Si intensifica la protesta dei Penan

Il popolo nomade cacciatore-raccoglitore Penan che vive nel Borneo, in questi giorni ha intensificato la lotta contro le compagnie di disboscamento. La foresta, la loro fonte vitale, è difesa da 12 villaggi che si sono uniti ed hanno innalzato barriere per le strade bloccando gli invasori. I manifestanti pretendono “il riconoscimento dei loro diritti e la cessazione di tutte le attività di disboscamento e coltivazione che vengono effettuate sulla loro terra senza il loro consenso.” dice in una nota Survival International. La distruzione della foresta priva i cacciatori-raccoglitori Penan degli animali e delle piante di cui si nutrono e inquina i fiumi in cui pescano. Senza la foresta, molti Penan hanno difficoltà ad alimentare le loro famiglie.

“Le compagnie di disboscamento e palma da olio stanno togliendo ai Penan la possibilità di nutrire i loro figli” ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. In alcune zone i Penan ora ricevono aiuti umanitari dato che gli viene tolta la loro fonte vitale.“Prima dell’arrivo delle compagnie non avrebbero mai avuto bisogno di elemosina. Il governo della Malesia deve riconoscere che questa terra è loro e devono smettere di autorizzarne la distruzione” ha concluso Stephen Corry.

Il presentatore della BBC Bruce Parris ha visitato i Penan e gli hanno raccontato che “non è vero che noi Penan non vogliamo il progresso. Certo, non vogliamo quel tipo di ‘progresso’ che permette alle compagnie di disboscamento di entrare nelle nostre terre. Quello che vogliamo è il vero progresso. Quello di cui abbiamo bisogno più di ogni altra cosa, sono i nostri diritti alla terra”. Il governo Sarawak ha spesso dichiarato la sua volontà di affrontare la questione e portare sviluppo ai Penan.

La loro terra è tutto. Si spostano in piccoli gruppi con semplicità da una parte all’altra della fitta foresta e la loro cultura è molto differente da quella dei sedentari. Tra di loro non esiste una gerarchia reale, ma c’è un forte legame comune che si manifesta in un meticoloso processo di condivisione. Anche se i Penan stanno cambiando, i nomadi continuano a vivere grazie alla foresta che gli fornisce la maggior parte di cibo e oggetti di cui hanno bisogno, dalle cerbottane alla farina.

I Penan hanno un forte amore per la natura e la foresta è la loro vita, di essa conoscono ogni piccola insidia ed ogni segreto. E con gli oggetti della natura comunicano anche tra di loro ad esempio un ramoscello piegato può semplicemente dire “siamo andati in questa direzione”.

Onori Andrea

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