con la VITA delle persone. Si nasconde la tragedia. Per questo credo che sia una brutta pagina di diritti umani violati.
Il video della puntata: http://www.youtube.com/watch?v=XQbvkNVjcgM
26 Marzo 2011:
LIU XIANBIN, l' attivista pro-democrazia è stato condannato a 10 anni di reclusione per aver scritto articoli critici verso il governo. "Dieci anni di reclusione per la scrittura di articoli è terribile", ha dichiarato Catherine Baber, di Amnesty International. "Liu Xianbin non è colpevole di alcun crimine. Egli è un prigioniero di coscienza e dovrebbe essere rilasciato immediatamente ". Liu Xianbin è stato condannato dal tribunale di provincia del Sichuan per "incitamento alla sovversione del potere dello Stato" in un processo che è durato solo poche ore. Questa è la terza volta Xianbin Liu è stato imprigionato per il suo credo politico e l'attivismo.
19 MARZO 2011: PRIGIONIERE PALESTINESI COSTRETTE A PARTORIRE AMMANETTATE. CELLE INFESTATE DA RATTI
Le prigioniere palestinesi, detenute nelle carceri israeliane, sarebbero rinchiuse in condizioni squallide e lasciate in celle infestate anche da ratti. L’Agenzia internazionale IPS riporta una intervista a Fabrizia Falcione, dirigente dei progetti di Unifem, l’agenzia ONU per i diritti delle donne. Dalla conversazione escono fuori dei particolari alquanto raccapriccianti sulle violazioni basilari dei diritti fondamentali dell’uomo, ai danni dei prigionieri politici palestinesi, tra i quali anche donne e bambini.
“La situazione di donne e minori palestinesi nei centri di detenzione israeliani è davvero critica. Assistiamo a negligenza medica e all’assenza di servizi medici specifici (specialistici) e nessuna somministrazione dei trattamenti di cui hanno bisogno le prigioniere malate” ha dichiarato Fabrizia Falcione. Le palestinesi, sono detenute principalmente tra i penitenziari israeliani di Hasharon e Damon, entrambi fuori dai Territori palestinesi occupati, e questo in piena violazione all’art.76 della IV Convenzione di Ginevra. Si racconta di celle infestate da insetti, scarafaggi e ratti. Una detenuta rilasciata pochi mesi fa ha raccontato: “Non riuscirei a descrivere le condizioni nella cella. Era come una tomba sottoterra, piena di insetti, lenzuola bagnate e dall’odore stomachevole, straripante di rifiuti”. La stragrande maggioranza delle donne detenute politiche da Israele soffre di varie patologie e le detenute incinte si vocifera che vengono fatte partorire ammanettate. Fabrizia Falcone lo conferma “ Si, è proprio così. Le detenute incinte vengono ammanettate durante il parto e lasciate così nel periodo successivo. Una volta compiuti due anni, i bambini vengono allontanati dalle madri“. Le donne patiscono oltraggi e offese al proprio retaggio culturale e ai diritti religiosi. Un’ex detenuta avrebbe raccontato alla Falcione: “Mi hanno privata del velo dandomi un’uniforme di colore marrone, a maniche corte e quando ho chiesto di avere una maglia a maniche lunghe da poter indossare di sotto, me l’hanno negata. Costretta a spostarmi tra le celle tra gli occhi di guardie uomini.Mi sono sentita umiliata e sono stata insultata“. Molte donne, come molte persone all’interno dei territori occupati, vengono imprigionate senza essere state sottoposte a un processo. Il loro arresto avviene spesso per affiliazione a organizzazioni messe al bando da Israele. “Inoltre, a prigioniere e detenute palestinesi vengono vietati la detenzione e l’utilizzo di oggetti come le penne: non possono leggere e non viene loro riconosciuto il diritto ad alcuna pausa ricreativa” conclude il dirigente dei progetti Unifem.
FONTE: http://www.ipsnews.net/news.asp?idnews=54796 (‘Women Are Shackled During Childbirth’)
17 marzo 2011:
ROM SLOVENI - Le autorità della slovene sembrano interessarsi poco della protezione delle comunità rom. A loro vengono negati alloggi, acqua e servizi igienici. Alcune famiglie rom nel paese non hanno acqua a loro disposizione, neanche il minimo indispensabile, ritenuto necessario per le persone che soffrono una situazione di emergenza umanitaria. Alcuni comuni si rifiutano di fornire servizi pubblici, perché i loro insediamenti sono 'irregolari', mentre il governo ha ignorato il problema. Quasi il 100 per cento della popolazione ha accesso ad acqua potabile sicura, mentre molte comunità rom lottano per raccogliere anche piccole quantità di acqua da bere, cucinare e fare il bagno.
9 Marzo 2011
BUENOS AIRES - Immagini di torture nel carcere di Mendoza sono apparse nelle ultime ore in tutti i quotidiani argentini. Otto guardie tratte in arresto per aver picchiato i detenuti. Pestaggi, nudità forzate e giochi con il fuoco erano alcuni "giochi" dei carcerieri. Una delle immagini più violente si vedono in questa foto dove alcuni detenuti sono stati messi prima sotto la doccia e poi sono stato obbligati a correre nudi per il cortile della prigione.
FONTE: http://www.lagaceta.com.ar/nota/425186/Policiales/Difunden-mas-videos-torturas-carcel-Mendoza.html VIDEO VIOLENZE:http://www.youtube.com/watch?v=fXeFt4DxSsg&feature=player_embedded
8 marzo 2011:
NICARAGUA - In Nicaragua, oltre i due terzi degli stupri denunciati tra il 1998 e il 2008 sono stati commessi ai danni di ragazze al di sotto dei 17 anni. La metà delle vittime aveva meno di 14 anni.Per le ragazze che riescono a parlarne, la lotta per la giustizia può essere traumatica. I fallimenti e la scarsità di risorse del sistema giudiziario significano spesso mancanza di giustizia e libertà per gli aggressori. Il sostegno del governo alle giovani sopravvissute a uno stupro o a un abuso sessuale per ricostruire le loro vite è scarso, per non dire nullo. Non c’è tutela, non c’è solidarietà attiva. Per questo, molte volte, numerose vittime preferiscono stare in silenzio e non denunciare. Intorno c’è il vuoto, la giustizia è a pezzi e se si prova a denunciare, la vittima, rischia di ritrovarsi l’aggressore sotto casa qualche giorno dopo.
FIRMA L'appello amnesty: http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/201
MARZO 2011:
Io non dimentico GIUSEPPE GATI', due anni fa ufficialmente morto folgorato in un caseificio di proprieta' del padre in contrada Rocca di Mendola in territorio di Naro a Campobello di Licata (Agrigento). Per me, c'è dell'altro.... "Cerco di fare cio’, portando dentro di me il ricordo di gente come Falcone, Borsellino, Pio La Torre, Peppino Impastato, Pippo Fava, Beppe Alfano….e tutti coloro hanno dato la vita per ridare dignita’ alla Sicilia e ai Siciliani" diceva nel suo blog: http://lamiaterraladifendo.it/
2 MARZO 2011:
TROY DAVIS è rinchiuso in un carcere della GEORGIA (USA) nel braccio della morte da quasi 20 anni per l'omicidio di Mark Allen McPhail, che Davis continua a dichiarare di non aver commesso.
