Scrivo quattro righe per ricordare il mal funzionamento di tutto il sistema giudiziario, dai tribunali passando per le carceri e la politica. Ok, innanzitutto mi presento, non spaventatevi voi che leggete questa nota sul blog: mi chiamo Pietro Franco, classe 54, il mio primo arresto è avvenuto nel 1974 (sono stato detenuto a San Vittore).
Sfortunatamente ho trascorso molti anni in carcere ed ecco che entriamo nel merito: proprio a guardar bene le mie prime esperienze carcerarie penso che si stesse meglio anni fa anche se esistevano minori misure alternative alla detenzione.
Sì, è vero abbiamo oggi molti modi per uscire dal carcere, ma questo è solo sulla carta, perché quando sono a passeggio nell’ora d’aria vedo un compagno e gli chiedo: “Quanto hai da fare?”. Risponde: “Due mesi”. Allora ci si domanda: “Ma dov’è l’alternativa al carcere?”.
A questo punto devo tornare a pensare che aveva ragione il giornalista Giorgio Bocca, che raccontava in un suo articolo anni fa dei dogmi dell’inquisizione: “Tu, magistrato, anche se non sei convinto delle colpevolezze dell’imputato, con il tuo potere vai avanti e di sicuro avrai ragione”.
Ok, questo è applicare la legge o meno, ma il fatto più grave è quando guardando la tv danno la notizia: “Hanno inquisito la Lega”. Dico: “Come? Quelle stesse persone che qualche mese fa si sono quasi presi a pugni al Senato per la legge Lodo - Severini gridando mettete fuori i delinquenti!”. Devo dire che sono sì politici, ma anche che non capiscono nulla. Lo sapete voi che con questa legge non è uscito nessuno dal carcere?
Solo coloro che erano “puri”, cioè che si erano ritrovati per la prima volta in carcere; perciò una bagarre inutile e per di più fatta da politici che poi si sono ritrovati inquisiti. In carcere ci stanno solo i poveracci, gli sventurati che magari hanno solo rubato per procurarsi da mangiare. Ok, ditelo sinceramente, vi sto annoiando, ma non è tutto: ora veniamo un po’ a noi di Canton Mombello.
Ci sono state manifestazioni per come vengono custoditi cani e galline, ma di come viviamo noi non interessa a nessuno!
Otto metri quadrati per cinque esseri umani, una finestra che non si può aprire, perché c’è la branda del letto, ecco che torno a dire: “stavamo meglio ieri”. Oggi San Vittore custodisce circa 2.000 detenuti, anni fa 500, forse anche meno. Una cella come quella di Canton Mombello era ospitata da un singolo detenuto. Perciò, a tutti coloro che leggono questo articolo do un consiglio, in special modo ai giovani: non prendete questa strada, non commettete reati per poi finire in carcere, perché più andiamo avanti, più sarà difficile la vita carceraria.
Non c’è più controllo da nessuno, né dalle Istituzioni, né dall’intero sistema.
In più bisogna essere obiettivi: siamo in troppi di ogni nazionalità e perciò possiamo stare solo male, in tutti i sensi. In questo modo ci viene negata anche la dignità, i nostri valori di esseri umani. Quando accadono suicidi sono dovuti proprio a questo, perché a volte ci si sente proprio abbandonati, peggio di un cane randagio anche se ognuno ha i propri cari che lo seguono e lo tengono su di morale per fargli trascorrere la detenzione nel migliore dei modi.
Questo è il motivo per il quale, da vecchio carcerato, non mi stancherò mai di ripetere: non entrate in questo sistema, perché è deleterio sotto tutti gli effetti, parola di uno che ha fatto molti anni dietro le sbarre e che ha solo avuto una inspiegabile fortuna: l’affetto costante di moglie e figli. Vi ringrazio per l’attenzione.
Fonte: Corriere di Brescia
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