cento anni fa costruirono per prepararci al disastro. Tra cento anni saranno i nostri figli a piangere per colpa nostra



Genova, 4 Novembre 2011

Per colpa dei nostri padri salutiamo per sempre Shpresa Djala (28 anni) e le sue figlie Janissa (quasi un anno) e Gioia (8 anni). Sotto il fango sono rimaste anche Angela Chiaromonte (40 anni), Evelina Pietranera (50 anni) e Serena Costa (19 anni).

‎"E' evidente che si è costruito dove non si doveva, ma forse si possono trovare interventi che scongiurino il ripetersi di questi disastri" dice il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Circa cinquanta/cento anni fa si è costruito dove non si doveva. Cementificazioni selvagge e poco rispetto per la natura ci hanno portato ai disastri odierni. Ora? cosa si può fare? Forse i condoni sono la strada giusta? Forse la cementificazione smisurata? Forse il "piano casa" della Polverini? Forse la Tav e le altre opere che distruggono la terra? Tra cinquanta/cento anni saranno i nostri figli a piangere per colpa nostra. Non abbiamo imparato nulla e non riusciamo a costruire per un futuro migliore.

Vi lamentate quando la natura si ribella alla violenza degli uomini e alla sua cementificazione. Raccontate le tragedie causate dalla forza della natura piangendo le vittime e cercando di scavare montagne di fango. Poi, una volta passato l'uragano dei mass media, ricominciate a violentare la terra con la Tav, con il ponte sullo stretto e con tante altre opere abusive o opere dichiarate legali ma pur sempre abusive per la natura e per il nostro futuro. I nostri figli dovranno fare i conti con le nostre schifezze. Come noi, stiamo facendo i conti con le schifezze passate.

Opere che servono ad arricchire qualcuno e ad uccidere qualcun altro. Dobbiamo ripensare al nostro stile di vita. Se non ci pensiamo noi, ci penserà ancora la natura. Non ci si incazza per sadomasochismo quando si vedono ruspe che sventrano intere colline, oppure quando si vedono paesi e città con più case che uomini.

Non basta tirare fuori il denaro e costruire a proprio piacimento. Oggi, ci sentiamo tutti grandi maestri e intelligenti. Un ingegnere edile, ad esempio, non deve sapere solo come si posiziona il mattone dopo anni di studio. Se fatto bene,quella è bravura nel fare le cose nel proprio campo. Ognuno, nel proprio capo, può essere più o meno competente. Questa non è intelligenza! L’ingegnere intelligente è quando sa che con quel mattone può creare lo sviluppo per un’intera comunità oppure, la sua distruzione. Un ingegnere intelligente usa quel mattone in modo tale che la collettività possa giovarne.

Purtroppo quando la natura si ribella ai nostri sfregi non si può fare nulla. Se continuiamo di questo passo i nostri figli saranno sotterrati per colpa nostra!

"Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare respiro al largo, verso l'orizzonte. Genova, repubblicana di cuore, vento di sale, d'anima forte" [Guccini - Piazza Alimonda]

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