FORMA LA PETIZIONE: http://www.amnesty.it/pena_di_morte_usa_troy_davis_22_giugno.html
1 marzo 2011:
ALEH GRYSHA UTSTOU e ANDREI BURDYKA sono detenuti aspettando la pena capitale in BIELORUSSIA. Potrebbero essere messi a morte nelle prossime settimane. Aleh Gryshkautsou, 29 anni, e Andrei Burdyka, 28 anni, sono stati condannati alla fucilazione il 14 maggio 2010 per i reati commessi durante una rapina a mano armata in un appartamento a Grodno, nell'ottobre 2009. Entrambi sono stati giudicati colpevoli di omicidio premeditato, aggressione armata, incendio doloso, rapimento di minore, furto e rapina. Il 17 settembre 2010, la Corte suprema di Minsk ha respinto i loro ricorsi. Le famiglie dei due uomini hanno appreso del rifiuto del presidente Lukashenko di concedere la clemenza dalla televisione nazionale il 22 febbraio. Gryshkautstou e Burdyka non hanno negato le accuse. COmunque ci si oppone oppone alla pena di morte in tutti i casi, senza eccezioni perché viola il diritto alla vita, come sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, oltre a essere una punizione crudele, disumana e degradante.
BERNARD ZEPHERIN TEYOU è uno scrittore camerunese, arrestato per aver scritto un libro su Chantal Biya, moglie del presidente Paul Biya. La sua salute sta peggiorando significativamente a causa delle cattive condizioni in cui è detenuto nel carcere di New Bell, a Douala. L'arresto è avvenuto nella sala dell'Hotel Somatel che aveva preso in affitto per lanciare il suo libro "La bella della Repubblica delle banane: Chantal Biya, dalla strada al palazzo", che narra delle umili origini della donna e della sua ascesa a moglie del presidente del Camerun. Per quanto riguarda l'accusa di "riunione illegale", Bertrand Teyou aveva informato le autorità camerunensi, come richiesto dalla legge, dell'intenzione di presentare il suo libro.
FIRMA L'APPELLO: http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT
15 aprile 2011:
Chi ha ucciso VITTORIO ARRGONI? Tutti vorremmo saperlo. L'attivista era da tre anni nella Striscia di Gaza, accanto al popolo palestinese fino a quando il 14 aprile è stato rapito da un gruppo salafita (?). Il testo di un messaggio diffuso su internet minacciava l'uccisione dell'attivista entro 30 ore (16 del pomeriggio del giorno successivo) se il governo Hamas non rilasciava dei salafiti rinchiusi in carcere. Purtroppo Vittorio è stato ritrovato alle 02:00 del mattino. Unica cosa certa è che chi ha rapito Vittorio è nemico della Palestina e di tutti quei bambini di Gaza che lo amavano. Attendiamo risposte convincenti e ricordiamo Vittorio rispondendo sul "campo".
Chi ha ucciso VITTORIO ARRGONI? Tutti vorremmo saperlo. L'attivista era da tre anni nella Striscia di Gaza, accanto al popolo palestinese fino a quando il 14 aprile è stato rapito da un gruppo salafita (?). Il testo di un messaggio diffuso su internet minacciava l'uccisione dell'attivista entro 30 ore (16 del pomeriggio del giorno successivo) se il governo Hamas non rilasciava dei salafiti rinchiusi in carcere. Purtroppo Vittorio è stato ritrovato alle 02:00 del mattino. Unica cosa certa è che chi ha rapito Vittorio è nemico della Palestina e di tutti quei bambini di Gaza che lo amavano. Attendiamo risposte convincenti e ricordiamo Vittorio rispondendo sul "campo".
11 Aprile 2011:
EGITTO - MAIKEL NABIL SANAD è un giovane blogger condannato a tre anni di carcere per "insulti alle forze armate" attraverso il suo sito web (http://www.maikelnabil.com/). Nabil ha scritto che l’esercito sarebbe colpevole di torture inflitte ai prigionieri arrestati durante la rivoluzione egiziana del 25 gennaio (cita articoli pubblicati anche all'estero). Ha affermato che l’esercito «ha adottato una posizione di passiva neutralità ma in realtà ha continuato a sostenere la polizia e i criminali di Mubarak». Ha sostenuto che «finora la rivoluzione ha ottenuto la cacciata del dittatore Mubarak, ma la dittatura è ancora in vigore».
In Rete, molti blogger affermano che il processo è un avvertimento a tutti da parte dell'esercito: «Il caso di Maikel Nabil è un messaggio chiaro agli attivisti su Internet. Dobbiamo difendere la libertà di espressione», scrive su Twitter Rasha Abdulla. «L'Egitto non sarà mai un posto sicuro per i blogger», afferma Wael Abbas. «Questa sentenza mi ricorda i tempi di Mubarak», commenta Ghaly Shafik.
EGITTO - MAIKEL NABIL SANAD è un giovane blogger condannato a tre anni di carcere per "insulti alle forze armate" attraverso il suo sito web (http://www.maikelnabil.com/). Nabil ha scritto che l’esercito sarebbe colpevole di torture inflitte ai prigionieri arrestati durante la rivoluzione egiziana del 25 gennaio (cita articoli pubblicati anche all'estero). Ha affermato che l’esercito «ha adottato una posizione di passiva neutralità ma in realtà ha continuato a sostenere la polizia e i criminali di Mubarak». Ha sostenuto che «finora la rivoluzione ha ottenuto la cacciata del dittatore Mubarak, ma la dittatura è ancora in vigore».
In Rete, molti blogger affermano che il processo è un avvertimento a tutti da parte dell'esercito: «Il caso di Maikel Nabil è un messaggio chiaro agli attivisti su Internet. Dobbiamo difendere la libertà di espressione», scrive su Twitter Rasha Abdulla. «L'Egitto non sarà mai un posto sicuro per i blogger», afferma Wael Abbas. «Questa sentenza mi ricorda i tempi di Mubarak», commenta Ghaly Shafik.
10 Aprile 2011:
BARI - Restano tante domande su caso di CARLO SATURNO, 22 anni, di Manduria (Ta) che, secondo le fonti ufficiali si sarebbe impiccato nella Casa Circondariale di Bari.Ieri, nell'istituto di Medicina legale del Policlinico, è stata effettuata l'autopsia. I risultati degli esami autoptico, istologici e tossicologici, fatti dal prof.Francesco Introna, saranno comunicati entro 90 giorni. Si è appreso che non sarebbe emerso nulla di diverso rispetto a quanto gia' accertato.
