In cerca di un rifugio sicuro

In un paese come lo Zimbabwe la miseria non da tregua alla popolazione causando un’alta mortalità infantile (81 bambini su mille) e una speranza di vita molto bassa (37 anni), una tra le più basse di tutto il mondo. Questo spaventoso calo è dovuto anche alla diffusione dell’AIDS, che negli ultimi tempi si è fatta massiccia: un terzo della popolazione ne è colpita. Questa malattia ha provocato più di un milione di orfani, secondo quanto dichiarato dal quotidiano the Guardian nel 2007. Anche la malaria è sempre più presente e il rischio di epidemie è alto, visto il peggioramento delle condizioni igieniche e sanitarie. La mancanza di acqua e le fognature in uno stato disastroso, favoriscono il rischio di colera. Ma non è tutto, per ragioni economiche il governo ha eliminato le vaccinazioni, peggiorando ulteriormente la situazione. Il suo presidente, Robert Mugabe, il 21 febbraio scorso ha festeggiato il suo compleanno sciupando un ingente somma di denaro, mentre l’intero paese si affatica nel convincere i donatori internazionali a finanziare la ricostruzione del paese.
A questa terra ormai stremata, l’emigrazione in questi ultimi tempi è la sola padrona che domina la quotidianità del paese. Dalla metà del 2007 sono fuggite oltre 3,5 milioni di persone, la maggior parte raggiungendo i confini con il Sudafrica. Per questo motivo dal 2005 i rapporti tra lo Zimbabwe ed il Sudafrica si sono fatti molto tesi. Ma i rifugiati che partono lasciandosi dietro le spalle il nulla, arrivano in terra sudafricana per cercare solamente la sopravvivenza. Ma per evitare l’arrivo di un numero tanto grande di persone è stato messo in piedi un lungo muro elettrificato nella frontiera. I migranti non trovano pace da nessuna parte ormai “Nessun rifugio, accesso negato: i bisogni medici e umanitari dei cittadini dello Zimbabwe in Sud Africa” dichiara in una nota Medici Senza Frontiere. “Ogni giorno, nonostante le dichiarazioni circa la normalizzazione dello Zimbabwe, migliaia di cittadini dello Zimbabwe continuano ad attraversare il confine verso il Sud Africa, in fuga dalla crisi economica, dall'insicurezza alimentare, dai disordini politici e dal collasso totale del loro sistema sanitario” dichiara Rachel Cohen, capo missione di Medici Senza Frontiere in Sud Africa.
“Ogni mese vediamo migliaia di cittadini dello Zimbabwe malati, feriti, traumatizzati e marginalizzati, sia a Johannesburg che a Musina. Vengono da noi perché non hanno nessun altro luogo dove andare” afferma il dr. Eric Goemaere. Nessuno al mondo vuole i rifugiati, con la loro fragilità è molto facile effettuare respingimenti e vessare sui loro corpi. Sono spesso minacciati, vengono loro chiesti pagamenti esorbitanti e vengono effettuate cure inappropriate. Donne e bambini si trascinano addosso violenze sessuali e malattie irreversibili. “Molti di quelli che ci raggiungono presentano malattie croniche, come l'HIV o la tubercolosi, e gravi ferite causate da episodi di violenza, spesso stupri o tentativi di violenze sessuali subiti alla frontiera, ma anche all'interno dello stesso Sud Africa. Le consultazioni nella nostra clinica a Johannesburg sono quasi triplicate nel corso dell'ultimo anno, un segnale evidente di come ai cittadini dello Zimbabwe venga sistematicamente negato l'accesso persino ai servizi di assistenza sanitaria più basilari e necessari per la loro sopravvivenza”aggiunge Eric Goemaere .

Storie vere, davvero impressionanti ed inumane, come la vicenda di una piccola bambina di sei anni non risparmiata alla violenza, che oltretutto, si è vista rifiutare l’assistenza medica dallo stato sudafricano. Qualsiasi terra calpestino i loro occhi guardano solo violenza e terrore, sono indifesi e ripetutamente minacciati, restando per tutta la loro vita nell’ombra della società e nel silenzio delle comunità internazionali.

Onori Andrea

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