Il Perù punta dritto al gas delle terre indigene protette

Il Perù sta segretamente e attivamente cercando nuove riserve di gas all’interno delle aree tribali protette, in flagrante violazione delle leggi che proibiscono lo sviluppo di simili progetti. La Riserva Nahua-Nanti si trova nel Perù sud orientale ed ospita alcune tribù amazzoniche incontattate. 


Al suo interno si trovano anche ampi giacimenti di gas, a cui ci si riferisce globalmente con il nome di progetto Camisea. Il progetto, che include trasporto e distribuzione di gas naturale, ha prodotto effetti negativi pesanti sia a livello sociale che a livello ambientale nelal vialle del Urubamba, nell'amazzonia peruviana. Soltanto il mese scorso, nonostante che nella riserva di estenda già il 75% di un grande deposito di gas, il Ministero peruviano alle Miniere e all’Energia ha autorizzato il Consorzio Camisea a condurre ulteriori prospezioni nell’area. 


La storia di Camisea iniziò nel 1983, quando la Shell scoprì i giacimenti di gas nella conca dell’Ucayali. Nonostante varie trattative con il governo peruviano per lo sfruttamento del gas, l’impossibilità di giungere ad un accordo soddisfacente spinge la Shell, consorziata con la Mobil, ad abbandonare il progetto nel 1998. Un anno dopo, la concessione di sfruttamento del gas per un periodo di 40 anni viene affidata al consorzio composto da Pluspetrol (Argentina) - principale investitrice e direttrice delle operazioni -, Hunt Oil (Stati Uniti), SK Corporation (Corea) e Hidrocarburos Andinos (oggi Tecpetrol del Perú, controllata al 100% dal Gruppo Techint). Le operazioni di sfruttamento del giacimento sono iniziate nel 2003.


Oggi, il Perù è andato decisamente oltre, lasciando trapelare i progetti di sfruttamento del primo giacimento petrolifero statale all’interno dell’area legalmente protetta. Secondo le informazioni di cui Survival è entrata in possesso, il nuovo sito petrolifero si chiama Fitzcarrald, è di proprietà della Petroperu e dovrebbe essere sviluppato ad est del Blocco Camisea numero 88. Se confermata, la sua collocazione taglierà in due la Riserva Nahua-Nanti e metterà immediatamente in pericolo le vite delle tribù incontattate. 


Non c’è alcun dubbio che il governo stia tentando di fare a pezzi i territori indigeni per consentire la prospezione del gas” ha dichiarato l’organizzazione indigena peruviana FENAMAD, “e questo provocherà tra i popoli indigeni genocidio ed etnocidio”. I nuovi progetti violano apertamente il Decreto Supremo del 2003, che proibisce qualunque nuovo sfruttamento delle risorse naturali all’interno della Riserva Nahua-Nanti. “Questi passi, non solo pregiudicano il futuro dei popoli indigeni e delle tribù contattate che vivono nella riserva” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore generale di Survival International, “ma oltretutto sono assolutamente illegali. Le esplorazioni di gas e petrolio condotte in questa stessa area anni fa avevano decimato le tribù ed è quindi sorprendente che il governo si stia preparando a vedere ripetersi la storia, incurante di qualsiasi conseguenza”.


Fonti: 
Survival International

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