Il dramma dei Bambini soldato

Secondo gli “esperti” sono più di 250.000 i minori di 18 anni utilizzati nei conflitti armati di cui circa 300 milioni sono bambini sotto i 5 anni. Cifre molto approssimative, in quanto è difficile decifrare il numero esatto dei bambini che vengono reclutati dagli eserciti. Possiamo aggiungere ai bambini con un fucile in mano, anche coloro che vengono usati come scudi umani, strumenti di propaganda e semplici “operai” degli eserciti.

A partire dal secondo dopoguerra sono state firmate numerose convenzioni internazionali allo scopo di limitare la partecipazione dei bambini ai conflitti. Nonostante questo, sembra che l’utilizzo dei bambini soldato negli ultimi decenni sia in aumento, anzi, vengono inserite nelle guerre anche moltissime bambine spesso rimaste orfane o vengono strappate alle famiglie. Molte bambine per non restare sole dopo la morte dei genitori,tendono a cercare rifugio e protezione negli eserciti per sfuggire alle dure condizioni della vita di strada, ma una volta arruolate vengono ridotte in schiavitù, costrette a soddisfare i desideri, anche sessuali, dei combattenti. Subiscono ripetutamente violenze e abusi. Il rischio di contrarre l’AIDS ed altre malattie sessualmente trasmissibili è molto elevato, così come le probabilità di restare incinta.

Ieri, a Roma si è tenuto un incontro internazionale sulla questione dei bambini soldato. Hanno partecipato e raccontato le loro storie anche due ragazzi ex bambini soldato: Grace Akallo, originaria dell’Uganda, e Kon Kelei, originario del Sudan. Grace Avallo ex bambina soldato ha raccontato che “la mia storia è soltanto una tra le migliaia di storie che ancora non avete sentito. Ci sono decine e decine di gruppi armati che continuano a distruggere la vita dei bambini in molte zone del mondo. (…) innocenti vittime che meritano di ricevere protezione e amore per poter recuperare la speranza nel futuro. Nessun bambino, e ripeto. Nessun bambino merita questo tipo di sofferenza”. Kon Kolei ha aggiunto:“Non abbiamo fondato questa rete per auto-celebrarci, quanto per comunicare al mondo intero che c’è ancora speranza e che i bambini che sono stati un tempo traumatizzati dalla guerra possono recuperare e diventare importanti cittadini del mondo.
I programmi di disarmo e riabilitazione dei bambini soldato devono tenere in considerazione le bambine ed i bambini in ogni specifico vissuto. Non si può generalizzare e fare programmi collettivi,ma bisogna concentrarsi sui casi delle singole persone.E’ intervenuta nel dibattito anche Charlotte Petri Gornitzka, il Segretario Generale di Save the children dicendo che ”Il ruolo dell‘istruzione è cruciale nella protezione dei bambini colpiti dalle guerre, nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione della pace. Save the Children ha lanciato nel 2006 la campagna “Riscriviamo il Futuro” grazie alle quale 10 milioni di minori che vivono in oltre 20 paesi in guerra - tra cui anche molti bambini soldato - hanno avuto l’opportunità di ricevere un’istruzione”

La guerra è la nemica principale dei bambini che sono impediti di andare a scuola e non possono avere il diritto di crescere. Nei loro occhi c’è soltanto l’amore e la purezza di un bambino che ha voglia di crescere e imparare, anche sbagliando. L’odio inculcato alle menti pure dei bambini, è solamente colpa di menti perverse e inumane. L’odio è frutto del sistema in cui viviamo e finché non si spezzerà questa catena il mondo girerà sempre alla stessa maniera.Carichi di lutti e devastazioni, sangue che schizza da tutte la parti, che interrompe l’età in cui un essere umano ha un bisogno assoluto dell’affetto e della protezione da parte del mondo adulto è la brutalità che i più grandi trasmettono alle piccole creature. Crescere in mezzo alle bombe significa diventare una bomba d’odio oppure un ragazzo troppo fragile per affrontare un mondo troppo complicato.

Onori Andrea

Nessun commento:

Posta un commento