Bocche cucite al Cie di Torino e tra i mass media


Dopo l'incendio al Cie di Bari di via D'Annunzio, le evasioni nel Cie di Modena, le bocche cucite nel Cie di Torino e Gradisca, i migranti che salgono sui sui tetti del cie di Milano e le rivolte che iniziano a divampare nei centri di identificazione ed espulsione di tutta Italia, tra i mass media regna ancora il silenzio e l'abbandono. Nei centri di identificazione ed espulsione italiani scoppia una rivolta (l'ennesima) inascoltata. E' troppo difficile poter dare la notizia e spiegare il fallimento della Bossi -Fini e del progetto Maroni.

Tutto succede in una settimana, ma chi conosce bene l'ambiente dei centri sa che le proteste e gli autolesionismi sono all'ordine del giorno. Nel tardo pomeriggio di venerdì 19 novembre, quattro reclusi tunisini del Cie di corso Brunelleschi a Torino, si sono cuciti le labbra per protesta. Altri, avrebbero ingerito pile e lamette. Immediatamente i detenuti sono stati portati in ospedale dall'ambulanza arrivata di corsa nel cie. Successivamente, sempre dall'interno della struttura, si scopre che altri sette ragazzi prendono ago e filo e iniziano a cucirsi la bocca. Continua l'autolesionismo anche nel Cie di Gradisca d’Isonzo. Almeno quattro ragazzi si sono cuciti le labbra. Non solo, contro i rimpatri coatti decine di migranti hanno ingerito lamette, vetri e batterie.

A volte è difficile poter dimostrare la realtà dei centri di "distruzione fisica e psicologica", questa volta è uscita una foto di un migrante che, nonostante i continui controlli, è riuscito a fotografarsi e far circolare la sua bocca cucita, come cucita e muta è la stampa italiana.

23 Novembre 2010

1 commento:

  1. anche a modena succede, sabato un ragazzo ha ingoiato un pezzo di ferro, probabilmente una lametta, lo hanno portato via in ambulanza, io ero li per un colloquio.

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