La Protesta Maori in Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda è uno stato formato da due isole principali (l’Isola del Nord e l’Isola del Sud) e da altre numerose isole minori. All’interno dello stato c’è una popolazione variegata, dove esistono numerose minoranze che condividono da anni, tra alti e bassi, il territorio neozelandese. La popolazione è costituita dall’80% da bianchi di origine inglese seguiti da altre minoranze come i cinesi, indiani, olandesi, italiani e Maori.

La città più popolosa si trova nell’isola del Nord ed è Auckland oppure Tamaki Makau Rau in lingua Maori. Proprio questa città, in questi giorni, è stata invasa da almeno 7 mila Maori dove hanno occupato le strade della città per protestare contro la decisione del governo locale per garantire ai nativi una quota di seggi nel consiglio comunale. I manifestanti pieni di colori ed allegria hanno danzato, dentro il cuore della città, la famosa “haka”, una ballo tradizionale dei Maori che esprime il sentimento interiore di chi la esegue e può avere molteplici significati. Non si tratta, infatti, solo di una danza di guerra, come spesso si dice, ma può voler anche essere una manifestazione di gioia, di dolore, una via di espressione libera che lascia a chi la esegue momenti di libertà nei movimenti. È comunque un rituale che cerca di impressionare: si spalancano gli occhi, si mostrano i denti, la lingua e si batte violentemente il petto.
Questa volta il clima si è fatto guerriero e si mostra la lingua in segno di sfida contro i governanti perché nel novembre prossimo sono previste le elezioni comunali nella città ed i Maori vogliono far sentire che non molleranno fino alla fine per avere la loro rappresentanza. Il premier neozelandese John Key ha dichiarato che le proteste vanno rispettate, ma '”la riforma è una priorità dell'amministrazione cittadina attualmente gestita da otto consigli differenti”.

Per capire le ragioni della protesta dobbiamo tornare indietro nel tempo. La storia della città inizia nel 1350 proprio quando alcune popolazioni Maori iniziarono a stabilirsi in un fazzoletto di terra, che poi diventerà Auckland, creando molteplici villaggi. I primi europei arrivarono nel 1820 ed in quella terra, erano già stanziali circa 20.000 Maori. In quell’anno iniziò l’insediamento inglese con il missionario Samuel Marsden. L’arrivo dei colonizzatori modificò la struttura sociale dei Maori a causa delle violenze e delle malattie che divamparono ma gli indigeni applicarono una forte resistenza contro i coloni inglesi, che non riuscendo a sottometterli, stipularono con loro un trattato e “donarono”, in cambio della terra, utensili per gli indigeni.

Oggi i rapporti tra la comunità Maori e i neozelandesi di origine europea sono comunque molto meno conflittuali di quanto siano in Australia fra aborigeni ed inglesi ma la diatriba tra minoranza e la schiacciante maggioranza continua ancora nel tempo. Nonostante il genocidio e la appropriazione delle loro terre a opera dei colonizzatori bianchi, sono riusciti a conservare la propria identità culturale e religiosa. Ma le battaglie legali e di piazza sono state molte e grazie a queste battaglie oggi la loro lingua viene insegnata nelle scuole e nelle università neozelandesi.

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