17 paesi dell’Ua firmano la dichiarazione sugli sfollati interni

Diciassette paesi hanno firmato la Convenzione dell’Unione africana per gli sfollati interni (IDP). Dopo anni di preparativi è culminata in una settimana di incontri nella capitale ugandese. Nonostante l’impresa, un grande lavoro resta da fare prima che diventi effettiva, secondo gli osservatori. “Il passo più importante ora è l’implementazione” dice Julia Dolly Joiner commissario dell’Unione Africana per gli affari politici. Bisogna passare dalle intenzioni ai fatti.

E’ fondamentale che la messa in opera sia realizzata “in modo tempestivo, per la vita delle persone colpite,” dicono gli incaricati internazionali. Il primo passo dovrebbe iniziare dal dialogo nazionale, l’educazione civica e bisogna promuovere miglior dinamismo tra governi e altri attori internazionali

Ora, quindici paesi dovrebbero ratificare la convenzione prima della sua entrata in vigore. Solo 17 hanno firmato. Si precisa che non è una mancanza di volontà degli Stati africani. “Abbiamo discusso insieme e abbiamo concordato. Ma, quando si tratta di mettere la firma, la persona incaricata deve avere l’autorizzazione del suo governo.” dice un funzionario dell’Ua

Il Presidente ugandese, Yoweri Museveni, che ha presieduto il vertice, ha detto:“Abbiamo concordato almeno a parole. Ora, dobbiamo mettere i nostri discorsi in azione”, ha detto in una conferenza stampa.

La convenzione riguarda le cause di “movimento profugo” in tutta Africa, dove almeno 11 milioni di persone sono sfollate a causa dei conflitti e dei cambiamenti climatici connessi alle catastrofi naturali. Possiamo fare l’esempio del Sudan, con una stima di 4,9 milioni gli sfollati interni, la Repubblica Democratica del Congo, con almeno un milione, e la Somalia, dove l’ONU stima 1,5 milioni di sfollati. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a fuggire anche in Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Uganda e Zimbabwe. Complessivamente, sono almeno 20 paesi africani che vivono lo sfollamento interno.

La convenzione mira a promuovere misure regionali e nazionali per prevenire, attenuare, vietare ed eliminare alla radice le cause dello sfollamento interno, oltre a fornire soluzioni durature. Fino ad ora gli sfollati interni sono stati più o meno esclusi dal sistema di protezione giuridico internazionale, anche se sono spesso spostati esattamente nello stesso modo, ed esattamente per le stesse ragioni, dei rifugiati che varcano il proprio confine.

Sostanzialmente la convenzione obbliga gli Stati a vietare e impedire gli spostamenti della popolazione arbitrariamente, a rispettare i principi di umanità e di dignità umana; a garantire l’assistenza agli sfollati e di designare un organismo per coordinare la loro protezione e assistenza.

Onori Andrea

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