Leonida Maria Tucci: schiacciato e umiliato

Capita che la “repubblica fondata sul lavoro” ti porti lentamente al decesso psicologico. Può succedere che un datore di lavoro depravato sia un gruppo parlamentare, molto noto a noi piccoli e semplici esseri umani. Guai a toccare la loro macchina mostruosa, guai se ti esponi e urli “signor NO!” ad un senatore della repubblica. Può succedere di tutto, proprio di tutto.
Leonida Maria Tucci ha lavorato per 14 anni presso l’ufficio stampa del gruppo parlamentare An-Pdl al Senato della Repubblica. Ha incominciato il suo lavoro nel 1994 presso l’ufficio stampa di Alleanza Nazionale e si è ritrovato in segreteria ad imbustare lettere e rispondere a telefono. Sottopagato con contratti Co.co.co (praticamente in nero legalizzato) rinnovato per ben 16 volte consecutive. Le promesse di un contratto sicuro non mancavano ma gli anni passavano e tutto restava immutato.
Il signor Tucci lavorava come un toro, dal Lunedì alla Domenica, per 12 ore al giorno. Per lui non esistevano fine settimana da trascorrere insieme a sua moglie. E’ stato usato per 14 lunghissimi anni dai nostri parlamentari per i loro sporchi comodi. Ti afferrano con promesse di lavoro, ti seducono, ti trattano come un pezzente, come se il lavoro fosse un contentino che ti viene dato e se fai il cattivo, potrebbe esserti tolto da un momento all’altro.
Questa desolazione, tutta italiana, è successa a Tucci. che ad un tratto è stato gettato via, come si getta una busta piena di immondizia nell’apposito cassonetto della spazzatura. Logorato e schiacciato, Leonida ha visto volare via i suoi diritti umani e civili, ha visto violentata la sua dignità di essere umano. Ha subito una lenta ed estenuante opera di mobbing che, a forza di attacchi ingiustificabili, il suo corpo non ha retto e si è ammalato gravemente, fino a ridurlo in condizioni di non poter più lavorare.
Più volte avevano provato a “eliminarlo”, ma il 19 aprile del 2007 è una data indimenticabile per Tucci. Ha avuto una sospensione di 10 giorni dal servizio e dallo stipendio, con l’accusa di andare in giro a maltrattare e picchiare le colleghe. Tutto ciò, causato da una discussione avvenuta tra colleghi, per predisporre il piano ferie, avendo tutti l’intenzione di andare in vacanza nel mese di agosto. Questo atto di mobbing, volto ad eliminarlo una volta per tutte dal posto di lavoro, è stato appurato da una sentenza emessa il 20 ottobre 2008, annullando l’allontanamento visto come illegittimo e ingiusto.
Da allora, Leonida ha continuato a subire forti pressioni e ricatti dall’interno del gruppo parlamentare. Poi, nel giro di circa sei mesi è stato licenziato in tronco per ben due volte (la prima volta dal gruppo di Alleanza Nazionale e la seconda dal gruppo del Pdl) e senza nemmeno uno straccio di lettera di licenziamento. Questo comportamento ha fatto si che Tucci, non potesse ricevere sussidi di disoccupazione dell’INPS malgrado gli spettasse di diritto.
Un disegno volto ad affamare Tucci e tutta la sua famiglia (moglie e due bimbi piccoli) visto che le conseguenze sono ancora oggi devastanti. La famiglia si è dovuta affidare alla Caritas Italiana e alle persone di buona volontà per gli aiuti alimentari e di vestiario. “Leonida ha avuto un tracollo psicofisico – racconta Giulia Ruggeri, la moglie - è caduto in una profonda depressione. Tutto gli è stato tolto, e continuano perpetrando la tortura. Anche contando sui tempi biblici, anti-umani della giustizia italiana. Leonida è in cura, a tutt’oggi, presso un Dipartimento di Salute Mentale ed è seguito sia da uno psichiatra che da una psicoterapeuta. Hanno dovuto imbottirlo di psicofarmaci.“
Il giorno che suonarono i Carabinieri a casa di Leonida, la figlia piccolina si spaventò e cominciò a piangere per paura che fossero venuti a portare via il padre. Invece, era la notifica della querela del senatore Oreste Tofani (oggi presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle morti “bianche”) che ha sporto contro Leonida per diffamazione. “Una volta – dice Giulia Ruggeri - mia figlia mi chiese se il padre ci sarebbe stato il giorno della sua Prima Comunione. Io le chiesi perché mi faceva questa domanda.” La bambina gli rispose: ““Ho paura che i “cattivi del lavoro” lo facciano morire.
Quei cattivi del lavoro di cui parla la bambina, ci governano. Tutto ciò è successo in un gruppo parlamentare, al Senato della Repubblica. Tucci, dice la moglie: “ha lavorato per gente appartenente ad un partito che si diceva, e si dice tutt’ora, vicino alle famiglie, che difende la famiglia, che addirittura partecipa al Family day. A loro non importa niente se a casa c’è una famiglia che sta morendo di fame. Loro usano le loro poltrone non per fare il bene comune, ma per annientare, massacrare, distruggere un lavoratore con la sua famiglia.”
Nella “Repubblica delle banane” tutto succede e tutto ancora può succedere. Dall’alto, le doppie facce sono all’ordine del giorno, mentre i più umili, quelli che lavorano per costruire un futuro ai propri bambini, vengono messi sempre da parte con quella violenza psicologica , che penetra nell’anima e fa molto più male di una pistola.
Andrea Onori
sul Periodico Italiano

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