Il volto ipocrita dei G8

Nei Paesi del G8 vive all’incirca il 13 % della popolazione mondiale, ma vi ha origine quasi il 60% del prodotto interno lordo planetario. Così, ogni anno si presenta il G8, senza cambiare veramente il suo volto indifferente verso i paesi in via di sviluppo e senza dare vere e soprattutto concrete alternative ad un vero cambiamento globale. Al Vertice dei G8 di Gleneagles del 2005, i grandi della terra hanno promesso di aumentare gli aiuti globali allo sviluppo entro il 2010 di 50 miliardi di dollari l’anno. Di questi, 25 miliardi di dollari dovrebbero essere destinati al continente africano. Eppure, ad un anno dalla scadenza, i paesi del G8 sono ben lontani dall’adempimento di tale promessa.

Alcuni paesi del G8, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, hanno aumentato i propri aiuti pubblici allo sviluppo. Ma il G8 nel suo complesso ha ancora molto da fare. Tra i paesi membri circola il timore che l’attuale recessione economica porterà ad un’ulteriore diminuzione dei budget per l’aiuto ai paesi poveri. Più semplicemente, sarà sufficiente, usare la scusa della recessione per rimangiarsi le promesse fatte ai poveri della terra. Colpisce in particolare che l’Italia, il paese che ospita il vertice di quest’anno, abbia tagliato gli aiuti in modo così drastico. Il Primo Ministro Silvio Berlusconi ed il suo governo ha tagliato del 57% dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo in Italia nel 2009. Per quanto non si conosca ancora l’investimento previsto per il 2009, delle stime mostrano che l’aiuto per lo sviluppo italiano scenderà dallo 0,2% del PIL del 2008 all’ancora peggiore 0,09%. Questi tagli ridurrebbero ulteriormente la credibilità del G8 e rappresenterebbero un pessimo esempio per gli altri donatori. Abbiamo ormai capito tutti che i tagli delle finanziarie interessano solo le politiche sociali e la ricerca, due pilastri del progresso. Invece, si preferisce adoperare il denaro per la Tav, per lo stretto di Messina e per finanziare i G8.
Secondo un dossier (“L’agenda del G8 per i bambini del mondo”) di Save the Children, diffuso in questi giorni, più di 75.000 bambini perderanno la vita durante il summit del G8. Il dossier ricorda che, malgrado la crisi finanziaria ed economica globale abbia avuto origine nei paesi più ricchi del mondo, sono i poveri, in particolare i bambini, che ne subiranno le conseguenze più aspre con il passare degli anni. Come ogni anno non si tiene conto che 9.2 milioni di bambini muoiono ogni anno prima di raggiungere i 5 anni e la maggior parte a causa di malattie che sarebbe facile prevenire. Secondo le stime della Banca Mondiale i livelli di mortalità infantile potrebbero ancora aumentare tra le 200.000 e le 400.000 unità all’anno, tra ora e il 2015.
Per questo, i leader del G8 dovrebbero prendere ulteriori provvedimenti per stimolare l’economia globale, tenendo in considerazione i bisogni dei paesi più poveri e delle comunità più vulnerabili. Se si continua in questo modo ogni G8 sarà inutile ed inefficace per le politiche economiche.

La crisi economica ha pesanti conseguenze sulle popolazioni più povere del mondo, che non hanno alcuna responsabilità. I bisogni, i diritti e gli interessi dei bambini del mondo dovrebbero essere al centro dei progetti seri ed applicabili sin da subito.

Onori Andrea
http://periodicoitaliano.info/2009/07/10/il-volto-ipocrita-dei-g8/

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