Saturno era parte civile nel processo contro nove poliziotti del carcere minorile di Lecce, che sono accusati di aver compiuto violenze sui detenuti tra il 2003 e il 2005. Carlo, che all’epoca aveva 16 anni, sarebbe stato vittima, assieme ad altri ragazzi, di vere e proprie sevizie. Chiediamo che le indagini non si fermino ad un semplice suicidio. Più volte in questi anni, le cause di molti "suicidi" sono state dichiarate per tossicodipendenza, problemi psicologici ecc. Queste non possono essere giustificazioni valide per raccontare una morte per impiccagione di un giovane ragazzo di appena 22 anni.Non bisogna indagare solamente se sia stata la sua volontà a prendere il lenzuolo e impiccarsi oppure qualcuno ha distrutto la sua vita. Se è stato il suo "volere" un motivo c'è e va indagato. Qualcuno o qualche evento drammatico ha fatto arrivare Carlo a compiere un gesto disperato. Un istigazione al suicidio, in un certo senso omicidio. Noi non sappiamo la verità e non possiamo andare per intuito. Solo indagini serie e continue potranno portare alla famiglia di Carlo un minimo di giustizia. Ci saranno? Vedremo
BARI - Restano tante domande su caso di CARLO SATURNO, 22 anni, di Manduria (Ta) che, secondo le fonti ufficiali si sarebbe impiccato nella Casa Circondariale di Bari.Ieri, nell'istituto di Medicina legale del Policlinico, è stata effettuata l'autopsia. I risultati degli esami autoptico, istologici e tossicologici, fatti dal prof.Francesco Introna, saranno comunicati entro 90 giorni. Si è appreso che non sarebbe emerso nulla di diverso rispetto a quanto gia' accertato.
Saturno era parte civile nel processo contro nove poliziotti del carcere minorile di Lecce, che sono accusati di aver compiuto violenze sui detenuti tra il 2003 e il 2005. Carlo, che all’epoca aveva 16 anni, sarebbe stato vittima, assieme ad altri ragazzi, di vere e proprie sevizie. Chiediamo che le indagini non si fermino ad un semplice suicidio. Più volte in questi anni, le cause di molti "suicidi" sono state dichiarate per tossicodipendenza, problemi psicologici ecc. Queste non possono essere giustificazioni valide per raccontare una morte per impiccagione di un giovane ragazzo di appena 22 anni.Non bisogna indagare solamente se sia stata la sua volontà a prendere il lenzuolo e impiccarsi oppure qualcuno ha distrutto la sua vita. Se è stato il suo "volere" un motivo c'è e va indagato. Qualcuno o qualche evento drammatico ha fatto arrivare Carlo a compiere un gesto disperato. Un istigazione al suicidio, in un certo senso omicidio. Noi non sappiamo la verità e non possiamo andare per intuito. Solo indagini serie e continue potranno portare alla famiglia di Carlo un minimo di giustizia. Ci saranno? Vedremo
8 APRILE 2011:
ABIOLA WABARA è una giocatrice della Geas (serie A femminile di basket). La nazionale italiana è stata vittima per tutta la partita di cori razzisti e come se non bastasse perfino da una raffica sputi mentre le squadre, al termine dell’incontro, si stavano recando negli spogliatoi.
Parole che fanno schifo. Lei gioca da paura e con la paura di vivere in una Italia di merda. Gli arbitri non scrivono degli insulti nel referto. Il presidente della Comense, nonché presidente di Lega, Stefano Pennestrì dice: “I tifosi vanno censurati, ma anche la tesserata che mostra il dito medio non compie un bel gesto”. Meglio guardare un dito anziché la merda da rimuovere caro presidente.Abiola Wabara ha giocato una carriera, costretta a fronteggiare, più spesso di quanto non riportato sui giornali, miseri urlatori, a volte sussurratori, che l’hanno insultata perché "Non esistono neri italiani".Uomini (in realtà molto meno) che le hanno sbattuto addosso il loro odio ignorante. Al gridodi "scimmia" e "negra di m.", quei quattro mentecatti si sono visti anche sorrisi e indifferenza intorno. chiamarsi fuori basta? Basta che sia sempre colpa degli altri per scaricarsi la coscienza? Il contesto aiuta, eccome e aiuta.
2 aprile 2011:
OPG ovvero LAGER DI STATO - Tanti Lager spuntano come funghi in questo Paese.Negli ospedali psichiatrici giudiziari le persone vengono torturate psicologicamente e fisicamente ogni giorno, le loro pene vengono prorogate all'infinito perchè ritenuti pericolosi dalla società.Alla fine del 2010 la Commissione d'inchiesta del Senato sul servizio sanitario nazionale ha contato all'interno degli Opg 376 "dimissibili", di cui poi sono stati effettivamente dimessi solo 65, invece per altri 115 è stata disposta una proroga della pena, mentre 6 nel frattempo sono morti senza riuscire a mettere piede fuori da strutture fatiscenti. Su un totale di 1479 persone rinchiuse negli Opg, quasi 1 su 4 risulta dimissionabile, cioè ha scontato la sua pena e non risulta socialmente pericoloso.
Video Presa diretta 20/03/2011: http://www.youtube.com/watch?v=A535K-IjV
1 Aprile 2011:
Lo scorso sabato IMAN AL-OBEID una giovane donna avvocato ha fatto irruzione in un hotel di Tripoli e ha pregato i giornalisti stranieri di aiutarla, mostrando le sue ferite e denunciando che era stata violentata da 15 uomini di Gheddafi. Ha continuato a urlare mentre alcuni agenti di Gheddafi la portavano via, e da allora nessuno l’ha più vista.L’organizzazione internazionale per i diritti umani Avaaz ha lanciato una petizione da consegnare al Consolato Turco a Bengasi.
PETIZIONE: http://www.avaaz.org/it/free_iman_al_obeidi/?rc=fb
Lo scorso sabato IMAN AL-OBEID una giovane donna avvocato ha fatto irruzione in un hotel di Tripoli e ha pregato i giornalisti stranieri di aiutarla, mostrando le sue ferite e denunciando che era stata violentata da 15 uomini di Gheddafi. Ha continuato a urlare mentre alcuni agenti di Gheddafi la portavano via, e da allora nessuno l’ha più vista.L’organizzazione internazionale per i diritti umani Avaaz ha lanciato una petizione da consegnare al Consolato Turco a Bengasi.
PETIZIONE: http://www.avaaz.org/it/free_iman_al_obe
31 Marzo 2011:
BIELORUSSIA - Tre attivisti, condannati sulla base di accuse pretestuose. Il loro reato è aver criticato le irregolarità che avevano caratterizzato le elezioni presidenziali del dicembre 2010. Il 24 marzo Zmitser Dashkevich ed Eduard Lobaud, due esponenti del Fronte giovanile, sono stati condannati rispettivamente a due e a quattro anni da scontare in una colonia penale per "vandalismo" avendo, secondo l'accusa, aggredito dei passanti. Il 29 marzo Mikita Likhavid (in Foto), uno studente di 20 anni, è stato condannato a tre anni e sei mesi da scontare in una colonia penale per "disordini di massa".
30 Marzo 2011:
Sotto i due ragazzi c'è un cartello con la scritta " IL LAVORO O LA MORTE". Questa è la crudele realtà dei giorni post rivoluzionari in Tunisia. Dopo la rivoluzione il popolo vuole i fatti.
Sotto i due ragazzi c'è un cartello con la scritta " IL LAVORO O LA MORTE". Questa è la crudele realtà dei giorni post rivoluzionari in Tunisia. Dopo la rivoluzione il popolo vuole i fatti.
