…e intanto a Guantanamo si muore ancora


Nella punta a sud – est dell’isola di Cuba il terrore e la crudeltà non vedono più fine. Mentre si discute sulla chiusura della prigione degli orrori nell’isola, violenza e morte continuano incessantemente a resistere dinanzi allo sgomento della comunità internazionale e dell’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter che il 10 ottobre del 2007 dichiarò che “Il nostro paese ha messo da parte, per la prima volta nella mia vita, i principi fondamentali dei diritti umani. Abbiamo affermato che possiamo torturare prigionieri e privarli della possibilità di sapere di quale reato sono accusati.”


Sono spesso venute a galla torture a uomini innocenti minacciando seriamente un cammino verso la democrazia reale. Un detenuto aveva descritto quel carcere come una “prigione sotterranea sopra la terra”. Molti reclusi se evadono la legge interna, vengono puniti molto severamente dalle guardie statunitensi. Amnesty International ha dichiarato che “nel gennaio del 2007, Abdul Hamid al-Ghizzawi ha infranto la regola che vieta ai detenuti di portare alcunché nelle tasche quando vanno alle docce: si era messo della carta igienica. Ha perso tutti i suoi privilegi, anche la maglia che lo teneva caldo, anche se era malato di epatite B e tubercolosi.”


Ma ciò che accade dentro quella casa di reclusione, è quasi top secret, solo una piccolissima parte giunge ai nostri occhi e alle nostre orecchie. Quel che è giunto a noi Lunedì, è stata l’ennesima morte, quella del trentunenne yemenita Muhammad Ahmad Abdallah Saleh, detto Al-Hanashi, detenuto a Guantanamo dal febbraio 2002 senza nessuna accusa. Secondo le autorità militari della prigione americana, Saleh è deceduto per “apparente suicidio”, il quinto caso della triste storia di Guantanamo. Suicidio oppure istigazione al suicidio? Perché a volte la morte è il miglior sonno dinanzi alle torture, reclusioni ingiustificabili e privazioni di sonno.


I militari americani, in una dichiarazione, hanno reso noto che Saleh è stato trovato privo di sensi nella sua cella e dichiarato morto “dopo che sono state esaurite una vasta gamma di misure per cercare di salvargli la vita”. Una vita che conta veramente nulla se basta avere gli occhi aperti per dichiarare che si possa toccare con mano l’esistenza . Un’avvocato (Ahmed Belbacha) di un cittadino algerino morto apparentemente di suicidio nel 2007 aveva esternato le parole del suo assistito dicendo che “la mia cella è come una tomba, tutto risuona sui muri di acciaio”.
In questi anni Amnesty International sta portando avanti una battaglia per la chiusura di quel carcere disumano, ha denunciato più volte che la maggior parte dei detenuti, sono stati in cella per quasi sei anni senza alcuna prospettiva di un processo equo, nessun accesso diretto alle proprie famiglie e senza nessun accesso ad un avvocato. Ed oltretutto anche molti minorenni hanno visto sbattersi in faccia le porte della vita, come Yousef al-Shehri che aveva appena16 anni quando nel novembre 2001 è stato arrestato in Afghanistan e trasferito a Guantanamo. Invece, Omar Khadr è stato ferito e catturato dagli americani quando aveva 15 anni. Ha dichiarato di aver subito percosse, l’isolamento e frequenti interrogatori.


Nel dicembre 2008 si è affrontato il problema della chiusura della base, dopo che il neoeletto presidente Barack Obama ha manifestato tale intenzione. Il 21 gennaio 2009 il Presidente statunitense ha firmato l’ordine di chiusura del carcere, che dovrebbe essere smantellata entro l’anno. Questa crudele e triste pagina della storia è un segno intangibile di un inizio secolo dove il terrorismo è l’unico modo per risolvere le diatribe di potere. E l’unico modo per risolvere i contenziosi è arruolare le persone più fragili, strumentalizzandole e corrompendole con il denaro. In questo arco di storia, non avrei voluto essere presente a queste ripetute violenze e di abusi dei diritti umani. Tutti continuano ad usare gli stessi argomenti che si usavano negli anni passati e non è cambiato nulla. E’ vergognoso.


Onori Andrea

da Periodico Italiano

Nessun commento:

Posta un commento