Rapporti Italia -Libia



Nel dopo Gheddafi: L'inferno libico per i migranti. Italia - Libia, non è cambiato niente.


Gli anni 2000 vedono Gheddafi protagonista, assieme a Silvio Berlusconi, del riavvicinamento tra Italia e Libia, sancito da diverse visite ufficiali dell'ex capo libico in Italia e dell'ex presidente del consiglio italiano in Libia. Uno dei punti principali è l'immigrazione.

La Strana coppia. Il Silvio nazionale, fino a qualche anno fa, ci regalava momenti magici insieme al circo del colonnello. Ogni volta che il Leader libico arrivava a Roma giganteggiava con i suoi programmi sfarzosi, nonostante la crisi che affliggeva la popolazione italiana. [LEGGI]


Rivoluzione civile 2011: (15 febbraio - 20 ottobre)
La Libia, dopo aver vissuto una prima fase di insurrezione popolare anche nota come rivoluzione del 17 febbraio, a seguito di quanto avvenuto in quasi tutto il mondo arabo (e specialmente in Tunisia ed in Egitto), ha conosciuto in poche settimane lo sbocco della rivolta in conflitto civile. Le proteste hanno avuto come primo focolaio Bengasi.
Il 20 ottobre 2011 cade, dopo un assedio di 2 mesi, la città di Sirte, nella quale Mu'ammar Gheddafi, dopo aver lasciato Tripoli, si era asserragliato dal 21 agosto 2011.
Mu'ammar Gheddafi, risultando vana ogni difesa, tenta di guadagnare il deserto per continuare la lotta ma il suo convoglio viene attaccato da parte di aerei francesi NATO. Raggiunto da elementi del CNT, Gheddafi viene catturato vivo ma subito linciato e ucciso.

18 settembre 2010: Addestrati per uccidere - Il peschereccio "Ariete" scambiato per una carretta che trasportava "clandestini" è stata attaccata da

militari libici e sei miliari della Guardia di Finanza italiana.


1 Agosto 2010: Ricordate i detenuti eritrei liberati in Libia? Ormai sono stati dimenticati dalle autorità. In tantissimi, da una settimana, vivono nella cittadina di Sebha, abbandonati a se stessi. Erano stati liberati, qualcuno aveva esultato qualcun'altro aveva capito ciò che gli spettava: fame, miseria e repressione. Loro chiedevano solo una cosa: Via dalla Libia per chiedere Asilo ad un Paese firmatario della Convenzione di Ginevra. “Nessuno ci aiuta e siamo qui ormai da una settimana” raccontano all’agenzia CNR a telefono. “Viviamo per strada, giorno e notte. La temperatura qui è di 40 gradi. Riusciamo a trovare un po’ di acqua e un po’ di cibo ma ci manca tutto. Chiediamo aiuto alla polizia – conclude – ma quando ci presentiamo al commissariato ci mandano via. Anche la gente qui preferisce non vederci”.



17 Luglio 2010: Sono stati liberati i 205 eritrei detenuti da 16 giorni nel carcere di Braq, nel sud dellaLibia. Rilasciati anche tutti gli altri cittadini eritrei chiusi nei centri di detenzione di varie zone del Paese. Bene, sono liberi ed ora, cosa li attende?

"Il loro destino, dunque, è e rimane quello di detenuti "a cielo aperto", non più stipati nelle celle sotterranee, 2 metri per 2 con 50 gradi, senza alcun diritto da far valere, se non quello di tornare nel paese d'origine, dove li aspetta come minimo un'altra galera, se non la morte." dice Repubblica

"Secondo il Governo libico sono liberi, ma senza il la definizione ed il riconoscimento del loro status giuridico (di rifugiati in primo luogo, come chiediamo da tempo) la loro condizione tornerà ad essere quella di "irregolari" e quindi liberi di essere detenuti, liberi di essere sottoposti a nuove violenze, liberi di essere venduti, liberi di pagare per rientrare in quel circuito vizioso dei trafficanti che potrebbe riportarli fino alla costa verso il destino del respingimento" racconta Meltingpot

13 Luglio 2010:''Non ci risulta che qualcuno siastato liberato dal campo di Al Braq nel sud della Libia. Non sappiamo quando avverrà, come non sappiamo quali siano le modalità di attuazione dell'accordo annunciato anche dal governo italiano mercoledì scorso''. Lo dice il direttore del ConsiglioItaliano per i Rifugiati Christopher Hein a CNRmedia.

I diritti dei bambini negati dai governanti. Pochi giorni fa, come di consueto negli ultimi mesi, sono stati avvistati e respinti in Libia 76 migranti che navigavano nelle acque internazionali mentre tendevano ad avvicinarsi verso le acque italiane e maltesi.Fonti militari maltesi e Save the children hanno denunciato che in quell’imbarcazione c’erano anche bambini.
I lunghi viaggi di nozze tra Libia e Italia
Con un occhio alla Libia e l’altro all’Europa



1 commento:

  1. Non c'è purtroppo alcuna spiegazione a simili eventi che giungono inaspettati, colpendo senza distinzione di età, razza e cultura i nostri affetti piu'cari e togliendoci le vite di chi poteva ancora far parte di questo mondo. Ma molto si può fare per combattere i pirati della strada con leggi appropriate ed adeguate. Il sorriso di Manuel mette il luce la sua personalità anche a chi non l'ha mai conosciuto. Questo sorriso rimane per coloro che hanno bisogno di conforto per la sua assenza ed è un segnale di muta presenza...tutto il resto di lui appartiene e rivive nei cuori di chi ha avuto l'opportunità di conoscerlo e nel suo sorriso io provo quella tristezza di chi avrebbe voluto anche solo un giorno avere la fortuna di goderne. Ciao Manuel e torna quando vuoi a rincuorarci con quel sorriso e quelle parole che ti hanno appartenuto. Un bacio, Iris

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