28 Marzo 2011:
JAWHER ALAYET aveva 22 anni. Il 18 Marzo del 2011, parte da Tunisi con una carretta delle tante che si vedono in questi giorni nel Mar Mediterraneo. Le onde del mare lo hanno inghiottito e Jawher non è mai arrivato in Italia. "Un giovane che adorava la vita.In Tunisia stava bene, ma voleva viaggiare, provare l'avventura e conoscere cose nuove. Ha deciso di rischiare la vita per nulla" dice il suo amico Hafedh
JAWHER ALAYET aveva 22 anni. Il 18 Marzo del 2011, parte da Tunisi con una carretta delle tante che si vedono in questi giorni nel Mar Mediterraneo. Le onde del mare lo hanno inghiottito e Jawher non è mai arrivato in Italia. "Un giovane che adorava la vita.In Tunisia stava bene, ma voleva viaggiare, provare l'avventura e conoscere cose nuove. Ha deciso di rischiare la vita per nulla" dice il suo amico Hafedh
28 Marzo 2011:
Ho inserito nella sezione dei diritti umani violati, l'ormai nota vicenda della falsa aquilana ospitata a Forum, per un motivo:in quella circostanza sono stati violati i diritti fondamentali di informazione e il diritto della popolazione aquilana di avere una VERA ricostruzione senza insabbiare nulla. MARINA VILLA, 50 anni,ospite della trasmissione, dichiarava di essere commerciante. Ringraziava in diretta il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il capo dipartimento della protezione Civile, Guido Bertolaso, per tutto ciò che erano riusciti a fare per l’Aquila: “La ricostruzione è quasi terminata, hanno risolto molti dei nostri problemi”.
E' lì in tv con il coniuge a discutere della separazione davanti al giudice del tribunale televisivo. Ma è tutto finto: lei non è dell’Aquila, non è commerciante, il vero marito è a casa a Popoli, il paesino abruzzese nel quale la coppia vive: si chiama Antonio Di Prata e con lei gestisce un’agenzia funebre dicono nella rete. Rita Dalla Chiesa si difende" Non erano aquilani? Io mica chiedo la Carta di Identità". E' evidente un progetto mediatico martellante e meschino. Si sfrutta una tragedia per fini propagandistici, per una campagna elettorale. Si gioca profondamente con la VITA delle persone. Si nasconde la tragedia. Per questo credo che sia una brutta pagina di diritti umani violati.
Il video della puntata: http://www.youtube.com/watch?v=XQbvkNVjc
27 Marzo 2011:
LAMPEDUSA - Trattamento dei profughi tunisini degno di un paese antidemocratico. Siamo sempre pronti a criticare gli altri Paesi quando non rispettano i trattati internazionali ma siamo indifferenti quando accade in casa nostra. In questi giorni si susseguono le violazioni dei diritti umani nei confronti dei lampedusani e dei migranti che abbandonati a se stessi non, riescono a sopportare l'accoglienza. Frasi ad effetto del governo inducono la gente a pensare che partano aiuti se i rifugiati tornano in patria. In realtà, l'obiettivo è rimpatriare i migranti perchè in Italia non sono desiderati dalle istituzioni. Non c'è voglia di aiutarli Ci girano intorno, giocano sui loro corpi mentre restano a marcire all'interno dell'isola Alcatraz di Lampedusa. L'azione è rendere Lampedusa un luogo squallido per indurre la popolazione a percepire che c'è effettivamente una emergenza. L'allarme è desiderato, voluto e studiato. E' stato creato appositamente per due motivi:
1- Messaggio ai migranti: non c'è più posto per nessuno. Facendoli vivere nel modo più ignobile possibile si spera che ci ripensino e scelgano la strada del rimpatrio volontario
2- Messaggio agli autoctoni: E' emergenza, sono in tanti. Cercano di creare odio e apprensione.
LAMPEDUSA - Trattamento dei profughi tunisini degno di un paese antidemocratico. Siamo sempre pronti a criticare gli altri Paesi quando non rispettano i trattati internazionali ma siamo indifferenti quando accade in casa nostra. In questi giorni si susseguono le violazioni dei diritti umani nei confronti dei lampedusani e dei migranti che abbandonati a se stessi non, riescono a sopportare l'accoglienza. Frasi ad effetto del governo inducono la gente a pensare che partano aiuti se i rifugiati tornano in patria. In realtà, l'obiettivo è rimpatriare i migranti perchè in Italia non sono desiderati dalle istituzioni. Non c'è voglia di aiutarli Ci girano intorno, giocano sui loro corpi mentre restano a marcire all'interno dell'isola Alcatraz di Lampedusa. L'azione è rendere Lampedusa un luogo squallido per indurre la popolazione a percepire che c'è effettivamente una emergenza. L'allarme è desiderato, voluto e studiato. E' stato creato appositamente per due motivi:
1- Messaggio ai migranti: non c'è più posto per nessuno. Facendoli vivere nel modo più ignobile possibile si spera che ci ripensino e scelgano la strada del rimpatrio volontario
2- Messaggio agli autoctoni: E' emergenza, sono in tanti. Cercano di creare odio e apprensione.
27 Marzo 2011:
EGITTO - Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di indagare sulle gravi accuse di TORTURA, compreso il "test di verginità" inflitti dall'esercito egiziano alle manifestanti arrestate in piazza Tahrir nei precedenti mese. Il 9 marzo, almeno 18 donne sono state detenute in custodia militare. Amnesty International è stata informata dai manifestanti, che erano state picchiate e sottoposte a scariche elettriche. Sono state costrette anche a subire il "test della verginità". "E 'assolutamente inaccettabile costringere le donne a sottoporsi al test di verginità. Il loro obiettivo è quello di degradare le donne" ha dichiarato Amnesty International. Salwa Hosseini , 20 anni, ha riferito ad Amnesty International che, dopo essere stata arrestata e portata in un carcere militare, è stata costretta, con altre donne, a spogliarsi per essere perquisita. Secondo le informazioni raccolte da Amnesty International, una donna che sosteneva di essere vergine, ma il test ha dimostrato il contrario è stata picchiata e sottoposta a scosse elettriche. Le 17 donne detenute nel carcere militare sono state tutti portate davanti a un tribunale militare il 11 marzo e rilasciate il 13 marzo. Molte di loro sono state condannate. Salwa Hosseini è stata condannata per disturbo alla quiete pubblica e distruzione di proprietà pubbliche e private.
FONTE AMNESTY BELGIO: http://www.amnestyinternational.be/doc/communiques-et-publications/article/des-manifestantes-egyptiennes
EGITTO - Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di indagare sulle gravi accuse di TORTURA, compreso il "test di verginità" inflitti dall'esercito egiziano alle manifestanti arrestate in piazza Tahrir nei precedenti mese. Il 9 marzo, almeno 18 donne sono state detenute in custodia militare. Amnesty International è stata informata dai manifestanti, che erano state picchiate e sottoposte a scariche elettriche. Sono state costrette anche a subire il "test della verginità". "E 'assolutamente inaccettabile costringere le donne a sottoporsi al test di verginità. Il loro obiettivo è quello di degradare le donne" ha dichiarato Amnesty International. Salwa Hosseini , 20 anni, ha riferito ad Amnesty International che, dopo essere stata arrestata e portata in un carcere militare, è stata costretta, con altre donne, a spogliarsi per essere perquisita. Secondo le informazioni raccolte da Amnesty International, una donna che sosteneva di essere vergine, ma il test ha dimostrato il contrario è stata picchiata e sottoposta a scosse elettriche. Le 17 donne detenute nel carcere militare sono state tutti portate davanti a un tribunale militare il 11 marzo e rilasciate il 13 marzo. Molte di loro sono state condannate. Salwa Hosseini è stata condannata per disturbo alla quiete pubblica e distruzione di proprietà pubbliche e private.
