Non ci sono soldi per il principe dei poveri

Era il 9 settembre quando abbiamo lanciato il grido di aiuto del principe dei poveri, Antonio Trapani. Un cittadino romano di 48 anni che, insieme alla sua mamma malata, chiedeva un legittimo aiuto alle istituzioni. A cinque mesi dal suo messaggio, possiamo dire che Antonio è stato abbandonato dal comune di Roma, dalla regione Lazio e dall’indifferenza generale. Da allora, ha visto sbattersi in faccia molte porte, ma nonostante tutto, è ancora in piedi e lotta per avere i suoi diritti.
Dalle istituzioni è apparso solo un inquietante silenzio, spezzato di tanto in tanto dalle solite menzogne. Se non hai più parole da dire è ovvio, ti restano soltanto tante bugie da raccontare. In questi mesi, Antonio, inciampa sempre sul solito problema: non ha mai incontrato serietà e chiarezza. Ha trovato sempre le solite risposte (bugie a destra e bugie a sinistra), “in particolare sostengono che non ci sono soldi e non possono fare nulla per me e per la mia mamma” dice il principe dei poveri.
Giovedì 18 febbraio 2010, Antonio, si è recato presso l’assistenza sociale, area adulti e ha parlato con un impiegato addetto. “ Per me – dice Antonio - non possono fare nulla, dicono che non ci sono fondi. E’ un’altro schiaffo che ho preso anche oggi”. Dunque, tutti gettano la spugna e ammettono di non saper come reagire. Durante il colloquio, l’assistente sociale, ha dichiarato ad Antonio che purtroppo il disagio e la povertà, nell’area adulta, crescono di giorno in giorno e anche loro non sanno più come fronteggiare la situazione. Non hanno aiuti concreti e si trovano in mezzo ad un mare di guai. Persone che fino all’anno scorso prendevano un sussidio di 200 euro ogni 3 mesi, quest’anno non hanno più la sicurezza di ricevere questo sussidio. In mezzo a questo impasto di povertà c’è anche troppa indifferenza: “Mi hanno detto – dice Antonio - dall’ufficio impiego (ex uff. di collocamento) che si sono persino persi molti iscritti e non possono fare nulla per loro”
La mamma di Antonio ha bisogno di essere controllata 3 volte al giorno “e se calcoli che per un mese servono 90 lancette, per 3 mesi sono 270, ma me ne davano 300. Ora, con i tagli, me ne danno 50 per 3 mesi“. Tagli che si continuano a fare sempre contro i più deboli ed indifesi. Si preferisce attaccare proprio coloro che non hanno la possibilità di reagire. Eppure, Antonio, non ha mai mollato, ha contattato tantissime autorità, ricevendo sempre un esito negativo. Da destra a sinistra, tutti sono passati sotto le urla di disperazione di Antonio, ma nessuno ha mai mosso un dito. Tutti hanno dato la loro solidarietà e nessuno ha fatto quel che doveva fare.
Antonio Di Pietro rispondeva così all’appello del principe dei poveri: “Mi creda, mi dispiace molto per il disagio che sta vivendo in questo momento. L’assistenza domiciliare agli anziani che necessitano di essere accuditi, è un diritto per il cittadino. Mi auguro possa trovare un aiuto per sua madre e una maggiore tranquillità economica. Il suo grido d’aiuto non rimarrà inascoltato. Stiamo difendendo a spada tratta i diritti di chi, come lei, lotta non per far rientrare i propri capitali dell’estero, ma per vedere riconosciuti i diritti fondamentali.” Come l’Onorevole Di Pietro, mi risponde in un modo alquanto sbrigativo anche il dipartimento promozione dei servizio sociali e salute del Comune di Roma: ”Le comunichiamo che il signor Antonio Trapani è già conosciuto e seguito dai servizi sociali del Comune di Roma, che stanno provvedendo ad assisterlo con gli opportuni interventi.”
Parole solo parole, stupide parole che fanno del male.
Andrea Onori

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