I due senegalesi uccisi al mercato di Piazza Dalmazia si chiamavano Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni. Mentre, Moustapha Dieng di 37 anni, è stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Careggi a causa di colpi al torace e all’addome. Gli altri feriti sono: Sougou Mor (in condizioni gravissime), di 32 anni, e Mbenghe Cheike di 42 anni.
Per sfuggire all’esecuzione, Sougou si è difeso opponendo le sole braccia a quattro colpi di pistola 357 Magnum sparati a distanza ravvicinata: tre li ha parati così, con i proiettili che gli hanno spezzato le ossa; uno lo ha raggiunto al torace. Ora è gravissimo in ospedale: oltre alla ferita al torace i medici parlano di “polifratture”.
“All’improvviso c’è stato il caos – ci racconta Barbara che si trovava a pochi passi dal mercato di San Lorenzo- Si sentivano gli elicotteri sopra di noi e le volanti della polizia. Quello che mi ha colpito maggiormente era lo sguardo degli africani, accorsi tantissimi assieme ad altri immigrati e anche italiani. Tra loro si chiamano fratelli, sono stati uccisi dei loro fratelli”.
Mentre si dileguava da Piazza Dalmazia qualcuno ha provato a fermarlo, ma lui, intriso di violenza tirava fuori la pistola e minacciava chiunque gli ostacolasse il passaggio. A fermarlo ci ha provato il figlio dell’edicolante, ma davanti alla pistola non ha avuto altra scelta che mettersi al riparo. Così è riuscito a fuggire a bordo della sua auto. E’ stato poi bloccato in un parcheggio sotterraneo a San Lorenzo dove si è sparato.
Dopo qualche ora di sgomento, la comunità senegalese, migranti e italiani, si sono fatti coraggio e in 200 sono partiti da piazza Dalmazia, urlando “Vergogna, non si può morire così” e “Razzisti“. Si sono diretti alla Prefettura, urlando ai giornalisti “noi non c’entriamo niente con questa storia, chiedete alla polizia. Nessuno fa niente per noi“. Ora, nessuno vuol sentir parlare di un “semplice” pazzo.
Il folle è Gianluca Casseri, 50 anni, descritto come un tipo solitario, vicino agli ambienti di Casa Pound. Casseri era di Pistoia e solo da qualche settimana si era trasferito a Firenze, in diverse occasioni ha partecipato a manifestazioni di estrema destra ed era un seguace del nazifascismo. Dal movimento Casapuond, però, prendono le distanze: “Con noi non c’entra nulla”. Il killer era un uomo conosciuto nell’ambiente estremista pistoiese, proprio per i suoi scritti e l’ammirazione al filosofo Ezra Pound.
Su internet diversi gli attestati di stima al killer che ha sistemato gli “invasori”. “E’ dei nostri“, “E’ un eroe”, scrivono sui forum i neonazisti italiani. “Casseri eroe bianco vittima di un complotto volto a nascondere la verità, e cioè che Firenze è ormai contesa tra bande di sporchi negri criminali. E’ ora che qualcuno faccia pulizia di questa immondizia negra! Via negri e stranieri dall’Italia. Abbattere chi devasta le proprietà degli italiani” dice Longobard su un forum stracolmo di deliri razzisti. Per molti la parola d’ordine è “siamo solo all’inizio”. Da facebook al più piccolo forum di estrema destra c’è più di qualche commento positivo su Casseri.
Violenze da non sottovalutare. Il 21 marzo scorso Human Rights Watch lanciava un grido d’allarme:”L’Italia fa poco contro violenza xenofoba». Secondo l’agenzia dei diritti umani, il governo italiano non prende le giuste misure atte a prevenire e perseguire la violenza razzista e xenofoba dilagante nel paese. Il dossier, dal titolo “L’intolleranza quotidiana: la violenza razzista e xenofoba in Italia”, è il frutto di una ricerca condotta nel 2010: comprende decine di interviste di vittime di violenza, magistrati e funzionari di governo, documentando casi di violenza a sfondo razzista e xenofoba contro immigrati, italiani di discendenza straniera, Rom e Sinti avvenuti negli ultimi anni.
Secondo l’organizzazione internazionale, gli immigrati, gli italiani di origine straniera e i Rom sono stati vittime di “brutali attacchi”. Il rapporto denuncia in 81 pagine le “mancanze dello Stato italiano nel prendere misure efficaci contro i crimini imputabili a odio discriminatorio. Sono rari i casi in cui l’aggravante razzista – continua Human Rights Watch – venga contestata nelle azioni penali per violenze, e le autorità italiane tendono a sminuire la portata del problema e non condannano con la necessaria forza gli attacchi”. Il rapporto sottolinea poi “l’inadeguata formazione delle forze dell’ordine e del personale giudiziario e l’incompletezza della raccolta di dati”. La legge italiana prevede delle pene detentive più severe per reati aggravati della motivazione razziale, ma questo strumento non si è ancora dimostrato all’altezza delle sue ambizioni, afferma Human Rights Watch.
L’agenzia dei diritti umani elenca una serie di aggressioni, quali gli attacchi a insediamenti rom a Napoli nel maggio 2008, o ai lavoratori stagionali immigrati dall’Africa a Rosarno, in Calabria, nel gennaio 2010, o a un bar bengalese a Roma nel marzo 2010.
Non possiamo dimenticare la folle violenza di Torino contro un Campo Rom. Si sono sentiti spari in pieno giorno anche il 13 Agosto a Casal di Principe. Quella volta ci fu un attentato ad un bus di immigrati e due ragazzi restarono feriti. A bordo c’erano circa una ventina di marocchini. Diversi i colpi esplosi, due dei quali colpirono alla mano Marco Caterino, che era alla guida e all’addome un cittadino marocchino. Spesso si trovano da soli a fronteggiare la criminalità organizzata o atti di razzismo, come quando nel 2008 ci fu la strage di San Gennaro a Castelvolturno, ordinata dal boss Giuseppe Setola che causò sei morti tra gli africani.
Andrea Onori
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