FONTE AMNESTY BELGIO: http://www.amnestyinternational.be/doc/c
27 Marzo 2011:
MESSICO- ABEL BARRERA HERNANDEZ ha fondato il Centro per i diritti umani per le popolazioni indigene in Messico. Barrera dal 1994 instancabilmente e con grande rischio personale, lotta per i diritti degli indigeni. Egli sta studiando il caso di abusi di diritti umani e sparizioni "strane". Ha documentato numerosi casi di stupro e abusi da parte di soldati.
MESSICO- ABEL BARRERA HERNANDEZ ha fondato il Centro per i diritti umani per le popolazioni indigene in Messico. Barrera dal 1994 instancabilmente e con grande rischio personale, lotta per i diritti degli indigeni. Egli sta studiando il caso di abusi di diritti umani e sparizioni "strane". Ha documentato numerosi casi di stupro e abusi da parte di soldati.
27 Marzo 2011:
COLOMBIA - NANCY FIALLO è difensore dei diritti umani in Colombia. La donna ha ricevuto diverse minacce di morte. Lei e altri membri della Assemblea delle Donne e della Società Civile per la Pace stanno perseguendo azioni legali contro i politici sospettati di avere legami con gruppi paramilitari illegali. Non solo lei, molte persone negli ultimi mesi hanno ricevuto diverse minacce di morte. Fra le persone minacciate sono: Luz Marina Hache , Ingrid Vergara e Martha Lucia Giraldo , i tre membri del Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato (MOVICE), unione diverse di SINALTRAINAL e SINTRAENTEDDIMCCOL, Cristina Castro , il Comitato di Solidarietà con i prigionieri politici, Berenice Celeyta , direttore della Associazione per la Ricerca e azione sociale, Ayda Quilcué , ex leader degli indigeni del Cauca, William Cristancho Duarte , avvocato per i diritti umani, e Nery Luz Mosquera Ramírez , dell'Associazione Nazionale di afro-colombiani sfollati.
COLOMBIA - NANCY FIALLO è difensore dei diritti umani in Colombia. La donna ha ricevuto diverse minacce di morte. Lei e altri membri della Assemblea delle Donne e della Società Civile per la Pace stanno perseguendo azioni legali contro i politici sospettati di avere legami con gruppi paramilitari illegali. Non solo lei, molte persone negli ultimi mesi hanno ricevuto diverse minacce di morte. Fra le persone minacciate sono: Luz Marina Hache , Ingrid Vergara e Martha Lucia Giraldo , i tre membri del Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato (MOVICE), unione diverse di SINALTRAINAL e SINTRAENTEDDIMCCOL, Cristina Castro , il Comitato di Solidarietà con i prigionieri politici, Berenice Celeyta , direttore della Associazione per la Ricerca e azione sociale, Ayda Quilcué , ex leader degli indigeni del Cauca, William Cristancho Duarte , avvocato per i diritti umani, e Nery Luz Mosquera Ramírez , dell'Associazione Nazionale di afro-colombiani sfollati.
26 Marzo 2011:
LIU XIANBIN, l' attivista pro-democrazia è stato condannato a 10 anni di reclusione per aver scritto articoli critici verso il governo. "Dieci anni di reclusione per la scrittura di articoli è terribile", ha dichiarato Catherine Baber, di Amnesty International. "Liu Xianbin non è colpevole di alcun crimine. Egli è un prigioniero di coscienza e dovrebbe essere rilasciato immediatamente ". Liu Xianbin è stato condannato dal tribunale di provincia del Sichuan per "incitamento alla sovversione del potere dello Stato" in un processo che è durato solo poche ore. Questa è la terza volta Xianbin Liu è stato imprigionato per il suo credo politico e l'attivismo.
Un branco di esaltati inumani, legittimati da una guerra “esportatrice” di democrazia, continuano a vessare senza freni contro la parte più vulnerabile della società afghana. Dopo Abu Ghraib e Guantanamo, i militari in Afghanistan non volevano rimanere indietro.
Cinque soldati sono accusati di aver ucciso civili e di aver vilipeso i loro cadaveri. Nelle fotografie si vedono due soldati sorridenti nell’atto di chinarsi accanto al corpo di un afgano morto che viene trascinato per i capelli. Un’altra foto mostra due afgani, apparentemente morti, appoggiati a un palo. Jeremy Morlock, di Wasilla, Alaska, era già stato accusato di aver ucciso altri civili afgani, così come Andrew Holmes. Gli altri tre soldati americani fanno parte invece della Stryker Brigade, impiegata in Afghanistan dall’estate del 2009 all’estate del 2010.
Le autorità americane esprimono la loro preoccupazione e per presentare scuse formali. Il colonnello Thomas Collins si scusa “per il disturbo che queste foto possono arrecare, che sono in assoluto contrasto con la disciplina, la professionalità e il rispetto che hanno caratterizzato il comportamento dei nostri soldati. Temiamo che questo genere di cose possa mettere a rischio le forze della coalizione, e minare le nostre relazioni con il popolo afgano“. I soldati del “Kill Team” (così è stato ribattezzato il gruppo dai giornalisti tedeschi) rischiano di essere condannati dalla corte marziale, ma soprattutto rischiano di far crescere ancora di più l’odio delle popolazioni nei propri confronti.
Cinque soldati sono accusati di aver ucciso civili e di aver vilipeso i loro cadaveri. Nelle fotografie si vedono due soldati sorridenti nell’atto di chinarsi accanto al corpo di un afgano morto che viene trascinato per i capelli. Un’altra foto mostra due afgani, apparentemente morti, appoggiati a un palo. Jeremy Morlock, di Wasilla, Alaska, era già stato accusato di aver ucciso altri civili afgani, così come Andrew Holmes. Gli altri tre soldati americani fanno parte invece della Stryker Brigade, impiegata in Afghanistan dall’estate del 2009 all’estate del 2010.
Le autorità americane esprimono la loro preoccupazione e per presentare scuse formali. Il colonnello Thomas Collins si scusa “per il disturbo che queste foto possono arrecare, che sono in assoluto contrasto con la disciplina, la professionalità e il rispetto che hanno caratterizzato il comportamento dei nostri soldati. Temiamo che questo genere di cose possa mettere a rischio le forze della coalizione, e minare le nostre relazioni con il popolo afgano“. I soldati del “Kill Team” (così è stato ribattezzato il gruppo dai giornalisti tedeschi) rischiano di essere condannati dalla corte marziale, ma soprattutto rischiano di far crescere ancora di più l’odio delle popolazioni nei propri confronti.
La mamma di Antonio ci ha lasciato per sempre. Era il suo unico arpiglio. Ora non c'è più neanche lui in questo sporco mondo. Non c'è perchè continuamente viene emarginato dai soliti benpensanti che dietro una scrivania gli ripetono "Non abbiamo i soldi, non c'è posto per te. Mi dispiace" MI dispiace??? "Questa mattina come tutte le mattine mi sono preso i soliti schiaffi quotidiani mi sono recato all'assistenza sociale chiedendo ancora per la miliardesima volta se ci sono novità. Come al solito non mi hanno detto nulla" dice Antonio immerso nella Jungla d'indifferenza delle istituzioni romane. "Ripetendo che sono in mezzo alla strada - continua Antonio - mi è stato risposto che non possono fare nulla". Giustamente Antonio è arrabbiato con le istituzioni e con i politici italiani. "Ecco cosa rispondono a chi chiede un diritto negato dalle istituzioni che ancora ad oggi giocano a prendermi per il culo" dice l'uomo. Ti calpestano la dignità con la più totale franchezza. Tanto loro uno stipendio lo portano a casa. Antonio NO. Sta per finire sotto i ponti di Roma. "Non voglio essere Italiano anche perchè in questo paese di merda non posso farne parte qui vanno avanti i soliti merdosi. Questa è la verità che la società ancora non vuole vedere".
