L’incubo dei Rohingya continua

Moltissimi Rohingya provenienti dalla Birmania sono stati costretti a rifugiarsi in Bangladesh a causa di una campagna di pulizia etnica. Era il 1992 e da allora, migliaia di persone si sono arrangiate in affollati campi profughi nella regione del Bangladesh. Come tutti i rifugiati del mondo, gli Rohingya non sono ben visti dal governo. Si preferisce la politica di dura repressione anziché partorire dal grembo delle coscienze, una forte e salda politica di accoglienza e solidarietà. Invece, in Bangladesh, gli Rohingya devono continuamente far fronte a un aumento di maltrattamenti e discriminazioni. Quotidianamente gli vengono sottratti aiuti umanitari da parte delle autorità statali e devono subire continue azioni di violenza e aggressioni brutali. A fine giugno migliaia di persone sono state cacciate dalle proprie abitazioni, alcune di loro anche con violenza.

Ai primi di marzo l’autorità del Bangladesh, ha distrutto una parte di un insediamento dei rifugiati chiamato “Tal” che ospitava più di 6.000 rifugiati Rohingya. Con una politica discriminatoria, erano stati ripiegati in quel campo, in un piccolo pezzo di terra vicino ad una strada principale con accesso limitato al cibo, ai servizi sociali e all’assistenza. Furono spostati nell’insediamento “Tal” nell’ottobre 2004, quando le autorità del Bangladesh, cacciarono gli sfollati dalle case prese in affitto perché privi di documenti.

”L’utilizzo sistematico di intimidazioni, violenza e spostamenti forzati nei confronti dei Rohingya che vivono nel campo è del tutto inaccettabile”, afferma in una nota di Medici Senza Frontiere Paul Critchley, capo missione delle attività in Bangladesh e continua dicendo che “Queste persone vulnerabili sono fuggite dalla persecuzione e dalla discriminazione del Myanmar e ora non sono né riconosciute né assistite in Bangladesh. Si sono riunite nel campo di Kutupalong, uno dei maggiori campi nati negli ultimi anni, per cercare riparo e in cambio hanno trovato solo paura e violenza.”

L’associazione umanitaria chiede che i funzionari ripuliscano una zona del campo per creare uno spiazzo aperto di 30 metri che possa fungere da zona cuscinetto tra il campo ufficiale per rifugiati dell’UNHCR e il campo di fortuna. Questa zona è già aumentata vertiginosamente, minacciando lo spazio vitale di altre migliaia di persone. Non potendo spostarsi nel vicino terreno del Forestry Department, gli sfollati sono rimasti senza alcun posto in cui andare. Spesso sono state avviate anche politiche di respingimento forzato, non rispettando la convenzione di Ginevra del 1951.

Le autorità si rifiutano di dare loro il permesso a strutture permanenti per costruire nei campi una vita migliore. E’ negato anche l’accesso all’istruzione per i bambini, la fornitura di servizi sanitari e l'accesso ai farmaci è limitata, così come lo sono le opportunità di lavoro e le condizioni di vita all'interno del campo. ”Il governo del Bangladesh dovrebbe essere aiutare i rifugiati bisognosi, invece di rendere la vita difficile per loro” disse Adams in una nota dell’UNHCR. “Si deve lavorare con agenzie umanitarie internazionali per creare spazi sicuri e servizi di base per le persone che fuggono dalle persecuzioni in Birmania. Questo è solo la decenza di base “.

Onori Andrea

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