28/05/2009:
E’ Iniziato a New York il processo contro la società petrolifera anglo-olandese Royal Dutch Shell che potrebbe essere colpevole di violazione dei diritti umani. Ma non solo, la comunità degli Ogoni in Nigeria meridionale sta sostenendo una campagna contro i danni all’ambiente e alle risorse agricole causati dalla Compagnia. Estrazione petrolifera, danni all’ambiente e violazione dei diritti umani sono spesso drammaticamente connessi, soprattutto nel sud del mondo. Più scandaloso è che la compagnia potrebbe aver consegnato denaro e rifornimenti all’esercito Nigeriano.
La Royal Dutch Shell, attraverso la sua affiliata in Nigeria, la Shell Transport & Trading, è stata accusata di istigazione alla tortura e complicità nella morte di Ken Saro-Wiwa e di altri otto militanti impegnati del Movimento per la sopravvivenza del popolo ogoni (Mosopop) per la difesa dei diritti dei residenti nella regione del Delta del Niger.La Shell estrae in Nigeria dal 1958, ma nel paese africano la ricchezza è rimasta nelle mani di ben poche persone. Il coinvolgimento di Shell in Nigeria venne alla ribalta di nell’ottobre 1990 quando una pacifica protesta in Unchem si intensificò e ottanta persone furono uccise dalla polizia e 495 case furono distrutte. Shell afferma che aveva solamente chiesto protezione alla polizia. Nel marzo del 1992 la comunità di Omudiogo si lamentava per la mancanza di assistenza da parte della multinazionale. Quattro mesi più tardi la MPF (Mobile Police force) veniva nuovamente inviata a zittire chi protestava contro la compagnia petrolifera.
L’attivista e scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa è uno degli intellettuali più significativi dell’Africa post- coloniale. Dalla fine degli anni ’80 si fa portavoce di una campagna non violenta contro i danni ambientali della compagnia Shell. Nel 1993 Saro Wiwa organizzò marce pacifiche radunando 300.000 persone attirando l’attenzione di tutto il mondo sulla condizione di questo popolo.
Fu arrestato ben tre volte con l’accusa di aver incitato all’omicidio di alcuni presunti oppositori del MOSOP. Nel 1995 avvenne l’esecuzione di Ken Saro-Wiwa e di altri otto dissidenti tramite impiccagione al termine di un processo che ha suscitato le più vive proteste da parte dell’opinione pubblica internazionale e delle organizzazione per i diritti umani.
Durante il processo per alto tradimento, Ken Saro-Wiwa aveva accusato Shell dicendo: “…la guerra ecologica che Shell ha intrapreso … sarà presto giudicata e il … crimine della guerra sporca della compagnia contro il popolo Ogoni sarà punito”. Quando Saro-Wiwa fu giustiziato per imputazioni inventate, la condanna internazionale dei fatti colpì anche Shell. Gli Ogoni chiedono miliardi di risarcimento al gruppo Shell ed esigono, da parte dello Stato, il diritto all’autodeterminazione politica. Dopo questa sollevazione collettiva, più di un migliaio di Ogoni sono stati assassinati, e donne e ragazze sono state violentate.
Se la Corte di Manhattan dichiarasse la Shell colpevole, sarebbe la prima condanna di una multinazionale per violazione dei diritti umani. Il processo nasce in base alla legge statunitense “Alien tort statute” che consente ai cittadini stranieri di denunciare negli Usa violazioni dei diritti umani compiute in altri paesi. Spesso il potere economico della multinazionale è tale che sono
in pochi a dubitare che non avrebbe potuto interrompere immediatamente il l’uso della violenza contro i manifestanti. La Shell sostiene che le compagnie private non possono farsi coinvolgere nel processo politico dei paesi in cui operano. Sembrerebbe una posizione legittima, ma la Shell è già profondamente coinvolta nella situazione politica nigeriana.
Se la Corte di Manhattan dichiarasse la Shell colpevole, sarebbe la prima condanna di una multinazionale per violazione dei diritti umani. Il processo nasce in base alla legge statunitense “Alien tort statute” che consente ai cittadini stranieri di denunciare negli Usa violazioni dei diritti umani compiute in altri paesi. Spesso il potere economico della multinazionale è tale che sono
in pochi a dubitare che non avrebbe potuto interrompere immediatamente il l’uso della violenza contro i manifestanti. La Shell sostiene che le compagnie private non possono farsi coinvolgere nel processo politico dei paesi in cui operano. Sembrerebbe una posizione legittima, ma la Shell è già profondamente coinvolta nella situazione politica nigeriana.
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