LEGGI LA SUA STORIA: http://onoriandrea.blogspot.com/2010/07/tonino-il-principe-dei-poveri-chiede.html
LEGGI LA SUA STORIA: http://onoriandrea.blogspot.com/2010/07/
Il governo italiano non sta prendendo le giuste misure atte a prevenire e perseguire la violenza razzista e xenofoba. È quanto afferma Human Rights Watch in un rapporto. Il dossier, dal titolo 'L'intolleranza quotidiana: la violenza razzista e xenofoba in Italia', è il frutto di una ricerca condotta nel 2010: comprende decine di interviste di vittime di violenza, magistrati e funzionari di governo, documentando casi di violenza a sfondo razzista e xenofoba contro immigrati, italiani di discendenza straniera, Rom e Sinti avvenuti negli ultimi anni, nonchè la risposta dello Stato a tali crimini. Secondo l'organizzazione internazionale, gli immigrati, gli italiani di origine straniera e i Rom sono stati vittime di «brutali attacchi». Il rapporto denuncia in 81 pagine le «mancanze dello Stato italiano nel prendere misure efficaci contro i crimini imputabili a odio discriminatorio. Sono rari i casi in cui l'aggravante razzista - continua Human Rights Watch - venga contestata nelle azioni penali per violenze, e le autorità italiane tendono a sminuire la portata del problema e non condannano con la necessaria forza gli attacchi». Il rapporto sottolinea poi «l'inadeguata formazione delle forze dell'ordine e del personale giudiziario e l'incompletezza della raccolta di dati». Il governo, «dedica molta più energia a incolpare i migranti e i Rom dei problemi che attanagliano l'Italia di quanto non faccia per fermare gli attacchi violenti contro di loro», sostiene Judith Sunderland, ricercatrice senior per l'Europa occidentale di Human Rights Watch. «Le dichiarazioni allarmiste del governo su un'invasione di 'proporzioni biblichè dal Nord Africa è solo l'ultimo esempio di retorica irresponsabile. I funzionari dovrebbero proteggere i migranti e i Rom dalle aggressioni». Human Rights Watch elenca una serie di aggressioni, quali gli attacchi a insediamenti rom a Napoli nel maggio 2008, o ai lavoratori stagionali immigrati dall'Africa a Rosarno, in Calabria, nel gennaio 2010, o a un bar bengalese a Roma nel marzo 2010. La legge italiana prevede delle pene detentive più severe per reati aggravati della motivazione razziale, ma questo strumento non si è ancora dimostrato all'altezza delle sue ambizioni, afferma Human Rights Watch. Il rapporto di Human Rights Watch contiene raccomandazioni concrete al governo italiano volte a rafforzare la sua risposta alla violenza razzista e xenofoba: la violenza razzista e xenofoba va condannata fino al più alto livello, con coerenza, continuità e forza; il diritto penale va riformato per assicurare che la circostanza aggravante della motivazione razziale possa essere contestata anche in presenza di motivazioni miste, e per espandere l'elenco delle caratteristiche protette ai fini di includere, come minimo, l'orientamento sessuale e l'identità di genere; va resa obbligatoria la formazione del personale delle forze dell'ordine e i pubblici ministeri per individuare, investigare e perseguire penalmente i crimini motivati, in tutto o in parte, dall'odio razzista.
19 MARZO 2011: PRIGIONIERE PALESTINESI COSTRETTE A PARTORIRE AMMANETTATE. CELLE INFESTATE DA RATTI
Le prigioniere palestinesi, detenute nelle carceri israeliane, sarebbero rinchiuse in condizioni squallide e lasciate in celle infestate anche da ratti. L’Agenzia internazionale IPS riporta una intervista a Fabrizia Falcione, dirigente dei progetti di Unifem, l’agenzia ONU per i diritti delle donne. Dalla conversazione escono fuori dei particolari alquanto raccapriccianti sulle violazioni basilari dei diritti fondamentali dell’uomo, ai danni dei prigionieri politici palestinesi, tra i quali anche donne e bambini.
“La situazione di donne e minori palestinesi nei centri di detenzione israeliani è davvero critica. Assistiamo a negligenza medica e all’assenza di servizi medici specifici (specialistici) e nessuna somministrazione dei trattamenti di cui hanno bisogno le prigioniere malate” ha dichiarato Fabrizia Falcione. Le palestinesi, sono detenute principalmente tra i penitenziari israeliani di Hasharon e Damon, entrambi fuori dai Territori palestinesi occupati, e questo in piena violazione all’art.76 della IV Convenzione di Ginevra. Si racconta di celle infestate da insetti, scarafaggi e ratti. Una detenuta rilasciata pochi mesi fa ha raccontato: “Non riuscirei a descrivere le condizioni nella cella. Era come una tomba sottoterra, piena di insetti, lenzuola bagnate e dall’odore stomachevole, straripante di rifiuti”. La stragrande maggioranza delle donne detenute politiche da Israele soffre di varie patologie e le detenute incinte si vocifera che vengono fatte partorire ammanettate. Fabrizia Falcone lo conferma “ Si, è proprio così. Le detenute incinte vengono ammanettate durante il parto e lasciate così nel periodo successivo. Una volta compiuti due anni, i bambini vengono allontanati dalle madri“. Le donne patiscono oltraggi e offese al proprio retaggio culturale e ai diritti religiosi. Un’ex detenuta avrebbe raccontato alla Falcione: “Mi hanno privata del velo dandomi un’uniforme di colore marrone, a maniche corte e quando ho chiesto di avere una maglia a maniche lunghe da poter indossare di sotto, me l’hanno negata. Costretta a spostarmi tra le celle tra gli occhi di guardie uomini.Mi sono sentita umiliata e sono stata insultata“. Molte donne, come molte persone all’interno dei territori occupati, vengono imprigionate senza essere state sottoposte a un processo. Il loro arresto avviene spesso per affiliazione a organizzazioni messe al bando da Israele. “Inoltre, a prigioniere e detenute palestinesi vengono vietati la detenzione e l’utilizzo di oggetti come le penne: non possono leggere e non viene loro riconosciuto il diritto ad alcuna pausa ricreativa” conclude il dirigente dei progetti Unifem.
