RAWA contro tutti per la conquista dei diritti

“Abdul Manan era un povero contadino che la sera del 16 maggio stava lavorando nel suo campo quando truppe straniere gli hanno sparato e lo hanno ucciso usando un’arma che gli ha provocato gravi ustioni sul volto e sul corpo. Anche se la nazionalità dei militari non è stata resa nota, la gente del posto dice che erano italiani. Il giorno dopo, gente del villaggio ha portato il cadavere davanti all’ufficio del governatore di Farah per protestare e per chiedere giustizia. Il governatore non ha voluto riceverli e loro, infuriati, hanno provato a fare irruzione nell’edificio. La polizia li ha respinti sparando in aria e così sono tornati al villaggio con il cadavere”. La vittima aveva 30 anni ed è stata uccisa il 16 maggio del 2009 nella provincia sud-occidentale di Farah. Chi lo denuncia è l’associazione femminista afghana RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan). Si, avete capito bene, lo ha segnalato la combattiva associazione delle donne afgane, nata a Kabul nel 1977 forse l’unica forza rivoluzionaria che può cambiare le sorti di quella terra stremata.

Le donne dell’associazione si battono con costanza e fatica, su tutti i fronti, per difendere i diritti umani e la giustizia sociale nel paese afgano. Una lotta aperta contro tutti, dagli invasori sovietici ai fondamentalisti negli anni anteriori al 1989, prima della caduta dell’Unione Sovietica. Combattono ogni forma di fondamentalismo e ribadiscono, per coloro che non lo hanno ancora capito, che l’Islam non è sinonimo di terrorismo, “i fondamentalismi di ogni tipo si servono del nome dell’Islam per giustificare e legittimare la loro follia violenta.”

Ma la loro resistenza continua anche oggi, contro gli stessi fondamentalisti, ma anche in opposizione al governo corrotto di Karzai legittimato dall’ex Presidente americano George Bush. Condannano fortemente anche la NATO e tutta la sua coalizione, che con il suo esercito “portatore di pace”, bombarda costantemente la popolazione civile, centrando in pieno con le loro bombe intelligenti donne e bambini. L’associazione afgana ribadisce fortemente che la cura americana non ha portato nessun giovamento: “Sette anni fa il governo statunitense e i suoi alleati hanno legittimato l’invasione militare dell’Afghanistan facendo credere alla popolazione di tutto il mondo che avrebbero liberato le donne afgane”. Con l’insediamento del governo fantoccio di Karzai, la NATO si è alleata di nuovo con i signori della guerra fondamentalisti, che loro stessi avevano creato. Questa è la tesi di chi vive quotidianamente le paure, le follie e l’abitudine di ascoltare gente ingannatrice. “Gli USA/NATO giocano a Tom e Jerry con i Talebani e Al-Qaeda, mentre la gente comune afghana soffre per l’impatto dei loro ciechi bombardamenti e noi siamo testimoni di orrende tragedie di vittime civili praticamente ogni giorno.” Sin dall’inizio del conflitto le donne dell’associazione sostengono che gli occidentali hanno altre ragioni in Afghanistan, certamente non combattono per la libertà del popolo oppresso.
Hanno le loro buone ragioni per crederlo: “Abbiamo visto che gli USA hanno fatto affidamento sui fondamentalisti dell’Alleanza del Nord per combattere un’altra fazione fondamentalista, i Talebani.” Gli USA sostengono sin dall’inizio l’alleanza del Nord. Per il popolo afgano l’alleanza del Nord ed i Talebani sono entrambi fondamentalisti e terroristi. Sostengono che l’occidente è amica con un alleanza che viola i diritti umani, abusano delle donne, sono colpevoli di corruzione e frode ma di tutto ciò nei nostri giornali non se ne parla. Neanche si sa cosa sia l’alleanza del nord e per quale motivo “noi” occidentali sosteniamo quella coalizione. Le donne “ribelli”sostengono che la NATO ha paura di vedere emergere un potente movimento progressista in Afghanistan. “Noi stiamo affrontando oggi gli stessi problemi e rischi a cui dovevamo far fronte sotto i Talebani.”
Nel sito si legge che oggi i diritti umani sono ampiamente violati ovunque nella nazione afgana e le condizioni attuali sono anche peggiorate rispetto al periodo dell’occupazione sovietica. “Oggi abbiamo due problemi: i nostri fondamentalisti locali, e l’occupazione straniera. Se la NATO se ne andasse avremmo un problema solo invece di due.”

Onori Andrea
http://periodicoitaliano.info/2009/06/09/rawa-contro-tutti-per-la-conquista-dei-diritti/

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