Immigrazione l’Italia con un occhio alla Libia e l’altro all’Europa

Qualche giorno fa, il presidente della Camera Gianfranco Fini, ha scritto al segretario dell’assemblea libica sul trattamento dei migranti respinti dall’Italia e reclusi all’interno dei campi di prigionia libici. Il presidente della Camera nella lettera ha dichiarato che “è opportuno creare un apposito gruppo di monitoraggio formato da rappresentanti del Congresso del Popolo e della Camera dei deputati”. Nella lettera Gianfranco fini chiede di creare “un apposito gruppo di monitoraggio, formato da rappresentanti del Congresso del Popolo e della Camera dei deputati. In questo contesto potrebbe inserirsi una missione parlamentare presso i campi libici di raccolta degli immigrati, al fine di verificare, con particolare riferimento ai richiedenti asilo e ai rifugiati politici, il rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che il Trattato di Bengasi richiama espressamente all'articolo 6”.

La risposta è arrivata ieri dal presidente della Camera della Libia. Da Tripoli è arrivato l’ok alla commissione, ma non alle motivazioni perché, si spiega che “nei centri non vi sono rifugiati politici e perché il mio Paese ha emesso la carta verde dei diritti, quindi è una questione interna”.Insomma la Libia continua a non rispettare gli immigrati ed i loro diritti, e il governo italiano continua a respingerli verso la morte e la violenza senza spingere a creare commissioni intergovernative per progettare dalla base nuove politiche migratorie.

Ma le spinte della Lega Nord in Italia, si fanno sempre più pressanti e non ci danno speranze per un cambio di direzione. Davide Boni, capodelegazione del Carroccio in giunta regionale, ha detto nei giorni scorsi che “è inammissibile che in alcune zone di Milano ci siano veri e propri assembramenti di cittadini stranieri che sostano nei giardini pubblici ad ogni ora del giorno e della notte”. Dopo la proposta di riservare i posti del metrò ai cittadini milanesi, lanciata da Matteo Salvini e la battaglia del Kebab, ora la lega torna all’attacco con Davide Boni spostando l’attenzione sui giardinetti.

Continua così l’escalation di odio e xenofobia nel territorio italiano e forse è stato percepito anche dalla comunità europea. L’ADUC sul portale internet sui diritti degli stranieri in Italia, conferma che il pacchetto sicurezza è entrato nel mirino della Commissione Ue, unico organismo internazionale in grado di imporre modifiche qualora la norma violasse le regole comunitarie. L’ADUC dice che le critiche di Bruxelles, saranno contenute in una lettera al governo italiano che dovrebbe partire con ogni probabilità già questa settimana.
In poche parole, la commissione Ue si chiede: ” Come fa il governo italiano a garantire di non aver violato gli obblighi sul diritto d'asilo? Come avete fatto a valutare che a bordo non ci fossero persone idonee a essere protette nel nostro Paese, come richiedono le regole europee?”.

Ma è difficile sperare in un cambio di marcia in una situazione politica e culturale fortemente conservatrice in tutta l’Europa. Dalla caduta del muro di Berlino, l’Europa si è barricata respingendo in continuazione i migranti con la repressione e non ha mai cercato di proporre nuove strategie e sradicare la questione dalla base. Anche se l’Europa è fortemente chiusa, la xenofobia italiana è un caso molto particolare, più accentuato di tutti gli altri paesi d’Europa che da anni ormai sperimentano il convivere civilmente in una società multietnica. L’Italia, deve ancora fare il primo passo.

Andrea Onori

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