La Commissione africana dei diritti dell’uomo richiama la Libia

La Commissione africana dei diritti dell’uomo e dei popoli a Banjul (Gambia) ha ordinato al governo della Libia di sospendere l’esecuzione di alcuni nigeriani finiti nel braccio della morte. La Commissione è l’organo incaricato di sorvegliare il rispetto degli “obblighi giuridici previsti dalla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli”.

La Commissione ha dichiarato che è “seriamente preoccupata per le accuse rivolte dalla Libia ai ragazzi nigeriani”. Il Commissario ha detto che il reclamo è stato presentato, ai sensi dell'articolo 55 della Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, in nome di un certo numero di cittadini nigeriani relativo al fatto che sono attualmente detenuti nelle carceri libiche in violazione dei diritti garantiti dalla Carta africana.

”Vorrei informare il leader libico che la sua risposta deve essere presentata alla Commissione africana nella prossima sessione prevista per l’ 11 e 25 novembre 2009, e sarà successivamente inviato alle autorità” ha dichiarato la commissione aggiungendo che “ai sensi dell'articolo 111, del regolamento di procedura della Commissione africana, chiede di intervenire in materia con lo scopo di prevenire i danni irreparabili causati alle vittime”.

La Commissione ha inoltre portato all'attenzione della Libia la risoluzione sulla moratoria sulla pena di morte in Africa, adottata di recente. ”A questo proposito, la Commissione africana sarebbe grata se il leader libico ascoltasse la richiesta di sospende l’esecuzione della pena di morte. Spero che questo appello riceva risposte positive”.

Il documento elenca i nigeriani caduti nella trappola libica ed ora rischiano di essere uccisi. Essi sono: Adepoju Adebowale; Abdulah Usman, David Okiki Awolabi; Micky Remi; Okuronbo Osazemhide; Gani Olu; Livingstone Kennedy; Ikeoma; Ogurapulu Richard; Don Emmanuel Nwaeueje, James Amala, Declan Nnamdi, Emmanuel Ude; Mosè Anigbogu; Ogoubamu; Okhwku Moha, John Andrew, Jude Idahosa, Juliana Okolo, e Luca Ejike.

L’ avvocato Femi Falana, ha dichiarato: “Questa è una decisione storica da parte della Commissione africana. Bisogna spingere al fine di garantire la piena tutela dei diritti umani delle popolazioni africane e di far rispettare agli stati i loro obblighi giuridici e gli impegni ai sensi della Carta africana”.

Falana ha anche detto che la giustizia è attesa da tempo per i nigeriani nel braccio della morte. Sono rinchiusi all’interno delle carceri libiche molto dure ed inumane. “La Libia dovrebbe dar prova di buon esempio e fermare immediatamente l’esecuzione”.

Andrea Onori

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