La guerra dei diamanti e la lotta dei Boscimani

Survival international in una nota riporta che un alto funzionario del governo del Botswana ha ammesso che i Boscimani del Kalahari sono stati cacciati dalla loro terra a causa degli appetiti materiali dei potenti che vogliono mettere le mani sui diamanti. Quando li sfrattò, il governo del Botswana, mise anche fuori uso il pozzo che forniva ai Boscimani una fonte di acqua vitale. Il funzionario, che nel 2000 era un impiegato governativo di alto livello, conferma: “Ho visto i progetti e le cianografiche. Non citate, vi prego, il mio nome altrimenti passerei dei guai. Ma ovviamente tagliare i rifornimenti d’acqua ha a che fare con i diamanti. Tutto gira attorno ai diamanti”.

I Boscimani sono un popolo di cacciatori – raccoglitori che vive tra Sudafrica, Namibia e Botswana. Sono i più antichi abitanti dell’ Africa australe dove vivono da almeno 20000 anni. Il loro habitat è il vasto deserto del Kalahari. Gli elementi dominanti della vita boscimana sono l’inseguimento della selvaggina e la ricerca dell’acqua. Vivono riuniti in gruppi ed abitano in ripari fatti di rami e talvolta nei crepacci delle rocce o delle rupi.
Delle prede abbattute i Boscimani non sprecano nulla: dalle parti commestibili fino ad arrivare alle pelli, la vescica (è usata come contenitore), l’intestino (è usato come corda), le ossa trovano vari impieghi. Un cacciatore non ammazza più del necessario, neppure se si trova di fronte a un intero branco di animali. Le donne non raccolgono mai le piante fino al loro esaurimento, per non compromettere il futuro raccolto. Di ogni pianta conoscono il valore nutritivo, le proprietà medicinali, la possibile utilizzazione come veleno, come cosmetico.
Nel periodo delle conquiste, il conflitto con i bianchi è stato particolarmente cruento: i Boscimani, colpevoli di attaccare indiscriminatamente il bestiame d'allevamento, come facevano tradizionalmente con gli animali selvatici, furono cacciati dai coloni alla stregua di bestie feroci. Relegati oggi in una tra le più povere terre del mondo, il Kalahari, i Boscimani rischiano ancora di dover trasferirsi in quanto il governo del Botswana vorrebbe integrarli ai benefici della civiltà ma molto probabilmente l'integrazione è sostenuta al fine di permettere lo sfruttamento delle miniere di diamanti.
Nel 1997, molti di loro furono cacciati dalle loro case e coloro che sono rimasti hanno subito delle drastiche riduzioni del loro territorio di caccia, con continui soprusi e torture. All'inizio del 2002 i soprusi si sono intensificati: le pompe d'acqua sono state distrutte, le riserve d'acqua svuotate nel deserto e la caccia e la raccolta vietata. Praticamente tutti i Boscimani sono stati espulsi dalla Riserva del Kalahari ma numerosi di loro sono poi ritornati sulle loro terre e molti altri vorrebbero fare altrettanto.
Dal 2002 i boscimani del Botswana chiesero un'azione legale al fine di impedire alle autorità di rimuoverli dalla Central Kalahari Game Reserve (Riserva di caccia del Kalahari centrale). I boscimani, infatti, sostengono che il governo del Botswana stia tentando di distruggere la loro cultura attraverso la sedentarizzazione forzata e la persecuzione della loro identità culturale.
Il processo iniziò solo nel 2004 ed il verdetto arrivò il 13 dicembre 2006. I giudici sentenziarono a favore dei Boscimani dichiarando ”illegale e incostituzionale” la sfratto dei Boscimani. Dopo la storica vittoria giudiziaria, molti Boscimani sono ritornati nella Central Kalahari Game Reserve, ma il governo continua tutt’oggi a proibire loro l’accesso all’acqua. Per garantirsi questo diritto basilare, i Boscimani hanno ora intrapreso un nuovo procedimento legale. L’attuale politica del governo è chiaramente quella di intimidire e terrorizzare i Boscimani per costringerli a restare nei campi di reinsediamento, e di rendere praticamente impossibile la loro sopravvivenza all’interno della Riserva in nome dei diamanti.
Onori Andrea

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