FONTE: http://www.ipsnews.net/news.asp?idnews=5
11 marzo 2011:
SVIZZERA - l’Osservatorio svizzero sul diritto d’asilo e degli stranieri e Solidarité sans frontières lanciano una campagna nazionale con la quale chiedono una riforma del regime dell’aiuto urgente, al quale sottostanno circa 5’000 RICHIEDENTI ASILO RESPINTI. Il regime dell’aiuto d’urgenza porta, secondo le quattro organizzazioni, a un isolamento sociale estremo, numerosi ostacoli amministrativi e una precarizzazione che impedisce ai beneficiari di vivere nella dignità. Condizioni ancor più difficili per le persone più vulnerabili: gli anziani, le persone traumatizzate, le donne incinte o sole con bambini, e i minorenni non accompagnati. “L’obiettivo della nostra campagna è sensibilizzare il pubblico e il mondo politico alla situazione estremamente precaria e indegna nella quale vivono le persone sottoposte al regime dell’aiuto d’urgenza”, ha dichiarato Claudia Dubacher, Segretaria generale dell’Osservatorio svizzero sul diritto d’asilo e degli stranieri. I diritti fondamentali devono essere rispettati, in particolare il diritto all’educazione e quello a una vita dignitosa, regolarmente calpestati nel caso delle persone che dipendono dall’aiuto d’urgenza.
FIRMATE LA PETIZIONE: http://www.campagne-urgence.ch/fr/index.cfm/treeID/27
SVIZZERA - l’Osservatorio svizzero sul diritto d’asilo e degli stranieri e Solidarité sans frontières lanciano una campagna nazionale con la quale chiedono una riforma del regime dell’aiuto urgente, al quale sottostanno circa 5’000 RICHIEDENTI ASILO RESPINTI. Il regime dell’aiuto d’urgenza porta, secondo le quattro organizzazioni, a un isolamento sociale estremo, numerosi ostacoli amministrativi e una precarizzazione che impedisce ai beneficiari di vivere nella dignità. Condizioni ancor più difficili per le persone più vulnerabili: gli anziani, le persone traumatizzate, le donne incinte o sole con bambini, e i minorenni non accompagnati. “L’obiettivo della nostra campagna è sensibilizzare il pubblico e il mondo politico alla situazione estremamente precaria e indegna nella quale vivono le persone sottoposte al regime dell’aiuto d’urgenza”, ha dichiarato Claudia Dubacher, Segretaria generale dell’Osservatorio svizzero sul diritto d’asilo e degli stranieri. I diritti fondamentali devono essere rispettati, in particolare il diritto all’educazione e quello a una vita dignitosa, regolarmente calpestati nel caso delle persone che dipendono dall’aiuto d’urgenza.
FIRMATE LA PETIZIONE: http://www.campagne-urgence.ch/fr/index.
17 marzo 2011:
Ogni anno, più di 2.000 donne muoiono in Burkina Faso per complicazioni legate alla gravidanza e al parto.La maggior parte di questi decessi potrebbero essere EVITATI. La mortalità materna colpisce soprattutto le donne più povere e meno istruite. Le donne in Burkina Faso hanno numerose barriere che ostacolano il loro accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno, soprattutto ostacoli sociali ed economici, in particolare il costo delle cure mediche e ostetriche.
Ogni anno, più di 2.000 donne muoiono in Burkina Faso per complicazioni legate alla gravidanza e al parto.La maggior parte di questi decessi potrebbero essere EVITATI. La mortalità materna colpisce soprattutto le donne più povere e meno istruite. Le donne in Burkina Faso hanno numerose barriere che ostacolano il loro accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno, soprattutto ostacoli sociali ed economici, in particolare il costo delle cure mediche e ostetriche.
17 marzo 2011:
ROM SLOVENI - Le autorità della slovene sembrano interessarsi poco della protezione delle comunità rom. A loro vengono negati alloggi, acqua e servizi igienici. Alcune famiglie rom nel paese non hanno acqua a loro disposizione, neanche il minimo indispensabile, ritenuto necessario per le persone che soffrono una situazione di emergenza umanitaria. Alcuni comuni si rifiutano di fornire servizi pubblici, perché i loro insediamenti sono 'irregolari', mentre il governo ha ignorato il problema. Quasi il 100 per cento della popolazione ha accesso ad acqua potabile sicura, mentre molte comunità rom lottano per raccogliere anche piccole quantità di acqua da bere, cucinare e fare il bagno.
17 Marzo 2011:
IRAQ - WALID YUNIS AHMAD potrebbe essere condannato a 15 anni di reclusione. Molti ritengono che le accuse contro di lui siano state fabbricate. L'uomo è stato arrestato il 6 febbraio del 2000 e detenuto senza accuse né processo per più di 10 anni. E' stato incriminato per la prima volta a febbraio 2011, ma il suo avvocato teme che le accuse siano state fabbricate e che abbiano lo scopo di lasciare Walid Yunis Ahmad in prigione per il resto della sua vita.
Walid è stato incriminato in base alla legge anti-terrorismo del 2006 con l'accusa di "invio di ordini e istruzioni dal carcere ai suoi seguaci a Kirkuk per effettuare attacchi terroristici in Dohuk". Le accuse sono state formulate in base a delle informazioni che un giudice istruttore ha ricevuto da "informatori segreti", in relazione alla scoperta di alcuni esplosivi in due occasioni nel corso del 2009 a Dohuk: nessun altro è stato arrestato o incriminato in relazione a queste scoperte. Le autorità non hanno rivelato l'identità degli "informatori segreti".
FIRMA L'APPELLO AMNESTY:
http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/196
IRAQ - WALID YUNIS AHMAD potrebbe essere condannato a 15 anni di reclusione. Molti ritengono che le accuse contro di lui siano state fabbricate. L'uomo è stato arrestato il 6 febbraio del 2000 e detenuto senza accuse né processo per più di 10 anni. E' stato incriminato per la prima volta a febbraio 2011, ma il suo avvocato teme che le accuse siano state fabbricate e che abbiano lo scopo di lasciare Walid Yunis Ahmad in prigione per il resto della sua vita.
Walid è stato incriminato in base alla legge anti-terrorismo del 2006 con l'accusa di "invio di ordini e istruzioni dal carcere ai suoi seguaci a Kirkuk per effettuare attacchi terroristici in Dohuk". Le accuse sono state formulate in base a delle informazioni che un giudice istruttore ha ricevuto da "informatori segreti", in relazione alla scoperta di alcuni esplosivi in due occasioni nel corso del 2009 a Dohuk: nessun altro è stato arrestato o incriminato in relazione a queste scoperte. Le autorità non hanno rivelato l'identità degli "informatori segreti".
FIRMA L'APPELLO AMNESTY:
http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT
14 marzo 2011:
ALI HASSAN AL JABER, è il ameraman di Al Jazeera morto in Libia, in una campagna di attacchi e vessazioni contro i giornalisti. "Sembra che il team di Al Jazeera è stato brutalmente e deliberatamente preso di mira", ha dichiarato Malcolm Smart,direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e Nord Africa. Ali Hassan Al Jaber,era un cittadino del Qatar nato nel 1955. Ucciso con tre colpi da un arma da fuoco, in un agguato vicino a Bengasi.
ALI HASSAN AL JABER, è il ameraman di Al Jazeera morto in Libia, in una campagna di attacchi e vessazioni contro i giornalisti. "Sembra che il team di Al Jazeera è stato brutalmente e deliberatamente preso di mira", ha dichiarato Malcolm Smart,direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e Nord Africa. Ali Hassan Al Jaber,era un cittadino del Qatar nato nel 1955. Ucciso con tre colpi da un arma da fuoco, in un agguato vicino a Bengasi.
