I campi abbandonati della Somalia

Centinaia di migliaia di profughi somali sono trattenuti in campi poco adatti per gli esseri umani, con scarsa igiene e scarso accesso ad acqua e medicine, lo ha detto l’agenzia Oxfam citando i campi profughi sovraffollati e malgestiti in Somalia, Kenya ed Etiopia. L'UNHCR, che è coinvolto con altre organizzazioni, nella gestione dei campi nel fornire cibo e riparo, è stata “debole e inefficiente” ad affrontare la crisi, ha detto Robbert Van den Berg, il portavoce dell’agenzia Oxfam per il Corno d’Africa. In Somalia più della metà della popolazione ( 3,8 milioni di persone) ha bisogno di aiuti umanitari, secondo le Nazioni Unite, ” i somali fuggono dal loro paese a causa di conflitti brutali e periodi di siccità disperata. Finiscono in campi con condizioni inimmaginabili. Centinaia di migliaia di bambini sono colpiti, e il mondo sta abbandonando la prossima generazione di somali” ha detto Van den Berg. Un portavoce dell’UNHCR in Kenya, Emmanuel Nyabera, ha riconosciuto che i campi sono sovraffollati e le condizioni di vita sono pessime. Ha detto che i funzionari statali stanno cercando di alleviare il problema in Kenya, nel campo profughi più grande (Dadaab) che è stracolmo, per portare i rifugiati in un altro campo (Kakuma). “Il governo del Kenya ha più volte promesso di fornire più terra per alleviare il sovraffollamento, ma finora non l’ha fatto, nonostante i bisogni urgenti” ha continuato Van den Berg.
Il complesso di Dadaab in Kenya è la patria di 280.000 persone, in uno spazio destinato a contenere soltanto 90.000. Il grave sovraffollamento significa che molte famiglie non hanno accesso regolare ai bagni o acqua pulita, e in alcune delle parti peggiori del campo, oltre 20 famiglie condividono un solo bagno. Come si potrà immaginare molti ragazzi sceglieranno la via di fuga piuttosto che vivere segregati in quei campi per anni ed anni.

Daniel Dickinson, portavoce del dipartimento della Commissione europea ha detto all’agenzia che ha impegnato 15 milioni dollari quest'anno per il campo:”la Commissione europea non chiude gli occhi. Siamo consapevoli della gravità della situazione ed abbiamo impegnato fondi consistenti per il campo di Dadaab in particolare” ha detto Dickinson.
Nel campo di Bokolmayo in Etiopia ci sono quasi 10.000 persone e quasi 1.000 persone al mese continuano ad arrivare. Le attuali infrastrutture e servizi sono insufficienti a far fronte ai continui arrivi, c’è ancora un divario finanziario enorme per portare avanti l’operazione di anno in anno.

La risposta dell’UNHCR alla crisi somala è stata particolarmente debole e inefficiente. L’agenzia Oxfam ha invitato l’Agenzia internazionale per i rifugiati ad esercitare una leadership molto maggiore al fine di garantire ai somali un’adeguata assistenza attraverso il sostegno dei paesi di accoglienza per rispondere efficacemente alla crisi umanitaria. Molti che fuggono da Mogadiscio cercano rifugio nella zona vicina di Afgooye, dove ad oggi ci sono circa 485.000 persone al riparo, su una striscia di 15 chilometri di terra.

A garantire la continuità ai campi e l’accoglienza, oggi, sono anche e soprattutto i somali che attraverso le loro organizzazioni locali si adoperano per portare avanti i loro progetti, ma mancano i fondi che non arrivano: “nei campi di Afgooye, Dadaab e Bokolmayo i servizi forniti alle persone vulnerabili e disperate sono di gran lunga inferiori agli standard internazionali. Si tratta di una tragedia umana di proporzioni impensabili in cui innumerevoli persone sono state private di una casa e un senso di normalità per anni ed anni”, ha detto Van den Berg.

Onori Andrea

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