Lontani dalla realtà, vicini all’autodistruzione

Molti anni fa le nostre vite dipendevano dalle decisioni dei re e dagli imperatori. Oggi, dipendiamo tutti dalle multinazionali. Sono loro che decidono se dobbiamo avere un lavoro o dobbiamo morire di fame, se dobbiamo avere la terra inquinata oppure se dobbiamo mangiare cibi sani, se possiamo curarci oppure morire per un semplice raffreddore. Insomma, il nostro futuro è legato alle loro decisioni. Tutti noi siamo legati alla logica di mercato, che imperterrita corre freneticamente senza guardare indietro, lasciando cadere dal treno “capital-force”, i gruppi e le persone più vulnerabili. E ci vuol poco per capire che i nostri posti di lavoro sono diventati più precari per questa logica di mercato. Le imprese si sono fatte più furbe e spostano il loro lavoro dove la manodopera costa molto di meno e lo sfruttamento delle persone è più facile da raggiungere.Per capire la forte ingiustizia, dei “benpensanti” di oggi nei confronti degli individui più vulnerabili, basta pensare che l’occidente ricco rappresenta solo il 15% della popolazione terrestre ma incide sui consumi mondiali per l’80%.

Sono giorni che denunciamo le prepotenze continue delle multinazionali del petrolio nel territorio nigeriano. La negligenza delle compagnie che lasciano fuoriuscire l’oro nero e scaricano rifiuti su fiumi e torrenti causando la pesca impraticabile, è inaccettabile ed ignorata dalla maggior parte dei mass media italiani. Da decenni, inquinano fiumi, distruggono campi e le vite delle popolazioni che campano con l’agricoltura e la pesca locale.

Questa volta è intervenuta anche Amnesty iternational con una lettera aperta al presidente dell’Eni, Paolo Scaroni, che proprio nei giorni scorsi è stato premiato, nell’incredulità di chi lavora nell’ambito umanitario, dal Corporate Social Responsibility Award 2009 per la responsabilità sociale di impresa e per il contributo allo sviluppo sostenibile delle aree in cui operano.

Nella lettera, Amnesty International, mostra tutta la sua preoccupazione per il devastante impatto che l’inquinamento e i danni ambientali derivanti dalle attività di ENI, hanno sui diritti umani degli abitanti del Delta del Niger. Amnesty International denuncia che ENI non ha adottato misure efficaci per affrontare l’impatto sociale delle sue operazioni nel Delta. La lettera chiede di avviare una bonifica completa di tutti i siti inquinati dal petrolio consultando le comunità colpite e informandole sui risultati con regolarità e di rendere pubbliche tutte le informazioni sull’impatto delle attività collegate al petrolio sui diritti umani e sull’ambiente, incluse le valutazioni di impatto ambientale o ogni altro studio che ENI abbia realizzato sull’impatto delle sue operazioni sulle comunità e sull’ambiente del Delta del Niger.

Sono molte le multinazionali padrone del mondo che approfittano della vulnerabilità dei paesi economicamente più poveri. Ma le denunce non sono mai mancate. La prima multinazionale che venne attaccata per lo sfruttamento del lavoro nelle imprese del sud del mondo fu la Levi’s. Nel 1991 aveva iniziato a chiudere i suoi stabilimenti negli Stati Uniti per trasferirli in Messico e Saipan. Ma ben presto i sindacati dell’isola di Saipan svelarono che esistevano condizioni di lavoro disumane. Ma a seguito delle denunce Levi Strass ruppe con “l’operazione Saipan” e si dotò di un codice di comportamento che fissa i principi che devono essere rispettati dalle imprese estere a cui è trasferita la produzione. Inoltre istituì le squadre di ispezione e le spedì per il mondo a verificare come si comportavano le ditte che lavoravano per lei.
Dopo gli scandali della Levi’s arrivarono anche quelli della Nike, Reebok, Adidas, Fifa, Umbro e molte altre aziende. Anch’esse successivamente agli scandali si dotarono di un codice di condotta personalizzato ma le condizioni di lavoro nelle loro filiali sono rimaste le stesse. Sembra che questi codici di condotta siano diventati strumenti di facciata e di promozione pubblicitaria ma nella realtà succede ben altro.


Onori Andrea
http://periodicoitaliano.info/2009/07/02/lontani-dalla-realta-vicini-all%e2%80%99autodistruzione/

Nessun commento:

Posta un commento