Per sottrarre alla morte, dalle patologie che uccidono, lo spirito vitale di un bambino africano, non bisogna avvalersi unicamente dell’appoggio “scarica coscienza” di ogni singola persona. Ma c’è necessità di impiegare la forza della solidarietà e del coinvolgimento in prima persona di tutti noi. Sono fondamentali dibattiti televisivi, trasmissioni spalancate al dialogo ed alla solidarietà dei telespettatori. Un coinvolgimento che possa dare un segnale di risveglio e voglia di fare, che parta dai messaggi intensificati e costanti del piccolo schermo e dai giornali.
Nel nostro tempo, nei programmi televisivi, ravvisiamo solamente inutili e guasti programmi, mentre il resto del mondo viene completamente dimenticato. Si parla di Africa, solamente nel momento in cui ci sono catastrofi naturali, guerre etniche e ribellioni che siano capaci di dare una “notizia bomba”,uno scoop. Ma in Africa la quotidianità è agghiacciante e non è una novità, lo sappiamo tutti. Milioni di bambini vengono lasciati morire di fame e di malattie nell’indifferenza totale, diventando una crudele e disumana normalità che non fa notizia.
Con il coinvolgimento di tutti i cittadini basta veramente poco per salvare un bambino africano dalla malaria. Attivare una rete di informazione e dibattito accessibile a tutti non è una cosa irrealizzabile.
In Africa Subsahariana c’è il 90% di mortalità infantile a causa delle punture di zanzare. Piuttosto che parlare di Noemi, del vestito di Carla Bruni, di storie d’amore nate e finite, della storia appassionante di un calciatore, apriamo trasmissioni dedicate, con cura e costanza, alle problematiche serie ed urgenti. Con il nostro silenzio, ogni minuscolo parassita continua inesorabilmente ad uccide moltissimi bambini. Sebbene in occidente sia stata da tempo debellata, la malaria uccide ogni anno quasi un milione di persone, in massima parte l’85% di bambini sotto i 5 anni. Secondo i dati dell’Unicef ogni trenta secondi nel mondo un bambino muore di malaria: soltanto polmonite e diarrea raccolgono più vittime in età infantile. Queste malattie si concentrano non per puro caso in Africa: malnutrizione, scarso accesso ai farmaci e carenze igieniche moltiplicano il rischio di cadere nella trappola di queste zanzare. Una malattia quasi impossibile da debellare dato che cammina sottobraccio con la povertà. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che nel 2025 potremmo avere un vaccino sufficientemente efficace contro la malaria, ma è molto difficile fare programmi. Secondo le ricerche scientifiche, lo sviluppo di un vaccino, dovrebbe essere accompagnato da un impegno concreto di miglioramento della vita nei paesi africani. Oggi, un vaccino contro la malaria non esiste. Quindi è importantissima è la prevenzione e la cura per tutti quei bambini che nascono in una terra dove le attenzioni sono scarse e i diritti inesistenti. Abbiamo bisogno di mettere insieme un apparato di prevenzione contro le malattie e contro la miseria. Per fare tutto ciò serve, per forza, il coinvolgimento di tutti, utilizzando strumenti di massa e dedicare meno spazio alle veline ed ai palcoscenici ridicoli. Abbiamo bisogno di più informazione, filmati, inchieste e trasparenza sull’operato delle associazioni e degli impegni di stato nel territorio africano.
Oggi, la prevenzione avviene attraverso le zanzariere ed i farmaci ma la forte resistenza alla malaria, alla diarrea e all’influenza omicida è solamente la cura dell’igiene e la lotta contro la miseria. Oggi, iniziare a prevenire la malaria con le zanzariere ed i farmaci costerebbe 4 miliardi di dollari, un costo enorme che l’Africa non può sopportare. Deve essere dunque la comunità internazionale a fare la sua parte, investendo nella lotta all’emergenza sanitaria consegnando somme ben più consistenti di quanto non abbia fatto finora. Magari, ogni stato ricco del mondo potrebbe rinunciare a costruire qualche cacciabombardiere di meno e devolvere qualche soldo in più a chi non può permettersi di bere neanche l’acqua potabile. Informare la popolazione e colpirla ripetutamente con notizie notevolmente più importanti renderebbe l’uomo molto più umano ed un mondo più vivibile.
Onori Andrea
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