Lo Zimbabwe che cerca di cambiare

Sono passati 4 mesi dall’insediamento del nuovo governo di transizione in Zimbabwe che sta attraversando ancora una forte crisi umanitaria senza precedenti. In questo paese si registra il più drastico aumento della mortalità infantile al mondo: quasi il 50% di decessi annui in più rispetto ai livelli dei primi anni Novanta. Le radici delle mortalità sono sempre le stesse: carestia, HIV, malaria e non accesso all’acqua potabile.

In questo quadro angosciante, il nuovo governo dello Zimbabwe ha annunciato l’intenzione di abrogare la legge che garantisce il 51 percento di qualsiasi attività economica agli imprenditori locali. Dopo aver ottenuto 5 milioni di sterline in aiuti, il primo ministro dello Zimbabwe, Tsvangirai, in una intervista rilasciata al Financial Times, ha detto che si tratta “una questione urgente da affrontare”. Quindi ha invitato le compagnie del settore minerario a investire nei ricchi giacimenti di oro, nickel, platino e diamanti presenti nello Zimbabwe. “Abbiamo perso capacità e denaro, il poco che abbiamo dovrebbe essere speso per l’istruzione dei nostri figli e il rilancio del sistema sanitario e non in imprese che possono essere gestite meglio da altri. Il partenariato a cui guardiamo oggi è quello in cui lo Stato consente al settore privato di prosperare” ha spiegato Tsvangirai.

Tsvangirai si è impegnato per porre fine, pacificamente, al regime di Mugabe, per stabilire una vera democrazia e permettere la pacificazione e riconciliazione nazionale. Mugabe si è imposto con i suoi metodi di governo dispotici. Gravi sono state le azioni di repressione ai danni di Tsvangirai e del suo partito, sottoposti ad una vera e propria persecuzione: lo stesso Tsvangirai è stato arrestato, picchiato e torturato. Tsvangirai ha partecipato attivamente a movimenti sociali importanti nello Zimbabwe, come quelli per la riforma del lavoro e quella costituzionale. E’ divenuto rappresentante dell’Unione Associata dei Minatori e successivamente, nel 1989, ricevette la carica di Segretario Generale del Congresso dei sindacati. Fu molto attivo a contrastarsi contro i governi e per questo, è stato vittima di minacce e violenze premeditate e ispirate proprio dal governo.
Sceso in politica nazionale nel 2002 si candidò contro Mugabe alle elezioni presidenziali ma Mugabe e il suo partito ne uscirono vincitori con accuse di brogli elettorali. Nel 2004 è stato prosciolto dall’accusa di un complotto per assassinare Mugabe durante la corsa alle elezioni nel 2002. La difesa di Tsvangirai al processo fu condotta da George Bizos, avvocato dei diritti umani che era stato difensore anche di Nelson Mandela. Più volte Tsvangirai ha denunciato le molte violazioni dei diritti umani che si verificano molto spesso nel suo paese.

Lo Zimbabwe è ritenuto un paese con una grande concentrazione di diamanti del mondo. I diamanti sono facili da trovare in questo posto: giacciono alla superficie del suolo, o al massimo a un metro sotto terra. Sul finire del 2008 il regime in carica decise di espellere i cercatori artigianali. L’unica cosa che cambiò fu il sistema di controllo e i beneficiari. Questi ultimi non erano le casse dello stato, ormai quasi vuote, ma era lo stesso ex presidente Mugabe e la sua cerchia di collaboratori più stretti. Nonostante i suoi diamanti e le altre ricchezze minerarie, lo Zimbabwe, è un Paese con un’economia al collasso. Tra le cause bisogna includere la corruzione e l’avidità dei suoi dirigenti.

Onori Andrea
http://periodicoitaliano.info/2009/06/26/lo-zimbabwe-che-cerca-di-cambiare/

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