Immigrazione: conoscenza e solidarietà. Dossier statistico 2009 presentato a Roma

Attualmente gli immigrati regolari nel territorio italiano sono circa 4 milioni, come gli italiani residenti all’estero. I minori che vivono nel territorio nazionale sono 862.403, di cui 500mila sono nati in questo Paese. 6000 ragazzi stranieri si laureano ogni anno, un milione sono gli iscritti nei sindacati e 200mila i titolari d’impresa. Questa “nuova società”, di cui bisogna prenderne atto, è vulnerabile ed oggetto di discriminazione.

Tutto ciò emerge dal “dossier statistico 2009” della Caritas/migrantes, presentato ieri mattina al Teatro Orione, a Roma. Si è evidenziato che la mancanza di conoscenza produce gravissimi danni alle tante comunità presenti in Italia. Le parole d’ordine sono conoscenza e solidarietà, dato che l’Immigrazione, nel nostro territorio, è poco conosciuta per colpa della disinformazione.

Il dibattito si è svolto attraverso il punto di vista dell’immigrato (Geneviève Makaping – giornalista, docente universitaria), della chiesa (Mons. Bruno schettino – Presidente Commissione Episcopale Migrazioni e Migrantes), e delle istituzioni (On. Gianfranco Fini). Mentre, Franco Pittau, il coordinatore del dossier, ha presentato il rapporto.

Si parlato di numeri e di aspetti salienti dell’immigrazione regolare in Italia. Franco Pittau ha dichiarato che “si sbaglia a parlare sempre degli irregolari. Bisogna rovesciare questa impostazione. Lo dicono i numeri.“ Infatti, dinanzi a 4 milioni di migranti nel territorio nazionale, coloro che sbarcano, sono solamente l’1% ed in mezzo al mare ci sono anche uomini, donne e bambini, fuggiti da persecuzioni. Quindi, secondo le norme internazionali e nazionali, sono possessori di protezione umanitaria.

Gli irregolari soffrono più di tutti, sono più vulnerabili. Loro, non hanno nessun diritto e quindi sono perseguibili dalle nostre autorità. “Se ci sarebbero norme meno severe, le denunce si abbasserebbero” dice Pittau. Di fatto, è la legge che crea il clandestino e non viceversa. Con l’ultimo ordinamento giudiziario sull’immigrazione, entrato in vigore l’8 agosto 2009, ci siamo accaniti ancor di più contro il clandestino. “Basta con il pacchetto sicurezza, parliamo del pacchetto integrazione. Con questa nuova legge, gli immigrati sono visti tutti come delinquenti. Bisogna favorire le condizioni di serenità per tutti.” ha dichiarato Mons. Schettino

Si è più volte evidenziato che non esiste affatto un emergenza criminalità. I reati commessi da stranieri nei giorni d’oggi, sono pari ai crimini commessi agli inizi degli anni ’90. C’è di più. Il tasso di criminalità tra italiani e stranieri è eguale. Nonostante ciò: “6 italiani su 10 pensano che gli immigrati siano delinquenti o più delinquenti degli italiani. La disinformazione fa crescere il razzismo.” afferma Pittau.

Bisogna sottolineare i doveri ed i diritti per tutti, italiani e stranieri. Perché, tutti insieme contribuiamo a far crescere questo paese. “Abbiamo tolte alcune norme sul pacchetto sicurezza che negavano il diritto alla salute” dice il presidente della Camera Gianfranco Fini. Ma quanta fatica per toglierle. Già meditarle è alquanto inumano. L’onorevole Fini, ha poi parlato del diritto di rappresentanza: “Dai l’obbligo di pagare le tasse e neghi il diritto al voto, c’è qualcosa che non funziona.” Si, qualcosa che sa di affarismo.

Nel 1912 i tempi per prendere la cittadinanza italiana erano meno lunghi di oggi. Geneviève Makaping, vive in questo Paese da 25 anni ed ha avuto la cittadinanza dopo 18.“10 anni è il termine minimo per fare la domanda. Poi, ci vogliono altri anni per le pratiche burocratiche”, dice il presidente della Camera. Miguel, ha lavorato per 20 anni in questo Paese, in molte famiglie di alta borghesia. Non ha mai avuto un contratto regolare e per questo motivo è stato rinchiuso nel Cie di Ponte Galeria e, successivamente, espulso dal territorio Nazionale. Il ragazzo peruviano era a tutti gli effetti italiano.

Ma purtroppo, in questo Paese, la discriminazione è padrona. Dimentichiamo il nostro passato,“per la storia che abbiamo avuto noi italiani, dovremmo avere gli antidoti contro la xenofobia.”dice Fini, che poi ammette, “in Italia c’è tanta xenofobia ed è l’anticamera del razzismo.” Un’avversione per gli stranieri che è fomentata soprattutto da molti suoi alleati e forse, il presidente Fini, lo sa
benissimo.

Possiamo tranquillamente dire che non si possono alzare i muri, quando in Africa si muore di fame. Nessun muro regge alla disperazione, verrà distrutto. I flussi non può fermarli nessuno, neanche un “pacchetto sicurezza”. “Si cerca la sopravvivenza, lasciando la sottovivenza. La morte fisica non è temibile ma quella sociale si” , parola di Geneviève Makaping

Onori Andrea

Nessun commento:

Posta un commento