Cittadina Italiana, “rifugiata” in Italia, reclama i suoi diritti

Fiorella ha dato sempre una mano al prossimo nella sua vita e non ha mai chiesto niente in cambio. Sin dalla sua adolescenza sperava di costruire un mondo migliore mettendoci la faccia, spuntando sangue e sudore. Una donna colta, con un titolo universitario, impegnata nel sociale e in politica.

Oggi, è stata abbandonata da tutti. Non ha un lavoro e neanche una casa dove poter riposare. E’ una donna che ha perso tutto ciò che possedeva dopo essersi installata in Congo per 7 anni. Quella, era la sua vera terra che gli ha dato tante gioie. “Mama Africa”, così la chiamavano gli abitanti del luogo dove era residente, dovette abbandonare quella splendida terra dopo lo scoppio di una guerra terribile. E’ stata costretta a tornare nel 2001 lasciando i figli e il marito in Congo.

Un forzato e triste ritorno in “patria”, senza soldi e senza un tetto sopra la testa. Fiorella sicuramente è più congolese che italiana, qui non ha famiglia e “non ho più potuto pagarmi la stanza perché do lezioni di lingue straniere e d’estate è tutto fermo”.

L’Italia è diventata cinica e spietata, viene a mancare quel senso di collettività e di saggezza che si trova nella terra africana. Fiorella ha bussato alle porte delle istituzioni chiedendo aiuto essendo una “rifugiata” reclama i suoi diritti fondamentali, “in più – dice Fiorella - c’e’ anche la violazione da parte delle istituzioni regioni, province, comuni, circoscrizioni, servizi sociali, di una legge dello Stato che impone il sostegno economico per le persone in stato di indigenza totale”.Le porte delle istituzioni, non si sono aperte, è comparso solo un biglietto da visita presso la Caritas.

I soldi stanziati per i servizi sociali dove sono? In tasca di chi vanno a finire? “Purtroppo – afferma Fiorella – i soldi per i veri indigenti finiscono altrove. Sono stanziati per favorire gli interessi politici e della cricca dei servizi sociali”. Purtroppo chi può testimoniare è proprio l’emarginato, colui che fa paura alle cricche. Chi sa, sono i cosiddetti barboni spesso afflitti da alcolismo e problemi mentali, “ chiunque finirebbe cosi, anche io ci sono molto vicina, se ti levano tutto”. Purtroppo però, con la forte disuguaglianza che c’è nel nostro sistema giudiziario e nel fronte dei diritti umani, non hanno la forza di dire la loro.

Sono 10 anni che vive tristemente in un inferno. “Ho sopravvissuto – dice Fiorella - vivendo peggio di un’immigrata clandestina. Salto abitualmente i pasti, non posso comprarmi vestiti e scarpe se non quelli cinesi quando va bene”. Fiorella si arrangia come può, fa “non-lavori” in nero, sottopagati e schiavistici.

“Ho trovato un’Italia incarognita e irriconoscibile, cattiva,cinica, indifferente alla sofferenza”. Con i suoi occhi vede un’Italia brutta, peggio dell’Africa: “li la miseria è di casa ma un cuore ce l’hanno, dividono anche il poco o niente con gli altri”. Per lei in Italia “è stato un inferno, ho vissuto esperienze allucinanti, sto male, sono anni che vivo con le valigie in mano.

Da poche settimane Fiorella fa la badante “schiava” come racconta lei stessa. Accudisce una signora anziana per 18 ore al giorno e ”sto molto male per la mancanza di sonno. La signora dorme 2 ore se va bene. Si alza e comincia a fare casini incredibili, urla, sposta mobili, prende coltelli e versa le cose sul pavimento in cucina. Se tento di chiudere occhio lei mi chiama”.

Fiorella, cittadina italiana, chiede di essere liberata dalla morsa della schiavitù e reclama i suoi diritti. Nient’altro. “Mi piacerebbe tanto poter tornare lì, a lavorare con un’organizzazione. Ho grande esperienza come educatrice e animatrice culturale, ma la situazione disperata in cui mi trovo non mi permette il tempo e la lucidità di fare ricerche.” Proprio lei che si è prodigata ad aiutare gli altri, “devo ritrovarmi così, senza comprensione, senza aiuto anche morale”. Subisce i maltrattamenti dell’occidente e dei suoi abitanti indifferenti, “ nessuno capisce che non ce la faccio più, che sono stata forte e coraggiosa, ma ora sto troppo male”.

Andrea onori

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