UNA STORIA INFINITA

Una storia che dura da troppi anni ormai,ci vorrebbero fiumi di opere per narrare in modo accurato la storia della Palestina e del movimento sionista. Molte persone però non sono neppure al corrente dei fatti generali che si sono susseguiti dalla formazione dello stato d’Israele, in quel lontano 1948. Da allora la striscia di Gaza è diventata una striscia di sangue dove non si risparmiano neanche le vite di donne, anziani e bambini. Tutti possono dichiarare il diritto di difendere la propria nazione, anche Hitler quando prese la decisione di distruggere gli ebrei lo fece per salvaguardare e difendere la razza ariana. Sembra una storia già vista, dove la vittima ora diventa il carnefice e Gaza diventa un grande campo di concentramento. Non ho paura di usare questo termine, anche il cardinale Martini qualche giorno fa disse la stessa cosa. E non ci vuole di certo un cardinale per capirlo,se apriamo gli occhi si vede benissimo quel che sta subendo la popolazione civile che non può ne entrare ne uscire dal suo territorio,dove i fotografi e i giornalisti internazionali non possono entrare dal 5 novembre, dove c’è un embargo che sta distruggendo la vita,l’amore,la gioia dei palestinesi.
A Gaza non c’è più acqua ne cibo, mi è stato raccontato da un operatore umanitario che in questo momento si trova a Gerusalemme. Ci teniamo in contatto tramite facebook per denunciare le violazioni dei diritti umani e per divulgare le notizie. Questi sono stati i suoi racconti: “gazawi li sento un po' tutti i giorni compatibilmente con le difficoltà nelle comunicazioni...hanno chiaramente meno notizie di noi perché non comunicano nemmeno tra di loro...stanno semplicemente chiusi nelle case e ora gli sta un po' calando la tensione...i primi giorni erano incazzati, adesso anche gli omoni ingegneri e impiegati più grandi e grossi piangono come bambini al telefono...e più che altro è il sistema di depurazione e fognario (che si stava faticosamente tentando di sistemare) che è stato bombardato nei punti critici ed è al collasso, quindi manca anche l'acqua ora, e quella che c'è fa schifo (non che prima fosse il massimo, però ora è proprio fango). Ora l'emergenza sono i morti ed è giusto così, dalla settimana prossima comincerà ad esserci emergenza sanitaria…a presto”
Leggere a fondo la storia,capirla e poi progettare il futuro per migliorare la condizione di ogni essere umano partendo dal basso è quello che ci vuole. La pace non si costruisce a colpi di armi e nemmeno a colpi di risoluzioni scritte. La pace deve partire dal basso,dalla tolleranza e dal rispetto dell’altro. Bisogna mettere in discussione tutto,anche noi stessi perché niente è giusto in questo mondo. Non esiste una verità assoluta e per questo le nostre verità devono essere messe in discussione. Quindi, partendo dal cambiamento di noi stessi,mettendoci in gioco e allargando la partecipazione, si può costruire qualcosa di importante.
Oggi non ci rendiamo conto di questo annientamento che sta subendo il popolo palestinese, abbiamo le menti troppo occupate per pensare e per capire che in Palestina ogni giorno si lotta e si muore gratuitamente. Non si sentono le campanelle delle scuole, ma solamente il rumore delle bombe che da una parte e dall’altra distruggono le vite umane.
E se vogliamo raccontarla tutta partiamo dai primi anni del 1900,quando l’Inghilterra era ancora la prima potenza mondiale. Il progetto coloniale era allettante ed economicamente fruttava agli stati europei,spingendosi verso il medioriente alla ricerca dell’oro nero.
Nel 1917,mentre si combatteva la prima guerra mondiale,ci fu la famosa dichiarazione del ministro inglese Balfour,dove si impegnava con il movimento sionista per la costruzione di un focolare ebraico nella regione palestinese. Nel frattempo promettevano anche la terra e l’autodeterminazione agli arabi palestinesi. Con il libro bianco del 1922 gli inglesi rassicurarono il popolo arabo,dichiarando che la commissione sionista in Palestina non aveva nessun interesse ad amministrare il territorio. Nonostante la promessa di indipendenza con il trattato di Sevres il medioriente fu spartito dalla G.Bretagna e dalla Francia.
Subentrò successivamente la seconda guerra mondiale con i fatti della shoah,un progetto di un nuovo ordine europeo varato dai tedeschi e dai paesi satelliti. Gli ebrei così iniziarono ad emigrare nei territori palestinesi ritornando nella terra promessa.
Finita la guerra l’ONU raccomanda la spartizione del territorio in 2 stati con Gerusalemme zona internazionale,una sorta di nuova colonizzazione mascherata. All’indomani di questa risoluzione scoppiarono gli scontri tra arabi palestinesi e gli ebrei insediati nel territorio.
Senza giri di parole e senza dilungarci possiamo dire che alla fine delle ostilità il territorio israeliano era quasi il doppio da quello fissato dall’ONU e con le armi fu cacciata dal suo territorio la maggioranza della popolazione araba. Il 15 maggio 1948 quando ormai le idee erano state realizzate, il governo britannico decide di ritirarsi lasciando in medioriente la creazione occidentale proclamando lo Stato d’Israele. Israele divenne un paese satellite,una spina nel fianco degli americani,prima potenza mondiale,soppiantando l’Inghilterra sul finire della prima guerra mondiale.
Continuano,fino ai giorni nostri le guerre (1967:guerra dei sei giorni,1973 guerra del Kippour) e lotte popolari (1978 e 2000 prima e seconda intifada) in una terra ormai stremata e piena d’odio.
La guerra sarà infinita e l’insicurezza regnerà sovrana sino a quando Israele non comprende che il riconoscimento dei diritti e della dignità dei palestinesi è fondamentale per la sopravvivenza di semplici esseri umani.
Purtroppo l’amara verità è che in questo sistema ogni guerra porta benessere: c’è chi distrugge per poi ricostruire case,palazzi,sistemi fognari,strade ecc. Il mondo può essere cambiato solamente da una maggioranza schiacciante,da un movimento globale di resistenza non violenta mobilitando l’opinione pubblica,interessarsi e proporre progetti ed idee,collaborare e mettersi in discussione,insomma vivere la democrazia partecipando e farne uno stile di vita.


Io non credo nella guerra come strumento…c’è un dato inoppugnabile che la guerra è uno strumento che non funziona,semplicemente non funziona (Gino strada Emergency)

Onori Andrea

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