11 MARZO 2011:
RADLEY MANNING, il soldato americano accusato di essere la 'talpa' di Wikileaks, deve dormire nudo, è controllato a vista 24 ore su 24 e vive dal luglio scorso in isolamento nel penitenziario americano di Quantico. In un testo di undici pagine, Manning ha spiegato che i funzionari del carcere militare hanno abusato del loro potere discrezionale nel classificarlo come un detenuto a rischio di autolesionismo, motivo per il quale si trova tuttora in stato di "massima custodia". "Nella situazione di restrizione in cui mi trovo, oltre a essere spogliato di notte, sono essenzialmente in un confino solitario", si legge nel testo, "per 23 ore al giorno, sono solo nella mia cella, le guardie mi controllano ogni cinque minuti chiedendomi se vada tutto bene e devo sempre rispondere in modo affermativo". "Di notte, invece, se le guardie non riescono a vedermi, poiche' ho la coperta sulla testa o sono rannicchiato verso il muro, mi fanno alzare per essere certi che io stia bene", ha raccontato ancora il soldato. Manning, sospettato di aver passato al sito di Julian Assange centinaia di migliaia di cablogrammi riservati della diplomazia americana, ha spiegato che in cella con se' puo' avere soltanto un libro o una rivista che deve restituire alla fine della giornata. Inoltre, non gli e' consentito fare esercizi fisici: "Se ci provo, vengo fermato dalle guardie, solo per un'ora al giorno posso uscire dalla cella e allenarmi, ma cio' consiste solo in una passeggiata in una stanza vuota".
RADLEY MANNING, il soldato americano accusato di essere la 'talpa' di Wikileaks, deve dormire nudo, è controllato a vista 24 ore su 24 e vive dal luglio scorso in isolamento nel penitenziario americano di Quantico. In un testo di undici pagine, Manning ha spiegato che i funzionari del carcere militare hanno abusato del loro potere discrezionale nel classificarlo come un detenuto a rischio di autolesionismo, motivo per il quale si trova tuttora in stato di "massima custodia". "Nella situazione di restrizione in cui mi trovo, oltre a essere spogliato di notte, sono essenzialmente in un confino solitario", si legge nel testo, "per 23 ore al giorno, sono solo nella mia cella, le guardie mi controllano ogni cinque minuti chiedendomi se vada tutto bene e devo sempre rispondere in modo affermativo". "Di notte, invece, se le guardie non riescono a vedermi, poiche' ho la coperta sulla testa o sono rannicchiato verso il muro, mi fanno alzare per essere certi che io stia bene", ha raccontato ancora il soldato. Manning, sospettato di aver passato al sito di Julian Assange centinaia di migliaia di cablogrammi riservati della diplomazia americana, ha spiegato che in cella con se' puo' avere soltanto un libro o una rivista che deve restituire alla fine della giornata. Inoltre, non gli e' consentito fare esercizi fisici: "Se ci provo, vengo fermato dalle guardie, solo per un'ora al giorno posso uscire dalla cella e allenarmi, ma cio' consiste solo in una passeggiata in una stanza vuota".
11 marzo 2011:
HENGAMEH SHAHIDI 35 anni, è una giornalista e un'attivista politica che attualmente sta scontando una condanna a sei anni di prigione nel carcere di Evin, a Teheran. È considerata una prigioniera di coscienza.
FIRMA L'APPELLO DI AMNESTY: http://www.amnesty.it/iran_12_giugno_prigionieri_coscienza_Hengameh_Shahidi
HENGAMEH SHAHIDI 35 anni, è una giornalista e un'attivista politica che attualmente sta scontando una condanna a sei anni di prigione nel carcere di Evin, a Teheran. È considerata una prigioniera di coscienza.
FIRMA L'APPELLO DI AMNESTY: http://www.amnesty.it/iran_12_giugno_pri
9 Marzo 2011
BUENOS AIRES - Immagini di torture nel carcere di Mendoza sono apparse nelle ultime ore in tutti i quotidiani argentini. Otto guardie tratte in arresto per aver picchiato i detenuti. Pestaggi, nudità forzate e giochi con il fuoco erano alcuni "giochi" dei carcerieri. Una delle immagini più violente si vedono in questa foto dove alcuni detenuti sono stati messi prima sotto la doccia e poi sono stato obbligati a correre nudi per il cortile della prigione.
FONTE: http://www.lagaceta.com.ar/nota/425186/P
8 marzo 2011:
NICARAGUA - In Nicaragua, oltre i due terzi degli stupri denunciati tra il 1998 e il 2008 sono stati commessi ai danni di ragazze al di sotto dei 17 anni. La metà delle vittime aveva meno di 14 anni.Per le ragazze che riescono a parlarne, la lotta per la giustizia può essere traumatica. I fallimenti e la scarsità di risorse del sistema giudiziario significano spesso mancanza di giustizia e libertà per gli aggressori. Il sostegno del governo alle giovani sopravvissute a uno stupro o a un abuso sessuale per ricostruire le loro vite è scarso, per non dire nullo. Non c’è tutela, non c’è solidarietà attiva. Per questo, molte volte, numerose vittime preferiscono stare in silenzio e non denunciare. Intorno c’è il vuoto, la giustizia è a pezzi e se si prova a denunciare, la vittima, rischia di ritrovarsi l’aggressore sotto casa qualche giorno dopo.
FIRMA L'appello amnesty: http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT
MARZO 2011:
Io non dimentico GIUSEPPE GATI', due anni fa ufficialmente morto folgorato in un caseificio di proprieta' del padre in contrada Rocca di Mendola in territorio di Naro a Campobello di Licata (Agrigento). Per me, c'è dell'altro.... "Cerco di fare cio’, portando dentro di me il ricordo di gente come Falcone, Borsellino, Pio La Torre, Peppino Impastato, Pippo Fava, Beppe Alfano….e tutti coloro hanno dato la vita per ridare dignita’ alla Sicilia e ai Siciliani" diceva nel suo blog: http://lamiaterraladifendo.it/
2 MARZO 2011:
TROY DAVIS è rinchiuso in un carcere della GEORGIA (USA) nel braccio della morte da quasi 20 anni per l'omicidio di Mark Allen McPhail, che Davis continua a dichiarare di non aver commesso.
FORMA LA PETIZIONE: http://www.amnesty.it/pena_di_morte_usa_
1 marzo 2011:
ALEH GRYSHA UTSTOU e ANDREI BURDYKA sono detenuti aspettando la pena capitale in BIELORUSSIA. Potrebbero essere messi a morte nelle prossime settimane. Aleh Gryshkautsou, 29 anni, e Andrei Burdyka, 28 anni, sono stati condannati alla fucilazione il 14 maggio 2010 per i reati commessi durante una rapina a mano armata in un appartamento a Grodno, nell'ottobre 2009. Entrambi sono stati giudicati colpevoli di omicidio premeditato, aggressione armata, incendio doloso, rapimento di minore, furto e rapina. Il 17 settembre 2010, la Corte suprema di Minsk ha respinto i loro ricorsi. Le famiglie dei due uomini hanno appreso del rifiuto del presidente Lukashenko di concedere la clemenza dalla televisione nazionale il 22 febbraio. Gryshkautstou e Burdyka non hanno negato le accuse. COmunque ci si oppone oppone alla pena di morte in tutti i casi, senza eccezioni perché viola il diritto alla vita, come sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, oltre a essere una punizione crudele, disumana e degradante.
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