Anche l’Ue dice No ai respingimenti

Dopo l’ONU anche Barrot (Ue) insiste su NO ai respingimenti. Il commissario europeo torna a insistere sulla questione degli immigrati, citando esplicitamente l’Italia. Ha ricordato la lettera inviata al governo Italiano e la risposta ricevuta in tempi brevi “i miei servizi la stanno studiando accuratamente” ha detto Barrot.

Ciò nonostante il commissario europeo ha dichiarato che “il diritto comunitario esige che nell’attuazione del controllo delle frontiere esterne vige il principio del non respingimento Gli stati devono astenersi dal rimandare i clandestini in stati dove potrebbero essere esposti a tortura o trattamenti disumani. Il dovere di protezione deve essere rispettato” dice Barrot. E il commissario europeo si riferisce proprio all’articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951, che ci traccia il percorso sul divieto d’espulsione e di rinvio al confine, ovvero il principio di non-refoulement: ”Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.”

Nonostante la denuncia di Barrot, l’Europa dovrebbe dotarsi di nuovi strumenti non repressivi e nuove politiche migratorie, altrimenti si parlerà all’infinito della “questione immigrazione” ed in mare continueranno a morire ogni anno migliaia di persone. E come ha detto anche Barrot “serve la solidarietà di tutti i Paesi”. Quanto alla cooperazione con la Libia, il commissario ha dichiarato di attendere “con ansia” le risposte di Tripoli alle proposte avanzate già da molto tempo dall’Ue.

Onori Andrea

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